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BRIC: Goldman Sachs gli celebra il funerale
Ma voi ve li ricordate i BRIC? Quel gruppo di quattro paesi emergenti che dovevano diventare la nuova super potenza globale?
BRIC è un acronimo. Cosa significa? Sono le iniziali di Brasile, Russia, India e Cina. Recentemente è poi stato integrato dal Sud Africa trasformando i BRIC in BRICS.
Paesi emergenti, certo, ma con una
a) impressionante base demografica
b) oltre che un immenso territorio,
c) dove tra l’altro si trovano la maggior parte delle materie prime.
Questi paesi sono stati per anni una grande scommessa. Oggi rappresentano una grande delusione. Il grafico sotto riportato riprende il trend dell’ETF Ishares BRIC quotato a Piazza Affari. Come potete vedere, 5 anni fa quotava a 23.22 €. Oggi è a circa 21 €. Per carità, una performance NON negativa ma di certo non soddisfacente viste le premesse e visto il paragone con gli altri mercati. Questo l’andamento dell’ETF.
…e questa invece è la performance delle varie piazze azionari globali sempre a 5 anni. Il riferimento da utilizzare resta, secondo me, il benchmark per antonomasia, ovvero l’indice SP 500 che effettivamente ha fatto decisametne MOLTO meglio.
Per chi non lo sapesse, il termine BRIC fu coniato da una banca d’affari di New York, tale Goldman Sachs, e fu un certo Jim O’Neill ad inventarsi l’acronimo BRIC.
“Questi quattro Paesi domineranno l’economia mondiale nel prossimo mezzo secolo”.
Era il 2001 e quindi stiamo parlando di circa 15 anni fa. Da allora di acqua sotto i ponti ce n’è passata parecchia. I BRIC si sono poi costruiti anche una certa “New Development Bank” come alternativa al FMI. Quindi BRIC sempre più potenti? In realtà la crisi dell’energia e delle materie prima, una serie di bolle più flussi di denaro in forte movimento, hanno reso il fenomeno BRIC molto meno invasivo di quanto si potesse immaginare.
La cosa che mi ha sorpreso è stato scoprire che proprio Goldman Sachs, ovvero la banca che aveva “creato” i BRIC , alla fine li ha praticamente abbandonati. Guardate questo grafico.
Fuga dai BRIC
Da un volume gestito pari a circa 842 milioni di USD, oggi siamo passati a circa 98 milioni di USD. Circa un -88% e scusate che è poco, tanto che il fondo che gestiva gli investimenti dei BRIC è stato fuso in un’altra struttura.
La domanda che mi pongo io è: ma siamo così sicuri che i BRIC siamo morti e sepolti?
Dal 2001, i BRIC hanno accumulato una quantità impressionante di riserve valutarie. Restano i paesi con un tasso di natalità importante che può garantire manodopera ed un futuro che ahimè qui, da noi, è messo in discussione. Continua ad avere una sconfinata quantità di commodity e l’estensione non è certo cambiata.
Oggi, ovviamente, le condizioni di mercato sono molto negative, ma è altrettanto vero che i BRIC di oggi non sono quelli del 2001. Allora erano una scommessa, erano finanziariamente molto più deboli, con meno riserve, molti più disequilibri, con un debito estero molto maggiore, ed un tessuto economico meno importante. In un’ottica di lungo periodo, io non li sottovaluterei.
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