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Unione Europea: sempre più divisa e contrastata soprattutto politicamente

Scritto il alle 09:55 da Danilo DT

Eccoci in quella settimana che potrebbe realmente cambiare tante cose. Il giorno 02 agosto ci sarà un bel Meeting BCE. Seguirà il FOMC di Bernanke e molto probabilmente si capirà se c’è la volontà di un intervento concertato oppure no.

Inutile dire che il mercato nutre delle attese importanti. Mario Draghi dovrà concretizzare quanto finora ha solo filosofeggiato. Con quel “credetemi, sarà sufficiente” qualcosa deve succedere altrimenti non solo il gran capo della BCE perderà la faccia, ma verrà meno l’unico paracadute che può frenare la speculazione e lo spread in questo momento.
Senza poi dimenticare che lo stesso Draghi qualcosa potrà anche fare, ma di certo non dispone di strumenti che possano portarci delle soluzioni all’Euro-problema di tipo definitivo. Affidarci solo alla stampa della carta moneta non è certo la panacea di tutti i mali. Gli USA sono intervenuti in questa direzione, ora stanno vivendo un periodo migliore del nostro. Ma state pur certi che i problemi strutturali non li hanno risolti, li hanno solo rimandati. E per loro la grande partita è solo rimandata.

Abbiamo una Grecia che è tecnicamente in fase di fallimento-bis, una Spagna con grandi problemi sia a livello bancario che di conti pubblici. Abbiamo un’Italia che se colpita dura dalla speculazione potrebbe subire gravi conseguenze.

La soluzione deve essere innanzitutto politica

C’è poco da fare, la base della soluzione deve essere la politica. Ma in questa direzione sono quantomai evidenti i forti contrasti, soprattutto tra quell’area di Euro A nei confronti dell’area Euro B.
Se ne sono accorti tutti. Ognuno a guardare i propri interessi mentre il progetto di coesione europea viene solo considerato SE ci sono margini di convenienza immediata. Durissimo ieri Juncker.

Una critica durissima, intanto, arriva al presidente dell’Eurogruppo Juncker, che accusa Berlino di piegare gli interessi dell’Ue a ragioni di politica interna: “Perchè si permette il lusso di fare continuamente politica interna su questioni che riguardano l’Europa? Perchè tratta l’eurozona come una sua filiale?”, ha detto alla Sueddeutsche Zeitung.

Il ministro dell’economia di Berlino, Philipp Roesler – già in passato molto critico con i greci – ha inoltre messo di nuovo in discussione la permanenza di Atene nell’euro e l’eventuale concessione di nuovi aiuti: “Da tempo non è un segreto che ci sono forti dubbi sulla possibilità che la Grecia completi le riforme concordate” e quindi resti nell’euro, ha detto alla Bild am Sonntag. E aggiunge che non ci saranno altri aiuti “senza contropartita”, cioè senza nuove riforme del sistema fiscale e ulteriori privatizzazioni. (…) Le parole di Draghi sono servite sicuramente a compattare il fronte salva-euro e rasserenare i mercati, ma la Bundesbank continua a smarcarsi. Ieri la banca centrale tedesca ha ribadito il proprio no alla possibile ripresa del programma di acquisti della Bce, su cui le dichiarazioni di Draghi hanno alimentato le aspettative. Prima della riunione del direttivo, forse già domani, il presidente della Bce dovrebbe incontrare il collega della Buba, Jens Weidmann, per discutere i possibili interventi sui mercati. Le opzioni sul tavolo sono oltre all’acquisto di bond, un nuovo taglio dei tassi dopo quello operato a inizio luglio, e una nuova iniezione di liquidità (Ltro). Mercoledì è attesa intanto anche la decisione sui tassi della Fed. E domani il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble incontrerà il segretario di Stato Usa, Timothy Geithner. (Source) 

Germania: tedeschi contro l’Euro?

E nel frattempo i sondaggi tedeschi vanno a sottolineare ulteriormente questi divari all’interno della stessa Unione Europea. Secondo il sondaggio del Bild am Sonntag il 51% dei tedeschi non crede più nell’Euro, e ritiene che la Germania dovrebbe essere LEI ad uscire dall’Euro. Solo il 29%, sono invece del parere che l’Euro abbia portato più vantaggi che svantaggi alla Repubblica federale.
Addirittura c’è chi propone, nella fattispecie Wagenknecht, che venga fatto un “haircut” radicale sul debito. Chi ha un debito pubblico oltre il 60% dovrebbe dire candidamente che non potrà ripagare il debito eccedente tale pecentuale, e così facendo si andrebbe a diminuire così molto rapidamente il debito pubblico e, di conseguenza, il problema, ribaltandolo ovviamente sui risparmiatori. Questo è quanto diceva ieri lo Spiegel  .

Perfetto, siamo alla fantafinanza assoluta, e nello stesso tempo alla confusione più totale. Se pensavate che con l’intervento di Draghi tutto fosse risolto, beh, sappiate che non siamo nemmeno all’inizio della soluzione del problema. Sia perché Draghi troverà non pochi problemi (politici9 a fare quello che magari ha in testa, e sia perché per risolvere i problemi occorrerano ben altri interventi di tipo politico.
Allacciate le cinture. La volatilità non ci abbandonerà di certo.

STAY TUNED!

DT

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1 commento Commenta
atomictonto
Scritto il 30 Luglio 2012 at 10:46

“Teteschi sono tutti prafi, pelli e puoni. Tutti altri sono brutti, kattifi und pasticcionen”
Ci rendiamo conto che stiamo tutti combattendo contro refusi di mentalità da fumetti delle sturmtruppen, sbandierati per mesi su giornaletti che da noi suonano “autorevoli” come Der Spiegel – letteralmente Lo Specchio – ma che in realtà sono l’equivalente di “Di Più” o poco meglio…??

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