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Scatta l’allarme per il sistema finanziario

Scritto il alle 10:05 da Danilo DT

Più volte in passato ho parlato del fatto che troppo spesso si tende a sottovalutare i gravi danni che la crisi subprime – derivati ha portato sui mercati finanziari. E spesso ho parlato del fatto che (la storia insegna…) la crisi del settore immobiliare non ha effetti immediati, bensì occorre aspettare alcuni mesi prima di poter capire veramente la portata dei danni subiti. Ed è così che, soprattutto negli USA, grosse istituzioni americane iniziano a farsi due conti in tasca e cercano di capire cosa questa crisi ha comportato. E, tanto per cambiare, iniziano a saltare fuori sorpresine a destra e a manca. Prima la faccenda del Fas 159 (vedi il post), che di per sé testimoniava il fatto che il mercato rischiava di essere drogato da bilanci assolutamente non realistici. E poi le stime di earning. Grazie alla creazione, negoziazione, trasformazione di derivati, le grandi banche si sono fatte camionate di utili. Ora però la festa sta per finire. I danni procurati lasceranno dei profondi segni nel sistema finanziario, e soprattutto le stesse banche non potranno più vendere i derivate con la leggerezza e la facilità avuta negli ultimi mesi.

Merrill Lynch non è che l’inizio

La prima banca a stilare un “mea culpa” è niente poco di meno che Merrill Lynch, una delle primarie istituzioni finanziarie americane. La perdita trimestrale, la prima da sei anni a questa parte, è stata pari a 2,24 miliardi di dollari, ma la banca è stata costretta a operare una maxi svalutazione da 7,9 miliardi di dollari, che non ha precedenti nella storia delle istituzioni finanziarie statunitensi. In aggiunta, è arrivata poi appunto la doccia fredda sul tracollo del mercato immobiliare, con le compravendite scese molto più di quanto non si aspettassero gli economisti. La trimestrale di Merrill Lynch e il dato nettamente peggiore delle attese delle compravendite di case a settembre (-8%) mettono a dura prova Wall Street che recupera terreno nell’ultima ora di scambi e spinge il Dow Jones quasi in parità in scia alle voci di imminente intervento della Federal Reserve con un taglio ulteriore del tasso di sconto. Data dell’evento: 31 ottobre 2007. Previsione: meno 50 basis points (bp), ovvero un taglio di mezzo punto percentuale. E quindi si ripresenta il “problema” Bernanke. Ricordate il post “La grande cura” ? Siamo poi sicuri che la cura Bernanke sia una cura valida per estirpare il male, oppure è solo un antidolorifico che migliora la situazione nel breve ma che non risolve niente, anzi addirittura peggiora la situazione? Buttate l’occhio all’area V.I.P. e date un’occhiata ai vecchi post scritti sull’argomento. Capirete perché c’è da preoccuparsi. La politica monetaria potrebbe essere quantomeno discutibile. Intanto pensate un attimo ad una cosa. Se Merrill Lynch è la prima a muoversi, quale sarà la reazione del mercato quando anche le varie Goldman Sachs, Morgan Stanley, UBS, Jp Morgan, Citigroup per fare qualche esempio, diranno: “Ragazzi, effettivamente, finchè Berta filava… Ora però non solo non faremo più utili a manetta, ma avremo anche qualche problemino”. I nodi verranno al pettine. E se siamo coerenti, non potremo dire che era tutto rose e fiori.

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