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BREXIT Sensivity Index: Italia in CODA
Per molti lettori questo dato è già noto. Per altri invece sarà un’interessante novità.
Il tema Brexit sta condizionando i mercati finanziari in modo determinante. E in molti si chiedono quali saranno i reali effetti di un’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea per i vari paesi membri dell’UE.
Difficile dirlo ma qualcuno ha provato a fare due calcoli, cercando di quantificare l’impatto della Brexit.
Questo qualcuno è l’agenzia S&P Global Ratings e questo è l’interessante risultato. La chart come detto deriva da dati di S&P rielaborati da Il Sole 24 Ore.
Sul podio dei più danneggiati troviamo ovviamente la prima vicina di casa della Gran Bretagna, ovvero l’Irlanda, seguita da un paese che fu alle dipendenze dell’UK, ovvero l’isola di Malta. Terzo posto per il Lussemburgo vista l’importanza presenza di società finanzarie e banche.
Questo è il Brexit Sensivity Index e misura appunto l’impatto percentuale a livello di PIL ( e non solo) di un’eventuale uscita.
Cosa curiosa ed interessante è la posizione dell’Italia, al penultimo posto, seconda SOLO all’Austria.
Per una volta dobbiamo essere ben felici di questa posizione. Brexit o Bremain, per noi cambia poco direttamente, ma cambia molto indirettamente in quanto si rifletterebbe la debolezza degli altri paesi e il rischio crollo dei mercati finanziari sarebbe comune a tutte le piazze. Anzi, sarebbe ancora più marcato per i paesi più “deboli”.
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Non me ne intendo, ma credo che il ribasso sulle borse e il rialzo dell’oro non siano affatto finiti.
.http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-05/settembre-1992-lira-sommersa-221921.shtml?uuid=AbWU76YG
dopo hanno fatto l’euro, sicchè non si sono presi paura
credo che in caso di Brexit i titoli del tesoro italiani potrebbero risentirne e vedere un aumento dei tassi……