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Wall Street e COT Report: Chart e analisi
GUEST POST: analisi dei dati del CFTC e del COT Report secondo Lukas. Configurazione non mutata.
Cari amici, nell’ultima settimana i mercati azionari hanno continuato con una certa tranquillità il trend ascendente iniziato invece con veemenza nella settimana precedente.
Tuttavia, esaminando l’evoluzione dell’intero scenario intermarket, segnalo alcune anomalie rispetto alle correlazioni in voga, ormai da molto tempo, tra i diversi mercati. Nell’ultima settimana, infatti, abbiamo di nuovo registrato un indebolimento, seppur di lieve entità, ossia pari allo 0,57 %, delle quotazioni, espresse in termini reali, delle commodities; indebolimento che sembra volerci ancora una volta ricordare della persistente debole crescita dell’economia reale. Inoltre, anche il mercato obbligazionario ha evidenziato nuovamente delle tensioni, ed i bond decennali hanno accresciuto le loro quotazioni di un ulteriore 0,6 %, segno che le problematiche inerenti i debiti sovrani sono solo sopite, ma certamente non ancora risolte. A fronte di tali risultanze, era lecito pertanto attendersi anche un ribasso dei mercati azionari. Invece, il nostro benchmark azionario di riferimento, l’$&P 500, ha segnato un rialzo settimanale del 0,5 %. Risultato dunque positivo, ma che ci lascia alcune perplessità circa l’evoluzione futura delle quotazioni del mercato azionario.
Dopo tale premessa, passo, ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti :
Commercial Traders : – 35.034
Large Traders : + 5.532
Small Traders : + 29.502
Anche questa settimana non è pertanto cambiata la configurazione complessiva del Cot Report sull’azionario Usa, che dura ormai da ben 18 settimane. Anche in quest’ultima registriamo però delle importanti movimentazioni nelle posizioni nette dei diversi operatori. Gli Small Traders, infatti, hanno ridotto l’entità della loro precedente posizione Net Long di ben 7.385 contratti, di cui 4.173 ceduti ai Large Traders che rafforzano cosi la loro precedente barcollante posizione Net Long, mentre i residui 3.212 contratti long sono stati acquistati dai Commercial Traders, che riducono seppur modestamente l’entità della loro precedente posizione Net Short. A differenza, dunque, di quanto supposto la scorsa settimana, l’attuale configurazione, sembra volersi rafforzare e persistere e ciò potrebbe comportare un rally natalizio meno proficuo di quanto molti si attendono.
Per quanto concerne infine il mio portafoglio, frutto dello stock picking effettuato sul listino nazionale, condotto sulla base della strategia “ LONG TERM MOMENTUM “, registro, dopo 4 mesi, un guadagno complessivo del 9,3 %. Un risultato certamente positivo, ma che ha sinora mancato il suo obiettivo, che è quello di avere un rendimento superiore a quello dell’intero mercato di riferimento. La ragione risiede nel fatto che, nel periodo in discorso, il rialzo del nostro listino azionario è stato trainato soprattutto dai titoli dei settori assicurazioni e banche che non hanno mai fatto parte del mio portafoglio. Anche per questa settimana, riconfermo comunque la mia scelta personale, eliminando dal portafoglio i titoli del settore Servizi Finanziari, che hanno dato ottimi rendimenti, e concentro i miei investimenti unicamente sui titoli del settore Moda, Prodotti per la Casa e per la Persona.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici del blog una serena e proficua settimana.
LUKAS
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Beh….poichè le quotazioni delle commodities sono espresse in dollari Usa…….bisogna tener conto anche delle quotazioni della valuta Usa….ad esempio se in una settimanata il $ si apprezza dell’1 % e le quotazioni delle commodities in termini nominali restano invariate….abbiamo un incremento in termini reali dell’1 %..
Non solo in euro….il problema esiste per tutte le valute…..utilizzo quindi il dollar index (USDX) che è un indice (o misura) del valore del dollaro statunitense in relazione a un paniere di valute straniere.
Ciao Lukas, analisi sempre interessante (come il resto del blog).
Cosa intendi per “quotazioni, espresse in termini reali, delle commodities”, al netto dell’inflazione?