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WALL STREET: mercati in cerca di assestamento
Era abbastanza prevedibile, dopo un lungo rimbalzo, i mercati cercano anche degli appigli su cui appoggiare una fase correttiva. Le cosiddette mani forti restano vigili, ma non ci sono le basi per una vera inversione. Sempre e solo salutari correzioni. (Guest post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno registrato una correzione, non del tutto inattesa. In particolare, l’S&P 500 ha rettificato al ribasso le sue quotazioni per un importo pari al 3,3 %. Dopo la lunga corsa al rialzo di questi ultimi drammatici mesi, trattasi di una correzione del tutto fisiologica e salutare. C’è bisogno infatti di correggere taluni eccessi prodottisi. Inoltre c’è da decifrare con maggiore precisione quale sarà l’evoluzione futura dell’attuale situazione pandemica. Il varo di numerosi vaccini anti-covid aveva infuso un grande ottimismo. Ora però c’è l’immane compito di produrre il siero per l’intera popolazione mondiale. A tal proposito si sono già manifestate molte difficoltà. Si scontano infatti già ritardi nella consegna delle dosi promesse. Insomma, risulta ogni giorno più evidente che vaccinare l’intera umanità non sarà affatto una passeggiata. Ben che vada ci vorrà almeno l’intero 2021, per immunizzare la gran parte della popolazione. Di conseguenza, si allungano e si posticipano i tempi per la tanto auspicata ripresa dell’economia, pesantemente impattata dalla pandemia. Impatto, a mio avviso, non ancora precisamente valutato, e finora probabilmente sottostimato. In tale ancora precario contesto, l’unica certezza è costituita dall’intervento iper-espansivo delle maggiori Banche Centrali. Continueranno infatti a fornire al sistema tutta la liquidità che serve e che si renderà necessaria. Ci sarà poi, come dice il mio amico Danilo, il problema di gestire quest’altro enorme debito creato. Ma di ciò per ora i mercati non si preoccupano. Una volta, speriamo presto, sconfitta la pandemia, diverrà però il maggior problema da affrontare. Ci troveremo credo in una situazione molto simile a quelle post belliche già vissute dai nostri nonni. Speriamo che in quel momento le nostre classi dirigenti siano migliori delle attuali, e siano all’altezza del compito. Da questo punto di vista considero l’elezione di Biden beneagurante. Speriamo che anche dall’Europa giungano presto segnali analoghi. Come un secolo fa è infatti nuovamente l’Europa, ed in essa l’Italia, il territorio socialmente e politicamente più dissestato. Altrimenti non saremmo costretti ad assistere all’attuale ignobile pantomina di una crisi di governo del tutto inopportuna ed ingiustificata. E vedere i soliti noti, del tutto incuranti delle sofferenze della parte più debole della società, che s’azzuffano, senza alcun ritegno, sui soldi promessi dall’Europa. Nel mentre, si vola a Riad e s’intervista il principe Bin Salman e lo si indica come un modello da seguire, e l’autore di un nuovo Rinascimento. Meglio finirla qui, e stendere un pietoso velo. Altrimenti qualche lettore del mio post, come spesso accade, s’adira, e sproloquia.
Tralasciamo le polemiche di bassa lega di Casa Nostra, e andiamo più proficuamente ad esaminare, cosa ci indica al momento lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima ottava rimbalza dello 0,38 %, e sembra mostrare una rinnovata fiducia in Biden e nell’economia Usa. Anche le commodities rimbalzano dell’1,62 % in termini reali, e sembrano mostrare un maggiore ottimismo sulla ripresa dell’economia, su scala globale. Segnali più cauti giungono, invece, dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano infatti arretra di 2 bps e retrocede a quota 1,07 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, arretra anch’esso di 2 bps, e retrocede a quota 0,11 %. Ferma, pertanto, a quota 96 punti, l’inclinazione della yield curve Usa. E ciò ci dice che la ripartenza dell’economia Usa, così come quella Europea, non è ancora davvero iniziata. Del mercato azionario, abbiamo già accennato. Fase di correzione fisiologica e salutare. S&P 500 a quota 3.714,24.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 4.367
Large Traders : – 1.196
Small Traders : + 5.563
Dopo appena una settimana, cambia, pertanto, nuovamente la configurazione e l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 6.952 contratti. In particolare, i Large traders, cedono 3.107 contratti long, ed invertono di nuovo la loro posizione, che passa da Net Long a Net Short. Cedono 3.845 contratti long anche gli Small traders, che riducono in tal modo la loro già non esuberante posizione Net Long. A comprare quindi sono solo le Mani Forti, ossia i Commercial traders, che acquistano l’intero lotto dei 6.952 contratti long, e riducono l’entità della loro posizione di copertura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, confermano le incertezze dell’attuale momento. La nuova configurazione, è infatti una configurazione tipicamente ribassista. Ma la stessa è alquanto labile ed incerta. Non sembra cioè aver la forza necessaria ad indurre una correzione più marcata e tantomeno un’inversione. Gli investitori sembrano prefigurare piuttosto una fase d’assestamento del mercato. La circostanza che le Mani Forti abbiano ridotto la loro posizione di copertura, ci dice che questi non vogliono, in questo delicato momento, disordini sui mercati. Insomma assestamento correzione si, inversione no. Ciò basta, a mio avviso, per non nutrire particolari timori, e per riconfermare ancora una volta la mia moderata view rialzista di medio-lungo termine.
Mercato quindi in cerca d’assestamento, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di questo inizio del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita del 4,28 %. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha invece registrato un perdita del 2,78 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance dell’1,5 %. Negli ultimi 8 anni il mio trading system ha invece conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 160 %. In coerenza con quanto sopra esposto, questa settimana muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 70 al 75 % le mie posizioni long, e riduco, nel contempo, dal 30 al 25 % le mie posizioni short, ovvero assumo una posizione Net Long pari al 50 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS