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THE NEW ORDER Pt II: RUSSIA e CINA, strategie decise a tavolino
Raccontatemi quello che volete, però orami sono fermamente convinto che Putin e Co avevano programmato tutto da tempo. E soprattutto hanno scelto questo contesto non a caso.
Se vuoi ammazzare il nemico, lo colpisci nel momento in cui è più debole. L’economia stava uscendo dall’ennesima ricaduta da Covid, ma non solo. La strategia russa ha colpito perfettamente nel segno in un momento storico dove il margine di difesa delle economie occidentali è minimo.
- Debito privato e pubblico alle stelle. Ciò significa che politiche fiscali correttive diventano difficili da poter gestire. In altri termini, un “salvagente” che mitiga la situazione è di difficile attuazione e dimensionalmente non può essere così invasivo.
- Tassi ai minimi, con inflazione in forte crescita per i problemi di supply chain. In questo scenario le banche centrali non possono usare teoricamente una forward guidance credibile su eventuali manovre espansive per contrastare gli effetti economici della guerra. E di certo non possono abbassare i tassi per stimolare (in via teorica) mercati e consumi. Qui sotto i tassi ufficiali BCE
- Banche centrali in bilico tra il continuare ad essere espansive, rischiando di mandare in tilt il sistema ma cercando di tenere alto il tenore della crescita economica, oppure cominciare ad assorbire liquidità dal sistema, con politiche prima di bilancio (quantitative tightening) e poi sui tassi, con il rischio però di ammazzare la crescita
- Inoltre capitolo inflazione. Signori, si tratta di un’inflazione dovuta a rincaro di materie prime, problemi di offerta e carenza di produzione. E la combatti con una politica monetaria restrittiva? Siamo onesti, la politica monetaria può fare poco in questo contesto di mercato, anzi può solo fare danni perchè diventare restrittivi oggi significa dare un pugno nello stomaco al sentiment da una parte, e ai consumi dall’altra.
- Prezzo delle soft commodity. Adesso inizia ad avere un senso l’atteggiamento della Cina che nell’ultimo anno ha fatto incetta di contratti sulle materie prime. Infatti Pechino, negli ultimi mesi del 2021 si è resa protagonista di una manovra inusuale sui mercati finendo per alimentare tra gli analisti speculazioni di ogni sorta su una strategia che all’epoca sembrava non avere alcun senso. Ha cominciato da ottobre a far salire il prezzo dei futures sul grano scambiati alla Borsa di Chicago, ora a livelli massimi mai registrati nella storia. Se c’è un Paese al mondo che comincia a comprare materia prima facendone incetta, il prezzo inevitabilmente sale secondo la più elementare dinamica tra domanda ed offerta. E la guerra poi ha fatto il resto. Intanto però, così facendo, c’è chi guadagna su questa speculazione al massacro e c’è chi ha in tilt perché oggi ha commodity a livelli insostenibili.
- Prezzo dell’energia. L’argomento qui è stato già ampiamente dibattuto, ma la Russia era ben conscia dello stato di dipendenza dell’Europa dai gasdotti sovietici. Il Gas non poteva che decollare a livelli insostenibili, proprio come ora. Mettendo in crisi il mondo industriale e manifatturiero, oltre a tutto quello che è relativo ai consumi privati, insostenibili per il cittadino medio. Ovvie infine le ripercussioni su quello che è alternativo al gas. Petrolio in primis.
Forse sarebbe giunta l’ora che la guerra non è tra Russia e Ucraina, ma è tra il blocco russo-cinese ed occidentale. Perché nel primo caso, per carità, è in gioco il destino dell’Ucraina. Ma nel secondo caso, signori, stiamo parlando non solo di assetti geopolitici ma anche economici e finanziari.
(prima parte del POST: clicca QUI)
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