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WALL STREET: pit stop per i mercati (secondo il COT Report)
Sembra proprio che il mercato abbia assimilato le buone notizie arrivate dalla scoperta dei vaccini e dall’esito delle elezioni americane. Adesso sembra arrivare quantomeno un periodo di lateralità, sempre con la giusta dose di volatilità. (Guest post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno consolidato i guadagni della precedente ottava. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha registrato un incremento del 2,16 % e s’è nuovamente riportato sui suoi massimi storici. Dicono che quest’ennesimo rialzo sia dovuto alla notizia che un efficace vaccino anti-covid sia imminente e prossimo. Speriamo che la notizia sia vera, ma non per la salute dei mercati, bensì per quella di tante persone che potrebbero essere salvate da questa terribile pandemia virale. La notizia ha indotto inoltre sui mercati, un’ingente ed ampia rotazione settoriale. Molti titoli sacrificati, quali ad esempio quelli delle compagnie aeree, hanno registrato enormi rimbalzi. In generale registriamo una ripresa dei titoli value a discapito dei titoli growth. Quanto alla politica, proseguono invece le polemiche dei trumpiani, circa l’esito delle elezioni presidenziali Usa. Un epilogo davvero poco edificante che non fa certo onore a quella che è stata sinora la più avanzata democrazia del mondo. Speriamo, pertanto, che si ponga presto fine a quest’indicibile querelle. I mercati comunque non se ne danno cura, anzi a vedere i risultati la snobbano del tutto. Loro, come al solito, hanno già archiviato l’era Trump, e guardano avanti. Hanno ben chiaro che il processo di globalizzazione economica proseguirà, con minori conflitti rispetto al recente passato, Sanno anche, però, che i problemi oggi sul tappeto, non scompariranno d’incanto, con l’uscita di scena di Donald Trump. Ci sarà infatti da gestire con moderazione ed equilibrio il nuovo e diverso assetto di potere dell’economia mondiale. Impresa, quest’ultima, tutt’altro che facile. I paesi dell’Occidente non si rassegneranno infatti facilmente a cedere una quota rilevante del potere economico all’Asia ed alla Cina in particolare. Ma aldilà della loro volontà, e dei loro sguaiati strilli, la cessione di potere è già avvenuta nei fatti, e si farebbe bene e prenderne atto, ed a individuare un percorso per mantenere, e magari recuperare, un ruolo di rilievo nel nuovo ordine economico mondiale. Cosa sinora non affatto avvenuta. A tal riguardo, fa davvero specie, ascoltare ancora le deliranti affermazioni di qualche SOVRANISTA NOSTRANO, secondo cui la sconfitta di Trump non significa la fine della loro ideologia e la vittoria del globalismo economico, e che la loro lotta comunque continuerà. Questi improbabili rappresentanti di un Paese indebitato fino al collo, sorretto finanziariamente ormai soltanto dagli acquisti di titoli ad opera della BCE, da loro stessi più volte peraltro bistrattata, sognano ancora ad occhi aperti. A me le loro affermazioni fanno sorridere, anche se, a dire il vero, ci sarebbe solo da piangere, e da preoccuparsi seriamente, soprattutto per le future nuove generazioni.
Ciò detto, andiamo ad esaminare cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima settimana, ha dato confortanti segnali di ripresa, lievita infatti dello 0,57 %, e risale a quota 92,72. I prezzi delle commodities lievitano anch’essi dell’1,8 % in termini reali, e ciò lascia ben sperare circa una ripresa imminente dell’economia globale, magari aiutata dall’arrivo di un efficace vaccino anti-covid. Segnali incoraggianti giungono in tal senso anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano lievita infatti di ben 8 bps, e raggiunge finalmente quota 0,90 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, invece, cresce di soli 2 bps, e raggiunge quota 0,18 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia sino a 72 bps, e ciò costituisce un’ulteriore iniezione di fiducia per la ripresa dell’economia Usa e mondiale. Del mercato azionario, abbiamo già detto. Siamo nuovamente sui massimi storici. L’andamento futuro dipenderà da quanto accadrà nell’economia reale. Se avremo presto un vaccino, l’economia ripartirà ed anche le borse seguiranno.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 21.463
Large Traders : + 13.676
Small Traders : + 7.787
Si riconferma, pertanto, e si assesta , la nuova e storicamente incerta configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state esigue, ossia pari a soli 4.665 contratti. In particolare, i Commercial traders, cedono 1.005 contratti long, e consolidano leggermente la loro abituale posizione di copertura, Net Short. I Large traders, cedono anch’essi 3.660 contratti long, e riducono un po’ la consistenza della loro posizione Net Long. Questa settimana chi acquista sono gli Small traders, che acquisiscono l’intero lotto dei 4.665 contratti long, e consolidano la loro nuova e recente posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, seppur molto esigue nel numero, sembrano voler comunque affermare e stabilizzare il nuovo e recente assetto del mercato dei derivati azionari Usa. Un assetto che in passato non ha mai prefigurato ribassi marcati degli indici, bensì fasi di mercato alquanto incerte e volatili. Ed è ciò che ci attendiamo anche questa volta. Gli indici peraltro sono già sui loro massimi storici. Ulteriori rialzi, se ingenti, non reggerebbero credo alla prova dei mercati, e verrebbero respinti. Insomma una situazione transitoria, in attesa anche delle prime scelte della nuova Amministrazione Biden. Non intravvedo pertanto, al momento, alcun rilevante motivo, per mutare la mia view di fondo, che resta moderatamente rialzista.
Mercato dunque ancora in fiducia, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di questo alquanto travagliato 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra un guadagno dell’1,26 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita dell’11,34 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance del 12,6 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha infatti conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 150 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, non modifico, l’assetto del mio portafoglio, riconfermo cioè il 70 % delle mie posizioni long, ed il 30 % delle mie posizioni short, ossia una posizione Net Long pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS