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Banca CARIGE: e adesso cosa succede?

Scritto il alle 08:45 da Danilo DT

Pensieri a voce alta sul futuro della banca ligure che si trova a rischio bail in ma che con l’intervento pubblico, si ritrova con la garanzia dello Stato. Ma il Governo del Cambiamento non aveva detto “mai più aiuti alle banche”?

In molti mi avete chiesto, via email, un parere sula vicenda ce sta tenendo sulle spine molti risparmiatori, ma anche le principali istituzioni italiane. MI riferisco a Banca CARIGE.
La domanda che mi viene posta più spesso è ovviamente: che fine farà CARIGE?
Beh, tanto per cominciare potremmo dire che chi ben comincia (l’anno) è a metà dell’opera. E questo 2019, per le banche italiane, è partito col botto. O forse una banca ha fatto il botto.
Si, perché è una vera bomba la decisione della Banca centrale europea di commissariare appunto Banca Carige, sostituendo il CdA con tre commissari straordinari e un comitato di sorveglianza, nominati dalla stessa Bce.
Il messaggio che lancia Francoforte è forte: “assicurare che la banca ripristini il rispetto dei requisiti patrimoniali in modo sostenibile”.
Quindi nessuna fiducia su chi l’ha finanziata ed amministrata.
E non è infatti un caso che Carige ha “bruciato” diversi aumenti di capitale: solo negli ultimi tre anni con ricapitalizzazioni (2014-2017) si è praticamente fumata € 2,7 miliardi.
E oggi in borsa quanto capitalizza? Ben 100 milioni di Euro. Quindi un nulla!

E pensate che l’ultimo aumento di capitale è stato proposto qualche mese fa dall’uscente CdA per 400 milioni di Euro.
I famosi requisiti BCE ovviamente sono tutti saltati e la banca non sta più in piedi. Ma non è proprio una banchetta piccola, questa Carige…
Torniamo quindi alla domanda originaria.

CARIGE: ma ora che succede?

Alla fine riecco che salta fuori il sostegno pubblico. Proprio ieri sera, a seguito di contatti informativi con Bruxelles per verificare la fattibilità della cosa,  ecco il primo decreto legge “salva-banche” dell’era del Governo del cambiamento, con una bella garanzia statale sulle nuove emissioni di strumenti di liquidità. L’iter è quello già visto per Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Ma non solo. Nel provvedimento ci sono anche le garanzie aggiuntive “salva sedere comunitario”. E forse è questo che ha permesso l’apertura al sostegno pubblico. Lo Stato Italiano ma messo una bella garanzia sui finanziamenti straordinari erogati da Bankitalia/Bce (il cosiddetto Ela, Emergency liquidity assistance). E poi, tanto per aggiungere un po’ di carne la fuoco, sempre lo Stato italiano avrà la possibilità di mettere a disposizione risorse fresche per un’eventuale ricapitalizzazione. Insomma, Banca Carige ha bisogno di ricapitalizzare. Ed in ultima istanza, ci penserà lo Stato italiano. Modello MPS, contro ogni previsione (del cambiamento).

Ma non era il governo “del cambiamento”?

Riprendetevi le dichiarazione di politici gialloverdi. «Stop ai soldi pubblici alle banche, mai più un’altra MPS ».
Detto, fatto.

Poi, per carità, tutto può avere una logica per tenere in piedi la fiducia anche nei confronti del mondo bancario italiano. Ma il Governo, ancora una volta, si è smentito.
Che ne sarà dei possessori del bond subordinato? Darei come molto probabile la conversione del bond subordinato in azioni. Ma questo non basterà. Quindi, cari amici, bisognerà cercare un partner o un acquirente, alla fine.
Già, ma chi se la compra Carige? In queste condizioni credo proprio nessuno. Ed ecco quindi che riappare lo spettro delle banche venete.
In sintesi, ci sarà l’intervento del settore pubblico che potrebbe contribuire alla causa con un’iniezione di liquidità, e poi seguirà una cessione dei crediti deteriorati in pancia.

Rischio Bail-in?

Con la garanzia dello Stato, esiste ancora un “rischio bail in”? Al momento sembra non l’ipotesi principale, ma è anche vero che se venisse deciso, ce lo comunicano il giorno dopo, non di certo il giorno prima. La cosa che mi rasserena è il fatto che il commissariamento è di per se un provvedimento che mira proprio ad evitare il bail in: è una misura preventiva descritta dalla direttiva europea BRRD. E la garanzia pubblica lo conferma.

(…) Secondo la direttiva europea Bank Recovery and Resolution Directive (Brrd), il commissariamento fa parte di quelle misure di intervento tempestivo (“early intervention”) volte a evitare la procedura di risoluzione, che a sua volta può comportare il bail-in di alcuni strumenti finanziari emessi dalla banca, secondo il noto ordine: azioni, obbligazioni subordinate, obbligazioni ordinarie, depositi (oltre i 100 mila euro). (…) [Source

STAY TUNED!

Danilo DT

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3 commenti Commenta
alplet
Scritto il 8 Gennaio 2019 at 14:52

A proposito di banche italiane qui il riassunto di Cottarelli: https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-pachidermi-e-pappagalli-quanto-ci-e-costato-il-salvataggio-delle-banche

paolo41
Scritto il 9 Gennaio 2019 at 19:53

Danilo,
Carige nella situazione attuale non è vendibile a meno che non sia arricchita di una “dote” cospicua che le permetta di portare avanti una profonda ristrutturazione che passi attraverso la drastica riduzione degli NPL, degli organici e delle retribuzioni (management in particolare).
E’ più verosimile l’ipotesi di una nazionalizzazione tipo MPS con un intervento di capitale da parte dello Stato. Quello che mi sembra certo è che quanto avvenuto è stata una manovra coordinata da BCE con Banca D’Italia alla quale il governo ha solo …… posto la firma.

alplet@finanza,
molto interessante lo scritto di Cottarelli scevro di polemiche e di accuse a differenza dei nostri attuali governanti che aprono sempre la bocca a sproposito e su ogni questione non perdono mai l’occasione di fare propaganda elettorale e di scaricare le colpe sui precedenti governi, che, comunque, diciamo la verità, qualche magagna l’hanno fatta pure loro…..

paolo41
Scritto il 10 Gennaio 2019 at 18:31

ho avuto occasione di leggere su facebook i 10 punti di Di Maio su Carige !!!!!
sproloqui da incompetente che dimostrano ancora una volta che non è professionalmente all’altezza del ruolo che ricopre; d’altra parte un giovane di 32 anni che non ha esperienze di scuola o lavoro non può, tutto d’un colpo, diventare un tuttologo di economia, finanza, dello sviluppo industriale e del lavoro…. mi sembra il famoso pifferaio ma mi meraviglio di quella massa di plagiati che, come i topi della favola, lo seguono e difendono e sostengono i suoi insussistenti proclami……

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