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WALL STREET: Ma che succede ai mercati finanziari?

Scritto il alle 15:46 da Lukas

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GUEST POST –  I mercati oscillano in preda ad un aumento della volatilità. Nel concreto però non sta accadendo nulla di nuovo. Si continua a mantenere lo status quo (finchè si riuscirà) con ban che centrali protagoniste sul mercato, con crescita economica sempre più anemica. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno evidenziato andamenti alquanto contraddittori, di difficile ed incerta lettura, che rendono la fase attuale molto difficile da interpretare e di conseguenza gravida di rischi per la maggioranza degli investitori.

Lo scenario intermarket ha, infatti, registrato, sul piano valutario un lieve storno dello 0,6 % quotazioni del dollar index. Allo storno della valuta Usa non ha però fatto da contraltare un corrispondente apprezzamento delle quotazioni delle commodities, stornate, invece, anche in quest’ultima settimana, dello 0,7 %. Il persistente deprezzamento delle commodities, pari, in termini reali, ad oltre il 5 % nell’ultimo anno, testimonia che la congiuntura economica globale rimane ancora molto debole, addirittura al limite della stagnazione. Da alcune settimane, gli accadimenti del mercato obbligazionario, sembrano invece voler smentire l’assunto della stagnazione economica, e prefigurare ben più favorevoli prospettive di crescita economica. I rendimenti dei titoli decennali Usa, infatti, anche in quest’ultima settimana sono cresciuti di 28 bps, raggiungendo nuovamente, dopo molti mesi, quota 2,40 %. Ancor più impetuosa la crescita dei rendimenti che si registra sul bund teutonico, cresciuti in quest’ultima settimana di altri 35 bps, e riportatisi nuovamente a quota 0,84 %. Si evidenzia dunque una palese contraddizione tra le risultanze del mercato delle commodities ed il mercato obbligazionario. Chi dice la verita ?. Di chi fidarsi ?. Personalmente propendo per dare più credito alle risultanze del mercato delle commodities, che prefigurano anche per il prossimo futuro una crescita economica ancora debole e lenta. I rialzi dei rendimenti obbligazionari, a mio avviso, non preannunciano, infatti, una futura accelerazione della crescita dell’economia reale, ma sono soltanto l’effetto illusorio, dei vari QE in atto nel mondo ad opera delle diverse Banche Centrali. Come già dimostrato dalla recente esperienza Usa, non appena le politiche monetarie espansive si interrompono, la crescita economica rallenta ulteriormente ed i rendimenti obbligazionari riprendono nuovamente il loro ormai trentennale ed inarrestabile trend deflazionistico. La mia personale ed opinabile vision, trova peraltro conferma anche negli andamenti che si registrano sui mercati azionari, i quali sembrano non temere affatto lo stress contingente che si registra sul mercato dei bond. Anzi credo che nei prossimi mesi gli stessi finiranno per avvantaggiarsi di un’eventuale ulteriore deflusso di fondi dal mercato obbligazionario.

Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 32.150

Large Traders : + 16.564

Small Traders : + 15.586

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Anche questa settimana si conferma, ed anzi si consolida, la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa in auge ormai da oltre 7 mesi. In quest’ultima ottava, le movimentazioni dei diversi operatori risultano di una certa consistenza, ossia pari a ben 15.554 contratti. In particolare, i Large Traders, sempre molto indecisi negli ultimi mesi, riacquistano nuovamente 10.910 contratti long, e smentiscono ogni proposito d’inversione della loro posizione Net Long. Gli Small Traders, invece, si mostrano anch’essi più ottimisti delle passate ottave, acquistano altri 4.644 contratti long e rafforzano la loro abituale posizione Net Long. I Commercial Traders, invece, dopo molti mesi di ferrea vigilanza sulle sorti dei mercati azionari Usa, prendono atto della maggior fiducia degli altri operatori, ed allentano la presa cedendo agli stessi l’intero lotto dei 15.554 contratti long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, che confermano, ed anzi rafforzano, la configurazione generale degli ultimi mesi, unite alle considerazioni espresse in merito al contraddittorio scenario intermarket, m’inducono a confermare, anche per le prossime settimane, la mia view lateral-rialzista circa gli andamenti futuri dei mercati azionari Usa e mondiali.

Prospettive, pertanto, moderatamente positive, che personalmente cercherò di tradare con il mio originale trading system che, come ormai ben sapete, si propone di valorizzare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche condotte dai professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima difficile settimana borsistica, il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance annua pari al + 22,42 %, nuovamente superiore, così come accaduto nel biennio precedente, a quella conseguita dal nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari nel contempo al + 21,25 %. Il ritorno della sovra- performance, seppur modesta, ci dà nuova conferma circa la bontà del nostro approccio, fondato sulle evidenze scientifiche degli studi di Jegadeesh e Titman. Per maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ gli eventuali interessati possono, se lo desiderano, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Riproduzione riservata

Lukas

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