WALL STREET: le “mani forte” protette da Trump prendono il dominio
E’ chiaro che i grandi investitori tornano a dominare, coscienti del fatto che hanno il sostegno di Donald Trump il quale ha promesso una forte defiscalizzazione nei loro confronti. Andare contro alle mani forti non è certo consigliabile. Solita analisi del COT Report. [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno ribadito e confermato lo scenario estremamente positivo degli ultimi mesi. In particolare, il mercato azionario americano, galvanizzato dalle promesse di un’imminente e “fenomenale” riforma fiscale, continua imperterrito a stabilire nuovi record storici, lasciando letteralmente di stucco i molti che, già da mesi, lo considerano in bolla.
Lo scenario intermarket, peraltro, sembra voler assecondare il bull market azionario Usa con un andamento del tutto unidirezionale. Infatti, non lievitano solo i valori dell’equity, bensì all’unisono i valori di tutte le asset class. In particolare, nell’ultima ottava, registriamo una ripresa delle quotazioni del dollar index, che si apprezza dello 0,9 %, tornando sopra quota 100. Il rialzo del dollaro non ostacola e non impedisce il concomitante apprezzamento delle quotazioni delle commodities, che crescono, anch’esse, dell’1,6 %. Nel movimento prettamente unidirezionale cresce contraddittoriamente anche il valore dei bond. I rendimenti dei bond decennali Usa, arretrano, infatti, di 8 bps e tornano a quota 2,41 %. Stessa sorte per il bund decennale della Germania, i cui rendimenti stornano di 9 bps, arretrando sino a quota 0,32 %. Diversa, invece, la situazione per i BTP Italiani, i cui rendimenti stazionano a quota 2,26 %, ampliando di conseguenza lo spread con i rendimenti del Bund, che raggiunge quota 194. Ma, come anticipato, sono i nuovi record dei mercati azionari Usa che guadagnano, credo a ragione, le prime pagine dei media. Per tutti, segnaliamo i record del nostro benchmark azionario, l’S&P 500, che per la prima volta valica quota 2.300 e termina l’ottava ai suoi nuovi massimi storici, ossia a quota 2.316,10.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 13.284
Large Traders : + 14.043
Small Traders : – 759
Si riconferma, pertanto, la configurazione del mercato dei derivati azionari, che da quasi un anno accompagna questo eccezionale bull market dell’equity Usa. Nonostante la riconferma, nell’ultima ottava, si sono registrate variazioni significative nelle posizioni nette dei vari operatori, pari a 16.573 contratti. In particolare, gli Small Traders, confermando il loro proverbiale atteggiamento contrarian, continuano a non fidarsi dell’attuale bull market, cedono infatti altri 559 contratti long e continuano, evidentemente a torto, a stazionare in posizione Net Short. I Large Traders, che com’è noto agiscono secondo strategie trend following, in quest’ultima ottava, hanno stranamente registrato anch’essi delle vertigini da alta quota, cedono infatti ben 16.014 contratti long e dimezzano la consistenza della loro precedente posizione Net Long. I Commercial Traders, ossia le vere “ Mani Forti “ di questo mercato, probabilmente ben informati sui prossimi provvedimenti in materia fiscale dell’Amministrazione Trump fanno, invece, man bassa di acquisti, rastrellano infatti l’intero lotto dei 16.573 contratti long, e riducono consistentemente la loro abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, pur non mutando la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa sono, a mio avviso, molto importanti e significative. Esse, ci dicono, infatti, che allo stato il mercato è nel pieno controllo delle “ Mani Forti “, e che le stesse sostengono, essendone i principali beneficiari, i propositi di deregolamentazione e di riforma fiscale ( alias meno tasse ) della nuova Amministrazione Trump. Certo il ritmo dell’attuale up-trend sembra anche a me un po’ eccessivo, ma il mercato, passato questo momento di particolare euforia, potrà successivamente mitigarlo e correggerlo. Per il momento, però, come già detto, in miei precedenti post, non mi sembra saggio comportarsi come gli small traders ed assumere posizioni contro trend.
Futuro che si prospetta, pertanto, al momento, ancora positivo, che cercherò, come al solito, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Nei primi 40 giorni del nuovo anno il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva pari al + 0,34 %. Performance esigua, ma ben superiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al – 1,42 %. Una sovra-performance dell’ 1,76 %, che ci dà nuove conferme sulla bontà del nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra- performance media annua pari al + 20,8 %. In perfetta coerenza con l’analisi sopraesposta e con la mia positiva view d’ordine generale, questa settimana, riconfermo la mia esposizione sul mercato azionario italiano, costituita dall’85 % di posizioni long, e dal 15 % di posizioni short, ossia da una posizione Net long pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.