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CDS, titoli tossici e cause bancarie

Scritto il alle 13:01 da Danilo DT

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Rapido aggiornamento sulla situazione dei CDS, alias i credit default swap, di Stati e banche.
Partendo dai CDS delle Banche italiane, notiamo che la situazione si è abbastanza stabilizzata. Il rischio sul settore bancario è sceso considerevolmente, e siamo tornati ai livelli di dicembre 2008. Stesso discorso si può fare le banche estere.
Come potete vedere dal grafico, anche per le banche straniere la situazione si è abbastanza stabilizzata.
Leggermente diversa invece la situazione per gli stati sovrani. E la cosa è abbastanza curiosa. Il mercato praticamente ha aumentato il timore di default per gli stati, mentre è più sereno sulle banche. La cosa mi sembra un po’ strana ed incoerente.
Inoltre, trovo abbastanza strano ed incoerente che il mercato abbia “digerito” tutti i rischi e quoti i CDS a livelli quasi “ante crisi”. Come se non fosse successo nulla o, meglio, come se tutto fosse risolto.
Ma siamo sicuri?

Cliccate sui GRAFICI per vedere i CDS di banche e stati.

CDS BANCHE ITALIA

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Nell’ordine: CDS di banche italiane, banche estere e Stati

La vicenda Barclays e Lehman più i titoli tossici

Prendiamo ad esempio la vicenda che ha come protagoniste Lehman Brothers e Barclays. Sta per nascere una battaglia legale che potrebbe portare grossi danni. Quando la banca d’affari newyorchese crollò, infatti, Barclays si lanciò come un avvoltoio a comprare a prezzo di saldo – 1,75 miliardi di dollari – le divisioni più redditizie, ovvero l’investment banking e il brokeraggio: un affarone, visto che a dicembre dello scorso anno – ovvero tre mesi dopo l’acquisto – quelle divisioni garantirono ai bilanci di Barclays un profitto netto di 2,26 miliardi di dollari. Non male per 90 giorni di lavoro, se così si può dire.

Peccato che ora l’ex banca d’affari abbia ingaggiato uno degli studi legali più potenti di New York, Weil Gotshal&Manges e abbia intentato una causa miliardaria di fronte al tribunale fallimentare della Grande Mela poiché all’epoca le attività di Lehman Brothers furono «pesantemente sottovalutate al momento dell’acquisto, esagerando le liabilities presenti nei bilanci rispetto al grado di profittabilità poi dimostrato dai risultati a breve acquisiti».

Se Barclays dovesse perdere quella causa, destinata a fare giurisprudenza, sarebbe tecnicamente fallita: nonostante abbia passato il recente stress test, infatti, le sue potenziali riserve si basano sulla spendibilità sul mercato proprio di attività molto lucrative che fanno gola ai concorrenti. Il grado di leverage reale del gigante è spaventoso – pari a quello dell’altrettanto disastrata Deutsche Bank – e il governo britannico, dopo aver speso il 20% del Pil per cercare di salvare il sistema bancario, non può esporsi di più. (dati tratti da un articolo di Mauro Bottarelli).

Quindi capite benissimo che il settore finanziario è ancora pienamente sotto tensione. Ma il mercato se ne frega. Ma c’è di più. Parliamo di titoli tossici. Non se n’è più parlato.
Il FMI parlava di perdite per le banche pari a 4.000 miliardi. In Europa dovrebbero essere pari a circa 1.200 miliardi. Ma nelle ultime settimane, complice anche la nuova fiducia verso il mercato, non fanno più notizia e nessuno ne parla più.

Ricordiamoci di non dimenticarci….

STAY TUNED!

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Grafici by Bloomberg. Per ingrandirli basta cliccarci sopra.

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