SPECIALE UK – ALLARME BREXIT su vendite al DETTAGLIO: ma arriva un assist dalla Corte UE

Scritto il alle 13:52 da Danilo DT

I conteggi dei sondaggi sono diventati quasi un’ossessione. E malgrado tutto il sentiment sembra girare a favore dell’uscita. Ma sorprende il comportamento dei media, e i media, lo sapete benissimo, hanno un’influenza sulle menti che non è da poco.

Il Reuters Institute for the Study of Journalism si è preso la briga di prendere in esame 1000 articoli, anche dello stesso giornale, in un ampio arco temporale.
Ecco il risultato che ne deriva: 45% favorevoli all’uscita dall’Ue, 27% sostengono la permanenza. Quindi è evidente la presa di posizione NETTA dei media a favore del Brexit, con numeri che quasi doppiano i favorevoli al Bremain. Senza poi dimenticare che questo sondaggio è di qualche giorno fa e non si tiene in considerazione la netta presa di posizione del The Sun che dice chiaramentei n copertina: “Basta con la dittatura di Bruxelles”.

Ok, si riapre il solito fronte ed ovviamente i favorevoli all’uscita trovano l’appoggio di tutti gil Euroscettici. Un pensiero “di pancia” da non inglese mi farebbe dire: “ ma chi glielo fa fare di continuare a rimanere in un colabrodo come l’Unione Europea che è in stato confusionale totale?”

Ma è anche vero che il ragionamento di “pancia” (che potrebbe portare gli inglesi a votare per l’Uscita) potrebbe portare a gravi sconquassi nel breve termine.
L’Economic Intelligence Unit ha calcolato gli effetti della Brexit sulle vendite al dettaglio. Il risultato va incontro alle stime del FMI che vedeva una recessione del PIL UK del -9.90%.
La Brexit porterebbe ad uno shock molto violento delle vendite nel 2017 (dopo una forte frenata nella seconda parte del 2016) e poi comunque una tendenza molto indebolita se confrontata con lo scenario Bremain.

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Chissà se questi dati sono conosciuti agli inglesi chiamati al voto. Ma attenzione, c’è una novità. Ieri sera la corte UE ha dato un’importante svolta “psicologica” a quella che potrebbe essere la sentenza finale del referendum.
Ecco perché.

Uno Stato membro dell’Ue può esigere che i beneficiari degli assegni familiari e del credito d’imposta per i figli a carico dispongano di un diritto di soggiorno, e non solamente di una “residenza abituale” nel proprio territorio. Lo ha stabilito una sentenza emessa oggi a Lussemburgo dalla Corte europea di Giustizia, che ha respinto un ricorso della Commissione europea contro il Regno Unito. (Askanews)

Questo è stato uno dei punti cardini su cui si è basata la campagna Brexit. Dite che è una presa di posizione casuale? Ma non ci credo proprio! E’ il risultato di una serie di pressioni e di sondaggi che stavano facendo volgere la situazione a favore dell’uscita. E siccome  in Eurozona la maggior parte delle istituzioni non vogliono l’uscita della Gran Bretagna (imprese inglesi incluse) ora saltano fuori le soluzioni “accomodanti”.
La sentenza corrobora la tesi di Londra secondo cui la differenza di trattamento fra i cittadini britannici e agli altri cittadini europei che dimorano abitualmente nel Regno Unito può essere giustificata da un obiettivo legittimo come la necessità di proteggere le finanze dello Stato membro ospitante.
Et voilà. Un assist al Bremain.
I mercati possono tirare un sospiro di sollievo e rimbalzare. Ma la partita è ancora lunga.

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Danilo DT

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