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WALL STREET: il quadro resta rialzista
Si conferma il quadro da “correzione politica”, con un COT Report che mette in evidenza ancora gli Small Traders in posizione nettamente short e Commercials che non sentono la necessita di coprirsi da grandi rischi. Quindi si torna a salire. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno sorpreso la gran parte degli investitori. Basti pensare che l’S&P 500, dopo un mese ininterrotto di ribassi, è rimbalzato di ben 121 punti ( 4,41 % ), ritornando nuovamente a ridosso dei suoi massimi storici. Forte rimbalzo ascrivibile ai nuovi propositivi di politica monetaria espansiva da parte delle maggiori Banche Centrali. In particolare la FED ha lasciato balenare l’ipotesi di un’imminente ribasso dei tassi Usa. Un ribaltamento di prospettiva clamoroso, visto che, solo 6 mesi orsono, la stessa prefigurava, per il 2019, altri 2 incrementi dei tassi. Evidentemente si sono ravveduti, hanno capito che la situazione dell’economia reale non è proprio quella “rose e fiori” da loro sinora immaginata.
Lascia comunque perplessi e preoccupati come una grande Istituzione Finanziaria possa in così breve tempo ribaltare le proprie posizioni. Sembrano, infatti, non aver le idee chiare, ed andare sostanzialmente a tentoni. Certo hanno la scusante di aver a che fare con Trump, un presidente del tutto imprevedibile, che con la sua politica protezionistica sta ulteriormente indebolendo la già modesta crescita dell’economia globale. L’annunciato ribasso dei tassi, accolto con positivo fragore dai mercati, è comunque un’ammissione di debolezza. Vuol, infatti, dire che si teme un ulteriore rallentamento della crescita economica. Rallentamento auto-inflitto da una sciagurata politica, fatta di dazi e gabelle, che alla fine si rivelerà un vero e proprio boomerang per i suoi stessi autori.
Ma già oggi i danni sono evidenti, come testimoniano i diversi mercati che compongono lo scenario intermarket. Il mercato valutario nell’ultima ottava segnala infatti un consistente deprezzamento del dollar index ( – 1,23 % ) retrocesso a quota 96,54. Potrebbe quindi venir meno uno dei maggiori fattori di stabilità degli ultimi anni. Le commodities, continuano anch’esse a stornare. Nell’ultima settimana – 1,95 % in termini reali. Negli ultimi 2 mesi il calo e ben più consistente, ossia pari al – 7,32 % . Un deprezzamento consistente, il maggiore dal 2015-2016, che lancia cattivi presagi sulle prospettive di crescita dell’economia globale. Il mercato obbligazionario, invece, a sorpresa si dimostra un po’ più ottimista. I rendimenti dei bond decennali americani arretrano, infatti, di 5 bps e raggiungono quota 2,08 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, però, arretrano ancor più, cedono infatti di 7 bps e tornano a quota 1,85 %. La pendenza della yield curve, quindi migliora ulteriormente, ed è oggi pari a 23 bps. Evidentemente si crede ad un imminente ribasso dei tassi Fed, ed ai suoi effetti salvifici. I mercati azionari, come già accennato, l’hanno già scontato il ribasso dei tassi. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, dopo il mega rimbalzo di quest’ultima settimana, quota oggi 2873,34 punti, a meno del 3 % dai suoi massimi storici.
Ciò premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 8.003
Large Traders : + 22.209
Small Traders : – 14,206
Non cambia, quindi, la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni nelle posizioni dei diversi operatori sono pari 15.037 contratti. In particolare, i Commercial Traders, Le MANI FORTI di questo mercato, sempre ben informati, acquistano l’intero lotto dei 15.037 contratti long, e quasi azzerano la loro posizione Net Short. I Large Traders cedono 1.317 contratti long, ma restano ancora, e da soli, in posizione Net Long. Sono, invece, gli Small Traders che cedono ai Commercial la maggior parte dei contratti long, ossia ben 13.720, e che assumono una marcata posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, molto significative, confermano e ribadiscono quanto dai noi espresso in precedenti post. La correzione delle scorse settimane, da me definita “ politica “, ossia non seria, è stata di fatto annullata in sole 5 sedute di borsa. L’attuale assetto del mercato dei derivati azionari Usa, con buona pace dei ribassisti, lascia presagire nuovi massimi storici per gli indici azionari Usa. Ce lo dice l’esigua posizione di copertura delle MANI FORTI.
Queste infatti non ritengono, allo stato. necessario coprirsi. Sanno che ci penserà la FED a fornire loro un’adeguata copertura ai rischi di mercato. Ce lo dice inoltre la posizione estremamente Short degli Small Traders, operatori notoriamente contrarian. Se loro sono così convintamente Short è altamente probabile che i mercati andranno in direzione opposta. Insomma nulla di nuovo, rispetto agli scorsi anni, sotto il cielo dei mercati. Economia reale in crescita moderata, e sempre assistita dalle politiche monetarie espansive delle Banche Centrali. Il pericolo è costituito dalle bizze della politica, ma questa checché se ne pensi ha oggi molto meno potere di un tempo, e può essere facilmente riportata alla ragione. Confermo pertanto la mia view di medio termine, moderatamente rialzista, nei prossimi mesi mi attendo un S&P 500 sopra la fatidica quota dei 3.000 punti.
View moderatamente rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo studio del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/ In questi primi mesi del 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 3,84 %, causata dalla nostra errata posizione short d’inizio d’anno, assunta in assenza di informazioni da parte della CFTC, a causa dello shutdown Usa. Nello stesso periodo il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 10,67 %. Conseguita pertanto una sotto-performance del 14,51 %. Un incidente di percorso, per un portafoglio che negli ultimi 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %. Incidente che non fa, tuttavia, venir meno la fiducia nel mio trading system. Anzi, proprio sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi mesi, di poter progressivamente recuperare l’attuale sotto-performance. A tal fine, in coerenza con quanto sopra detto, questa settimana modifico l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 45 al 70 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 55 al 30 % delle mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long moderata, pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “, può, se vuole,consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
Lukas
nordsudovestest@finanzaonline:
E così anche stavolta la posizione è risultata net long mentre di scendeva, net short mentre si rimbalzava e nuovamente nei long a rimbalzo già avvenuto. Un vero e proprio leit motiv. Mah…
Errata corrige (2) : “mentre SI scendeva” ; “nuovamente neT long…”
nordsudovestest@finanzaonline,
Vedo che fai sempre molta fatica con i numeri……provo a spiegarmi in maniera più elementare possibile:
Scorsa settimana : 55 % di posizioni short…..e 45 % di posizioni Long
Su un portafoglio di 20.000 euro ciò vuol dire 11.000 euro di posizioni short e 9. 000 di posizioni long.
Nel caso di un rimbalzo del 3 % la perdita è pari a 2.000 X 0,03 = 60 euro
Un calcolo da scuola elementare……..
Sì, ma se già la settimana scorsa la posizione fosse stata quella attuale, si sarebbe avuto un guadagno di 150 €…ossia +210 rispetto al -60. Come avrebbe detto Catalano, sarebbe stato meglio, no ? 🙂 Ma al di là di questo, l’incongruenza stava nelle ragioni che hanno portato al net short MENTRE appena poche righe sopra, nel commento, si continuava ad affermare che il quadro si manteneva rialzista. E’ questo che si è capito poco…e non è affatto la prima volta che c’è tale distonia tra le premesse teoriche e le conclusioni operative. Tutto qui. Saluti.
E così anche stavolta la posizione è risultata net long mentre di scendeva, net short mentre si rimbalzava e nuovamente nei long a rimbalzo già avvenuto. Un vero e proprio leit motiv. Mah…