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SOFFERENZE bancarie: sempre in aumento. Ma non si andava meglio?

Scritto il alle 15:14 da Danilo DT

sofferenze-banche-italiane

Questo è un dato che fotografa sempre in modo ideale lo stato di salute di un’economia. Si, economia intesa in senso REALE e non di finanza. Quella economia a cui un giorno si dovrà tornare,verso cui la finanza dovrà quantomeno convergere. Impensabile che tutto possa essere gonfiato ancora per lungo tempo. Prima o poi i nodi verranno al pettine. Ma c’è ancora tempo, mi sa.

Intanto, dicevamo, tuffiamoci nuovamente nella triste realtà e parliamo del lato oscuro dei bilanci delle banche italiane. Nella fattispecie di sofferenze bancarie.
Anche se la cosa forse non ha fatto troppo notizia, sappiate che il rapporto mensile ABI segnala sofferenze lorde nuovamente lievitate a 177 miliardi di Euro, in aumento dal mese precedente e a +22% su base annua.
Per farla molto breve, il rapporto tra sofferenze lorde ed impieghi è praticamente raddoppiato.

Negli ultimi anni le sofferenze sono più che raddoppiate, sia in termini di numero di affidati che di ammontari. In dettaglio, il numero di affidati in sofferenza è passato da 593.820 nel 2008 ad oltre un milione e duecento mila a giugno 2014, mentre in termini di ammontari le sofferenze sono passate da 41 miliardi a quasi 162,5 miliardi. Se si considera la classe di grandezza fino a 125 mila euro si può riscontrare che a giugno 2014 tale classe ha visto il raggiungimento di oltre un milione di affidati, più 465 mila rispetto a fine 2008. (Source)

sofferenze-banche-italiane-2014-npl

E nello stesso tempo le banche che fanno (ovviamente)? Chiudono i rubinetti. Alla faccia di TLTRO e compagnia bella.

(…) il totale del prestiti ai residenti (compresa la P.a.) è sceso dell’1,9% rispetto al -2,2% di settembre e in “costante recupero rispetto al picco negativo del -4,5% di novembre 2013”. I finanziamenti a famiglie e imprese sono calati dello 0,8%, lo stesso risultato del mese precedente. A pesare, secondo l’Abi, è l’andamento in calo degli investimenti e la debolezza del ciclo economico. (cit)

Si presta di meno, le banche emettono meno bonds, ed in linea di massima, se finanziano qualcuno, lo fanno solo se sono ben certe di non rimetterci e quindi si lavora solo con clienti molto solidi che ovviamente, alla fine fanno loro il prezzo del finanziamento. Mi fa quindi sorridere il ragionamento dell’Abi, che ovviamente è di parte.

La situazione però ha qualche riflesso positivo, almeno per i consumatori: le misure di stimolo all’ecoomia della Bce, infatti, fanno scendere i tassi sui nuovi mutui ai livelli di 4 anni fa. Il tasso medio si è ridotto al 2,92% (2,99% il mese precedente). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è ridotto al 2,82% (il valore più basso da febbraio 2011). (cit)

Tutto questo sta a significare che la situazione è ancora in totale difficoltà, totale perché gli unici benefici che stiamo vedendo oggi sono legati NON ad un miglioramento congiunturale ma semplicemente ad un tasso di cambio (EURUSD) che ci permette di esportare di più. Vabbè, da qualche parte occorrerà pur cominciare….

Chart by @cigolo

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Danilo DT

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