WALL STREET: mercati più forti dei rischi latenti

Scritto il alle 15:14 da Lukas

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Alla borsa di New York non cambia la configurazione del mercato. Small traders sempre Net Short, e “mani forti” che continuano a dominare. Ed il trend lateral-rialzista, malgrado la stagionalità ed i vari problemi, prosegue.  [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i buoni dati provenienti sia dall’economia Usa, Pil II trimestre + 3 %, che dall’economia dell’eurozona, Pil II trimestre + 2,8 %, hanno ulteriormente rasserenato i mercati finanziari internazionali, facendo abortire, quasi sul nascere, l’embrionale correzione sviluppatasi nelle prime caldissime settimane d’agosto.
Buoni dati che hanno influenzato anche molti settori dello scenario intermarket. In particolare, dopo mesi di marcato down-trend, il dollaro, grazie alla crescita del Pil Usa, riprende un po’ di vigore e sembra voler arrestare la sua preoccupante caduta. Ancor più marcati gli effetti sulle commodities, che rimbalzano del 2,1 %, in termini reali, interrompendo un down-trend in auge da oltre 9 mesi. Stranamente immobile, invece, il mercato obbligazionario. Fermi, infatti i rendimenti dei bond sia in Usa che in Europa. Le yield curve si confermano, comunque, ancora positivamente inclinate, e ciò fan ben sperare per la tenuta futura della ripresa economica fra le due sponde dell’Atlantico. Immancabili, infine, gli effetti positivi sui mercati azionari.

Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P500, rimbalza infatti di un ulteriore 1,37 %, e torna nuovamente a quota 2.476,55, ossia in prossimità dei suoi massimi storici.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 48.889
Large Traders : + 62.756
Small Traders : – 13.867

Trova, dunque, conferma, e si consolida, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in voga ormai da ben 19 mesi. Nell’ultima ottava registriamo, infatti, variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 11.308 contratti. In particolare, i Large Traders, che stanno trainando da lungo tempo e da soli quest’interminabile up-trend, mostrano ancora maggiore fiducia. Acquistano, infatti l’intero lotto degli 11.308 contratti long, e consolidano la loro posizione Net Long sopra le sessantamila unità. Gli Small Traders, invece, continuano a sorprendere, cedono infatti altri 4.354 contratti long, e rafforzano la loro anomala ed insolita posizione Net Short. I Commercial Traders, infine, lasciano fare, cedono infatti altri 6.954 contratti long, e rimpinguano ulteriormente la loro abituale posizione di copertura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, che rafforzano sostanzialmente il dominio dei Large Traders, disegnano nel contempo un’assetto di mercato caratterizzato da una sempre più scarsa partecipazione. La persistente e sempre più marcata posizione Net short del pubblico retail ( small traders ), ne costituisce la prova più evidente. Un siffatto assetto di mercato, ci fornisce indicazioni ambivalenti, e forse contraddittorie, circa gli sviluppi futuri dei mercati azionari Usa e mondiali. Da un lato, infatti, non si può sperare che una sola categoria di operatori abbia da sola, e per lungo tempo, la forza di trainare all’insù il mercato azionario. D’altro canto, però, la persistente posizione Net short costituisce una solida polizza assicurativa avverso storni rilevanti delle quotazioni azionarie, che infatti mancano ormai da quasi 2 anni. Molto probabile, pertanto che nelle prossime settimane assisteremo ad un andamento laterale, e forse solo moderatamente rialzista, così come accaduto negli ultimi 6 mesi, in cui l’S&P 500 è cresciuto solo di un modesto 3,36 %. La mia personale retta di regressione, peraltro, segnala ancor oggi una sopravvalutazione del mercato azionario Usa di circa il 5 %, ma sinora ogni tentativo di riallineamento è miseramente fallito, e ciò testimonia la forza e la solidità dell’attuale mercato.

Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora non negativo per i corsi azionari, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance pari al + 18,4 %. Buona performance, che premia e remunera la mia ottimistica vision, superiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, al + 15,21 %. Una sovra-performance del 3,19 %, che riconferma la fiducia nel nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato sopra esposta, questa settimana, riduco leggermente dall’85 all’80 % le mie posizioni long ed innalzo, nel contempo, dal 15 al 20 % le posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long pari al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

1 commento Commenta
Lukas
Scritto il 4 Settembre 2017 at 16:03

Preciso che la persistente posizione Net short è quella degli Small Traders….. ( indicazione quest’ultima omessa nell’articolo……..probabilmente per un refuso )

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