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USA vs RUSSIA: la guerra a suon di barili di petrolio
La crisi Ucraina sembra entrare in una fase di stallo. Ma in realtà uno scenario di mercato sta mettendo in difficoltà l’economia della Russia. L’Arabia Saudita è principale causa della diminuzione prezzo petrolio. Gli USA appoggiano la scelta. E la banca centrale russa si prepara. Una guerra non fatta con le bombe ma con la finanza.
Ci può stare che in una fase economica particolarmente debole i prezzi delle materie prime tendano ad indebolirsi. Se l’economia non tira, non si creano infrastrutture, le imprese no investono e le commodity quindi non vengono comprate. Normale quindi trovarsi con un petrolio pià debole. Ma attenzione, quello che possiamo notare è che, oltre al trading e alle manipolazioni sul prezzo, ci può essere anche qualcosa di più pesante, come una vera guerra commerciale che ha un obiettivo: mettere all’angolo la Russia. Con la benedizione dell’Arabia Saudita che recentemente NON ha tagliato la produzione ma ha tagliato i listini prezzi.
Eccovi spiegato in modo più chiaro come mai il prezzo del petrolio è letteralmente sceso a picco.
Le nazioni concorrenti, inutile dirlo, si sono trovate spiazzate. Gli stessi USA sono rimasti all’inizio sorpresi e alla lunga la cosa potrebbe anche danneggiarli. Ma occhio, gli USA stanno esportando molto, anche perché c’è un paese come la Russia che potrebbe subirne delle conseguenze ben peggiori, visto l’enorme peso dell’energia sul PIL, tanto che la banca centrale russa si prepara addirittura al peggio, ovvero ad un possibile “piano di emergenza” nel caso in cui il prezzo del petrolio dovesse scendere sotto area 60$.
Russia’s central bank said on Wednesday it is working on measures to support the economy should oil prices fall by as much as a third or more, showing growing concern as the rouble slides and Western sanctions take a toll.
Punitive measures by the West over Moscow’s role in the Ukrainian crisis have pushed the economy of President Vladimir Putin’s Russia towards stagnation. The International Monetary Fund halved its growth forecast for 2015 to just 0.5 percent. The World Bank estimates the economy will expand next year by only 0.3 percent.
The Central Bank told Reuters it is developing a “stress scenario” that envisages a drop in the oil price down to $60 per barrel.
This would be added to three existing scenarios for the central bank’s policy outlook for the next three years, and compares with a $100 assumption in the 2015-17 state budget adopted last week. (RTRS)
Vogliamo definirla congiura? Beh, forse è anche di più, è una guerra vera e propria, solo che non viene fatta (per fortuna) con le armi convenzionali, essendo una guerra commerciale.
Ovviamente i paesi più deboli che sono produttori, in primis Nigeria e Venezuela, farebbero default con estrema facilità, Intanto però seguiamo la questione. Quesa potrebbe essere molto più di una semplice ipotesi.
E poi.. non dimentichiamo che la fonte PRIMARIA per finanziare l’ISIS è proprio il petrolio. Ecco come cogliere due piccioni (ISIS e Russia) con una fava.
Allegato:
Grafico Petrolio
STAY TUNED!
invece dell’isis io andrei ad impiccare chi in questi 14 anni ha permesso questa truffa colossale ai danni dell’umanità ! QUANDO SI PARLA DEL 11 SETTEMBRE , NON SI SBAGLA MICA A NOMINARE L’ARABIA SAUDITA ! RIPETO UN GIORNO BISOGNEREBBE FARE UN ELENCO DEI PAESI FALLITI CHE ERANO NEL 2000 E DOVE STANNO OGGI ? MEDITATE GENTE MEDITATE !