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Il G20 di Buenos Aires può (e deve) diventare un momento storico
Per molti il G20 di Buenos Aires è il classico Meeting da cui si otterrà nulla di che. Un’occasione per i leader del 20 principali paesi del globo per fare due parole e magari godersela un po’.
Ma questa volta mi auguro che il G20 abbia una forte importanza. Proprio come quel G20 fatto 10 anni fa, a Washington.
Probabilmente voi nemmeno ve lo ricordate questo G20. Era stata la prima volta in cui praticamente “il mondo che conta” si è riunito con questa formula. E sicuramente la maggior parte di voi si ricorda cosa stava succedendo in quel periodo. La situazione era addirittura più problematica. C’era la crisi subprime, c’era la crisi della liquidità, l’Euribor decollava, le banche non si fidavano più l’una dell’altra. Era necessario un intervento coordinato GLOBALE. E fu così che nacque il QE in USA e poi in Giappone e poi in Europa.
E’ stato, quello del G20 di Washington, un momento fondamentale per l’economia ed il mercato.
Oggi, 2018, nuovo G20 a Buenos Aires. Manco a dirlo il discorso sarà tutto incentrato sul rischio frenata dell’economia globale e soprattutto sul problema dei dazi rispolverato da Donald Trump.
Quindi, cari amici, mi pare ovvio che anche in questo G20 il livello di attesa si fa MOLTO forte. Tanto che tutto il mondo, secondo me, starà in stand by fino a dicembre. Infatti sarà venerdi 30 novembre la fatidica data.
Cosa mi aspetto dal G20? Soluzioni definitive? No, andrebbero sicuramente deluse. E’ fondamentale iniziare a studiare delle bozze di accordo, in primis tra USA e Cina. Il mercato nell’ultimo mese sta temendo una frenata globale anche legata all’arrivo del nuovo protezionismo. E probabilmente già sconta troppa negatività. I mercati ora hanno bisogno di certezze, o quantomeno di segni chiari di buona volontà. USA e Cina si sono sempre lanciati grosse minacce ma non si sono mai seduti ad un tavolo per trattare. Gli USA ora hanno imposto dazi per il 10% dell’export cinese (pari a circa 200 miliardi) ma stanno minacciando un ben più aspro 25% su tutto l’export cinese destinato agli USA.
Ma non solo. Dopo la Cina ci sarà l’Europa e poi chissà chi altro (recentemente gli USA hanno raggiunto un accordo bilaterale con un paese tutt’altro che poco importante, ovvero con la Samsung, ops, scusate, la Corea del Sud). Ed è questo che sta demolendo i mercati. La mancanza di certezze che porta speculazioni, vendite, panico.
Ultimo tema, non meno importante, è quello dell’ impatto climatico che però rischia di passare in secondo piano.
Non sottovalutate questo G20, potrebbe essere il vero fautore del fatidico “Rally di fine anno”. Oppure del “De profundis”. Staremo a vedere.
STAY TUNED!
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finalmente un presidente americano che ha cominciato a combattere la Cina con un atteggiamento meno arrendevole rispetto agli anni precedenti. Trump sta solo e soltanto riequilibrando una situazione insostenibile. Ergo, i cinesi devono crearsi la loro domanda interna per le loro cianfrusaglie copiate da noi europei e dagli americani.