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Dilemma del Debito: la gabbia delle Banche Centrali
Tra i tanti grafici e analisi che mi capita di visualizzare, ho trovato uno studio che potrebbe far tremare le fondamenta del nostro sistema finanziario. Questo “grafico macro” non è solo una rappresentazione asettica di dati, ma un monito inquietante sul futuro che ci attende.
Immaginate una bilancia gigantesca: da un lato, il peso schiacciante del debito totale e del debito aggregato; dall’altro, i tassi di interesse reali (Tassi di Interesse – Inflazione) che cercano disperatamente di restare in equilibrio. È un gioco pericoloso, dove più il debito cresce, più i tassi devono scendere per evitare il collasso. Un equilibrio precario che fa sudare freddo anche i banchieri centrali più stoici. Se i tassi non scendono, il debito diventa insostenibile. E tu guarda un po’ le dinamiche debito/tassi degli ultimi mesi.
Ma come siamo arrivati a questo punto? La risposta è un cocktail esplosivo di stagnazione demografica, produttività in letargo e una fame insaziabile di crescita economica.
Quantitative easing. Crescita a qualsiasi costo.
Dal 1990, le economie sviluppate hanno fatto l’unica cosa che sembrava logica: indebitarsi fino al collo. Il risultato? Un’esplosione del rapporto debito/PIL dal 100% a oltre il 300%. Persino la Cina, il gigante economico dell’Est, ha dovuto seguire questa ricetta potenzialmente tossica. Si certo, il Covid ha avuto un ruolo determinante. Per rilanciare l’economia i governi hanno fatto carte false (ma soldi veri) per cercare di risollevare il sistema.
E qui arriva la domanda da un milione di dollari (o meglio, da trilioni): come diavolo si fa a rendere “sostenibile” questa montagna di debito? La risposta è semplice quanto inquietante: tassi di interesse reali sempre più bassi.
È come se l’economia globale fosse diventata un gigantesco schema Ponzi, dove l’unico modo per tenere in piedi la baracca è continuare a pompare denaro a costo zero.
Ma attenzione, cari lettori, perché questo castello di carte sta iniziando a vacillare. Il boom dei prezzi degli asset ha creato un divario di ricchezza che farebbe impallidire persino Marie Antoinette. La classe media, sempre più frustrata, sta iniziando a far sentire la sua voce, e non in modo gentile. E sull’argomento in passato ho già scritto tanto. Guardate l’andamento dei risparmi, tanto per fare un esempio.
Nel breve termine, però, le banche centrali stanno giocando con il fuoco, mantenendo i tassi reali alti per combattere l’inflazione. È come cercare di spegnere un incendio con la benzina: il sistema indebitato potrebbe implodere da un momento all’altro. Curioso no? Ma il dilemma esiste. Come gestire questa situazione quantomeno complicata? Beh… con tassi in discesa certo e quindi nuovo debito, ma alla fine è un circuito che non ci dà via di scampo. Tassi reali bassi… tassi reali alti… Che si fa?
Ma immaginate quindi un immenso orologio che cerca di tenere il tempo. Tutto resta sotto controllo anche se la molla di ricarica è al limite ma…cosa succede se un granello di polvere finisce nei meccanismi?
Evento inatteso e non controllabile dal sistema.
Diciamo un evento geopolitico? Dipende, perché oggi il sistema quantomeno sembra coeso a difesa del fortino, minimizzando qualsiasi motivo di crisi.
Le banche centrali, con il loro operato, stanno giocando a fare gli equilibristi in un circo in fiamme, cercando disperatamente un “atterraggio morbido”. E’ una bella sfida ma non sarà facile portarla a casa. Intanto l’andamento del bene rifugio per antonomasia, l’oro, qualche dubbio dovrebbe farvelo venire.
Come risolvere il problema del debito?
Attualmente per creare un dollaro di pil in Usa servono sei dollari di debito e questo, a mio parere è insostenibile.
Dopo la seconda guerra mondiale si è fatto molto debito, piano Marshall, ma il pil cresceva a ritmi del 5/6 PC annuo per cui il debito scendeva in proporzione alla ricchezza generata.
Oggi il debito è servito a creare ricchezza finanziaria e non ricchezza reale per cui, se le situazione resta quella attuale l’unica soluzione possibile è il disastro.