WALL STREET: ancora quadro di attesa, ma qualcosa si muove

Scritto il alle 15:09 da Lukas

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La chiusura di venerdi non deve lasciarci indifferenti. Permane ancora un quadro di indecisione ma facciamo attenzione. Analisi intermarket e del solito COT Report del CFTC. [Guest Post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali sono stati caratterizzati dalle reazioni, davvero molto emotive, seguite alla comunicazione delle nuove ed ulteriori misure di politica monetaria assunte dalla BCE, ritenute, evidentemente, molto inferiori a quelle che erano le attese e le aspettative della vigilia.

Lo scenario intermarket, in particolare, ha espresso, molto chiaramente il segno delle reazioni dei mercati. In primo luogo, il dollar index ha festeggiato lo scampato pericolo di una politica monetaria ultra espansiva ad opera della Bce, stornando complessivamente dell’1,7 %. Particolarmente violenta la reazione registratasi sul cambio euro/dollaro ritornato in poche ore nei pressi di quota 1,09. Apprezzamento, quest’ultimo, che toglie alla Yellen ogni alibi per procedere, con serenità, dopo molti anni, al primo aumento dei tassi sui Fed funds Usa. Lo storno della valuta Usa, tuttavia, ha acuito e reso ancor più evidente la debolezza ormai strutturale delle quotazioni delle commodities che perdono, in termini reali, un ulteriore 0,9 % del loro già esiguo valore.

Storno cumulativamente pari al -17 % nell’ultimo anno, che testimonia della bassa crescita su scala globale, e che dimostra nel contempo della sostanziale inefficacia delle politiche monetarie sull’economia reale. Notevoli, invece, le reazioni registratesi sul mercato obbligazionario. In particolare, i compressi rendimenti dei bond europei sono immediatamente schizzati di oltre 20 bps, sicchè oggi il bund tedesco segna un tasso dello 0,68 %, mentre il BTP italico risale sino a quota 1,65 %. Più contenute, invece, le reazioni sui titoli decennali Usa, i cui rendimenti crescono di soli 6 bps, riportandosi a quota 2,28 %. La delusione europea per l’annuncio di Draghi è comunque maggiormente visibile sul mercato azionario. Tutti i maggiori listini del Vecchio Continente stornano infatti dal 2 al 4 %, mentre il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, registra, una impercettibile crescita dello 0,08 %. Reazioni emotive, e credo irrazionali, visto che in Europa si sono comunque ampliati gli stimoli monetari, mentre negli Usa ci si appresta a restringerli. Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 1.931

Large Traders : + 4.494

Small Traders : – 2.563

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Pur rimanendo in uno stato di assoluta incertezza, cambia ancora la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Anche in questo caso siamo di fronte ad una assoluta novità, poiché la configurazione odierna non si è mai registrata negli ultimi 6 anni. Esigue, ma significative, le movimentazioni che si registrano fra i diversi operatori, pari a soli 2.246 contratti. In particolare, in quest’ultima ottava, i Commercial Traders cedono l’intero lotto dei 2.246 contratti long, e dopo molti mesi, invertono la loro posizione e si riportano, seppur di misura, in posizione Net Short. I Large Traders, invece, acquistano altri 1.673 contratti long e rafforzano la loro ancora tenue posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, acquistano i restanti 573 contratti long, ma permangono ancora nella loro eccezionale ed anomala posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, confermano l’assoluta incertezza del momento, con tutti gli operatori ancora posizionati di fatto intorno alla linea di demarcazione dello zero. Tuttavia, seppur non eclatante e decisa, non sottovaluterei l’inversione operata in settimana dai Commercial Traders, soprattutto se considerata in associazione all’anomalo permanere in posizione Net short degli Small Traders. Dopo il sostegno ricevuto negli ultimi mesi, i mercati azionari Usa ci appaiono, infatti, sopravvalutati nel breve almeno di un 5-6 % rispetto agli attuali valori.

Considerato altresì le probabili turbolenze indotte dell’imminente primo rialzo dei tassi Usa, non escluderei il registrarsi di nuovi vuoti d’aria sui listini azionari americani. Un futuro, che si preannuncia quindi ancora molto volatile ed incerto, che cercherò comunque di tradare con il mio originale trading system, debitamente ritarato per fronteggiare l’incerto futuro, ma sempre ancorato alla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, la performance annua del mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, risulta pari al + 19,33 %. Dopo una lunga rincorsa risulta pertanto premiata la nostra fiducia nell’approccio adoperato, poiché la performance risulta nuovamente superiore di 1,18 punti percentuali rispetto alla performance conseguita, nel contempo, dal nostro benchmark nazionale, il Ftse All Share, pari al + 18,15 %. Ritenendo emotiva ed irrazionale la reazione registrasi sui listini europei nell’ultima settimana, riconfermo coerentemente la mia esposizione long sull’equity italiano. Chi voglia, comunque, ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se lo desidera, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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