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#SCOTEXIT: nuova patata bollente per Londra. E dopo toccherà all’Irlanda
E adesso il gioco si fa duro ed interessante. Nei post precedenti (con commenti di sicuro livello che hanno sicuramente basi critiche che non possono essere sottovalutate) abbiamo parlato della Brexit, di quello che comporta e di come la stessa Gran Bretagna sta cominciando a prendere coscienza che, forse, Brexit non è poi così bello e che qualcosa di invasivo potrebbe cambiare sul serio. La prima reazione l’abbiamo vista sulla sterlina, ma non è solo una questione valutaria.
LONDRA (Reuters) – Unilever e Tesco sono in deciso calo alla Borsa di Londra a causa della guerra sui prezzi scatenata dopo il crollo della sterlina post referendum sul Brexit. I primi effetti negativi della decisione di lasciare la Ue stanno emergendo nei confronti dei consumatori. Il più grande rivenditore retail britannico Tesco ha deciso di ritirare decine di prodotti a brand Unilever dal proprio sito web a seguito di un contenzioso sui prezzi legato alla debolezza della valuta britannica. Unilever ha reso noto di essere sulla strada per centrare gli obiettivi per l’intero anno, ma i risultati sono stati offuscati dalla disputa con Tesco. Unilever ha tentato di aumentare i prezzi su diversi prodotti di circa il 10% a seguito del balzo dei costi delle materie prime importate.
Abbiamo anche parlato di banche ed inflazione. La cosa che vi invito a fare è riprendervi queste analisi CLICCANDO QUI.
La cosa sorprendente è che poi, alla fine, la stessa May, primo ministro che qualcuno ha avuto il coraggio di paragonare alla Thatcher, paragone quantomai improprio per carisma e capacità, non fa altro che dire e contraddire, con uno stato confusionale che mette a nudo una situazione molto difficile. Si stanno rendendo conto della frittata fatta, per certi versi non possono tornare indietro e l’unica cosa che possono fare, ora, è cercare di limitare i danni con degli accordi con Bruxelles il meno restrittivi possibile. Cosa che l’UE, abbastanza irritata dalla Brexit stessa, all’apparenza non è disposta a discutere.
Quindi Londra punta secondo me alla Soft Brexit, l’UE è decisa per l’hard Brexit.
In questo teatrino, poi, spunta quel problema che già avevamo ipotizzato e che si sta manifestando. Signori, non ci sbagliavamo. La Brexit avrebbe scatenato anche in Gran Bretagna dei movimenti populisti che mirano, a questo punto, alla secessione. La prima a venire fuori è la Scozia. Nuovamente. E fu così che nacque l’hashtag #Scotexit.
La «first minister» Nicola Sturgeon lo aveva promesso e ora lo ha fatto: la Scozia formalizza la minaccia di un secondo referendum dopo quello del 2014 per conquistare l’indipendenza dal Regno Unito. A guidare la carica di Edimburgo è stata oggi proprio Sturgeon, leader degli indipendentisti, che ha annunciato la presentazione entro la settimana prossima di un disegno di legge locale per la convocazione di un secondo referendum dopo quello perduto dal suo partito Snp nel 2014. Si tratta di un primo passo legale attraverso il quale gli scozzesi, che hanno votato in maggioranza per restare nell’Ue, si riserverebbero il diritto di chiedere una nuova consultazione in risposta all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. (Source)
Se la Scozia è arrivata ad avere un 55/45 di risultato in tempi dove non si metteva ancora in dubbio la presenza della Gran Bretagna nella UE, quale sarebbe il risultato oggi? E se vincesse la Scotexit, quali sarebbero le conseguenze. E sopratutto sarebbe fattibile e permessa tanto agilmente da Londra? Altro che Euro-disgregazione. La prima a polverizzarsi potrebbe essere proprio la Gran Bretagna e la sua Union Jack.
La Brexit poteva avere effetto anche sul populismo degli altri paesi dell’Eurozona. Intanto però, adesso, ci sarà da divertirsi, anche perchè la Scozia, è noto, non vuole lasciare l’UE. E attenzione, dopo la Scozia sarà il turno dell’Irlanda del Nord che chiederà magari l’annessione all’Eire. Una serie di patate bollenti che manderanno in tilt la May e tutto il suo entourage. A proposito, Farage e Johnson, dopo aver contribuito in modo determinante alla Brexit (anche se l’errore politico più catastrofico lo dobbiamo accollare a Cameron) che fine hanno fatto? Ormai hanno ruoli di ripiego. Hanno buttato il sasso e poi si sono nascosti, perchè hanno capito che alla fine hanno agito CONTRO l’interesse della Gran Bretagna. Lamentiamoci pure dei nostri politici, ma provate a guardarvi intorno e capirete che tutto il mondo è paese.
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l’economia italiana zoppica nell’euro perchè non possiamo più fare le svalutazioni competitive ?
invece UK importa solo e la svalutazione dell £ è venefica ?
mah, io non capire … forse UK importare solo …
andrea4891@finanzaonline,
Immagino sia una provocazione.
Solo la Colombia fa peggio ( con un pil del 10% rispetto a UK )
http://it.tradingeconomics.com/united-kingdom/current-account-to-gdp
e Turchia e Australia non sono vicini con il -4,5%.
A volte un eccessivo sbilancio delle partite correnti è più deleterio del vantaggio per un paese importatore di avere una valuta forte.
http://orizzonte48.blogspot.it/2016/02/brexit-delirium-il-fantasma-molto-vivo.html
Certo, stavo cercando proprio ieri il tuo commento (ma non l’ho trovato).
Se non ricordo male era proprio in conseguenza dell’eventuale uscita dell’Italia dall’UE. Spero proprio che tu abbia ragione.
la logica dice che la merkel non si sposterà di un millimetro e che i poteri economici che hanno interesse a mantenere lo status quo non avendo interesse che si realizzi che uscire dall’euro conviene eserciteranno delle pressioni con i mezzi dei quali dispongono, che ovviamente non ho gli strumenti per quantificare, e nemmeno per mettere a fuoco.
Domanda: se la svalutazione della sterlina di quest’anno crea così tanti problemi a Tesco/Unilever, perchè nel 2008, anno in cui la svalutazione sia contro EUR che contro USD era stata molto maggiore, non c’erano stati gli stessi problemi?
Danilo, sai che mi stai facendo aumentare la speranza nell’unica via di salvezza? Se mi dici che uno stato che esce dall’UE si smembra, allora ItalExit subito! (Poi se esce anche l’Italia l’UE è finita)