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ITALIA: Un paese per poveri vecchi (e giovani in fuga)
Problemi strutturali come la crisi demografica correlata con il debito pubblico. Cosa si sta facendo di concreto per invertire questa drammatica tendenza?
Il 2019 si è presentato come un anno molto complesso e con una serie di grandi incertezze delle quali non possiamo conoscere l’esito. Il tutto all’interno di un ciclo economico che sembra ormai maturo e decisamente indebolito.
Sicuramente le banche centrali hanno avuto un effetto “disruptive” sulla crescita, e in molti temono il cosiddetto “rovescio della medaglia”, non sapendo cosa potrebbe comportare la cosiddetta “exit strategy”.
Ma tutto questo fa parte di quel capitolo che ha come fattore comune proprio quella parola, incertezza.
Intanto però ci sono dei macrotrend, di cui vi ho già parlato in passato, che rappresentano in realtà un problema che va oltre al semplice ciclo economico.
Immaginatevi un’auto che, in un percorso definito, accelera quando le condizioni della strada sono ottimali, ma rallenta e fatica quando il percorso si fa più complicato.
Però la stessa auto, col tempo si logora e questo fattore condiziona il suo andamento sia in condizioni ottimale che più impervie.
Lo so, ragionamento banale ma vi aiuta a capire la criticità del fattore DEMOGRAFICO.
Un paese per vecchi, ma non solo il nostro
Il mio primo pensiero va subito all’Italia. Infatti, per chi non lo sapesse, l’Italia è il primo paese al mondo che va a registrare il sorpasso degli over 65 sugli under 15, uno Stato dove gli over 65 sono tuttora oltre il 22% della popolazione, mentre nel resto dell’UE tale percentuale resta al 19%.
Ma non solo, il percorso italiano sembra veramente irreversibile e drammatico. Siamo uno dei paesi con la più bassa incidenza delle nuove generazioni: la quota delle persone fino a 25 anni dal 1926 al 2017 è scesa dal 49% a poco più del 23%.
Resta facile quindi immaginarsi cosa sto per dirvi.
L’Italia è diventato il secondo paese più vecchio del pianeta con un “indice di vecchiaia”, cioè il numero di persone con più di 65 anni di età come proporzione rispetto a quelle con meno di 15 anni di età che ormai è a livelli impressionanti. Al 1° gennaio 2018, in Italia ci sono 168,7 anziani ogni 100 giovanissimi. (Source)
Immaginatevi il futuro, immaginatevi chi genererà PIL e reddito, da cui attingere per pagare le imposte e quindi poi pagare le pensioni. Un rapporto tra popolazione attiva e in quiescenza che è destinato a decollare. Ah già, come dimenticare poi, per rincarare la dose in modo preoccupante, il fardello del debito pubblico?
Oggi ben oltre il 131%. E non è un caso che non riesca a scendere. E non è così scontato che in futuro riuscirà ad invertire la sua tendenza.
Esiste un chiaro parallelismo tra demografia e debito pubblico in Italia. E quindi non vi sorprenderà sapere che il 17% del nostro PIL finisce in pensioni.
Il tutto con un popolazione attiva sempre più bassa
Inoltre già nell’immediato ci ritroviamo con un’Italia cresce poco, meno degli altri paesi Ue, lo 0,2% appena in questo 2019, cominciato sotto il segno della recessione tecnica. E non ve lo dico io, le avete lette tutti le stime della Commissione Ue o quelle più “generose” della Banca d’Italia.
Crescita quindi correlata alla demografia.
(…) 60 milioni 391mila abitanti al 1° gennaio 2019, 93mila in meno dell’anno precedente, una diminuzione che va avanti da quattro anni. Aumentano gli anziani sopra i 65 anni, 13,8 milioni, il 22,8% della popolazione (560mila in più rispetto al 2015) e partono, verso l’estero, 160mila persone nel 2018 (soprattutto giovani, con buon titolo di studio e doti di vivace intraprendenza, per trovare altrove migliori condizioni di lavoro e di vita), il 3,1% in più che nel 2017, mentre dall’estero sono arrivate 349mila persone, l’1,7% in più dell’anno precedente. In percentuale, dunque, sono più quelli che se ne vanno di quelli che arrivano, un segnale preoccupante di minore attrattività del nostro Paese. (…) [Source]
Un paese per poveri vecchi, dove i pochi giovani che nascono non vedono prospettive e fuggono all’estero, condannando il paese ad una più rapida eutanasia.
E all’estero ci sono più prospettive? Si, anche perchè altrove si ha la percezione del problema. In Italia si? E cosa si sta facendo per cambiare le cose?
E visto che voglio dirvela tutta, la nuova tendenza demografica non è un fenomeno solo Italiano, ma vede protagonista le cosiddette “economie sviluppate”. Però all’estero, evidentemente, qui qualche prospettiva in più, c’è…
STAY TUNED!
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Secondo te è solo questo il problema?
Tutto qua.
Er debbbito pubblico.
Ah corrruzione non lai detta?