ITALIA: rating e bocciature. E adesso che succede?
In queste settimane, abbiamo avuto modo di vedere esplodere il “braccio di ferro” tra l’Italia, o meglio chi oggi la governa, e il sistema.
Con sistema intendo nella fattispecie tutto quanto rappresenta l’Unione Europea, compresa la banca centrale, la BCE.
Proprio quel sistema che non si fida del progetto politico italiano in quanto:
- E’ presente una RETROMARCIA SU RIFORME. Bruxelles ritiene che per rafforzare la crescita serva una strategia “globale di riforma”. Ma contesta quella della manovra, perché le misure “indicano un chiaro rischio di retromarcia su riforme adottate in linea con le raccomandazioni Ue”. L’abolizione della Legge Fornero “fa retromarcia sulle riforme precedenti che puntellano la sostenibilità del debito”, il condono “può scoraggiare la già scarsa conformità al fisco, implicitamente premiando comportamenti non conformi” e “la riduzione delle tasse sulle imprese che investono sono disinnescate dall’abolizione delle agevolazioni fiscali”.
- CRESCITA TROPPO OTTIMISTA. L’Italia prevede di ridurre il rapporto debito/Pil ma la sua stima “è soggetta a larghi rischi al ribasso, visto che si basa su proiezioni di crescita ottimistiche, privatizzazioni dello 0,3% del Pil all’anno dal 2019 al 2021 e l’attivazione delle clausole di salvaguardia nel 2020 e 2021”.
- DEBITO SALE. “L’Italia non rispetterà il benchmark di riduzione del debito né nel 2018 né nel 2019” in base alla manovra presentata. La deviazione senza precedenti del deficit strutturale è pari a 1,4% del Pil. Questo non solo vuol dire che rischia l’apertura di una procedura per debito eccessivo, che può portare tra diversi mesi anche a sanzioni pecuniarie, ma non è protetta in caso di shock macroeconomici. Inoltre, aumenta il fardello che pesa “sugli standard di vita delle future generazioni”. (Source)
In questa sede non voglio esprimere giudizi, ma intendo invece rispondere a quanto in molti mi hanno chiesto e orse si stanno chiedendo.
“OK, l’UE ha bocciato il nostro DEF, Moody’s ci fa fatto il downgrading, S&P ci ha cambiato l’outlook. Ma adesso…che succede?”
In effetti è una domanda più che difendibile, proprio perché, alla fine, la pelle è la nostra.
Quindi, a novembre, cosa dovremo aspettarci?
L’iter è spiegato in modo molto chiaro da questa infografica.
Come vedete il calendario è decisamente fitto e al suo interno trovate anche la fine del QE che potrebbe rappresentare per l’Italia un problema, soprattutto a livello psicologico nel breve periodo. Intanto però, se il governo gialloverde farà fede alle sue intenzioni, a gennaio arriverà la procedura di infrazione. E in molti non sanno cosa significa.
In realtà questa procedura è abbastanza complessa, e anche in questo caso, un grafico di AnsaCentimetri può essere di grande aiuto per sintetizzare il tutto.
Direi interessante e per certi versi nemmeno troppo invasivo. Peccato che tutto questo potrebbe essere propedeutico ad una seconda importante e, permettetemi, drammatica situazione: il Commissariamento.
In altri termini, quanto è realistica l’ipotesi dell’arrivo della Troika nei prossimi 24 mesi?
Ai posteri l’ardua sentenza, ai nostri posteriori l’ardito dolore…. intanto eccovi, sulla scala delle principali società di rating, la nostra posizione.
STAY TUNED!
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…a titolo di pacata conversazione, se ho capito bene e non sto prendendo una cantonata l’operazione 20% sostanzialmente non farebbe altro che riportare in Italia la parte di debito pubblico tuttora in mano agli operatori esteri; la differenza sarebbe già nei portafogli di operatori italiani.- Quanto ai tassi non vedo sostanziali variazioni in prospettiva (a meno che Tria non proceda ad allungare la scadenza media) in quanto verrebbe tecnicamente a mancare la pressione estera sullo spread (beninteso rimarrebbe quella interna).- Difficile da parte mia ipotizzare la fattibilità dell’ipotesi, che a mio parere ha un sapore provocatorio di carattere sia politico-sociale oltre che geo-economico, per esercitare pressioni sull’elettorato italiano in un momento in cui stanno emergendo delle crepe nella compattezza del governo.- Si avrebbero forti reazioni politico-sociali interne ad una manovra la cui pesantezza è semplicemente improponibile in tempi brevi, ma che in ipotesi richiederebbe tecnicamente diversi anni per essere portata a termine con gradualità.- Ma poi che senso avrebbe un pesantissimo 20% quando basterebbe “avviare un rientro” verso livelli più sopportabili e con meno sacrifici…non credo che il duetto dei felici fidanzatini sia già stanco di “governare”.-
Caro, Danilo,articolo interessante, per me, le prospettive del “gioco” sono 2 :
la prima è che si prospetta l’apocalisse Italia per far scendere i bonds per abbassare il cet 1 sopratutto di Intesa, Ubi, ed Unicredit (non è un mistero che ad es. Soc.Generale vuole papparsi ciò che resta di Intesa ).La seconda è molto più preoccupante :” un fondo “salva-Stato” tutto italiano, finanziato con il risparmio degli italiani attraverso speciali titoli di Stato di solidarietà sottoscritti forzatamente dai risparmiatori nella misura del 20% del proprio patrimonio netto: così l’Italia, attingendo alla ricchezza degli italiani, può risolvere il problema dell’elevato debito pubblico ed abbassare lo spread senza aiuti esterni, senza ricorrere all’Esm (European stability mechanism) e «senza chiedere l’intervento dei contribuenti europei» o della Bce. È questa la provocatoria, ma ampiamente argomentata, proposta lanciata oggi sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung da Karsten Wendorff, economista di punta della Bundesbank responsabile per il dipartimento delle finanze pubbliche nella banca centrale tedesca.” E’ i nostri risparmi che vogliono depredarci ed anche senza fatica: una difesa spostare la residenza extra Eu e soldi in banca extra Eu .Saluti Walter.
fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-10-27/il-piano-bundesbank-dimezzare-debito-italiano-155112.shtml?uuid=AECNJyWG&refresh_ce=1