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Masterplan: ecco il piano Van Rompuy. Ma la Merkel continua con i NEIN
Creato un documento dal gotha dell’Eurozona. Ma la Germania continua a non essere collaborativa. A questo punto se ne esca LEI dall’Euro!
Massima urgenza. Altrimenti come spiegare questo documento? A stilarlo è proprio Van Rompuy, il Capo del Consiglio Europeo. Un documento che verrà presentato nella fatidica riunione (Eurosummit) del 28-29 giugno a Bruxelles.
I principi sono come sempre interessanti. Ma come già è successo diverse volte, il rischio di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Anche perché se andiamo a leggere cosa è andata a sparare la signora Merkel proprio qualche ora fa, c’è da farsi venire l’orticaria:
«Nein» deciso della cancelliera tedesca, Angela Merkel, agli Eurobond. In una riunione a porte chiuse con i parlamentari del partito liberale a Berlino la Cancelliera, secondo quanto riporta la stampa tedesca, avrebbe detto con decisione che «fino a che è in vita» non ci sarà alcuna condivisione del debito sovrano in Europa. La Merkel ha anche espresso le sue perplessità su tutto il piano di riforma Ue presentato dal presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy agli stati membri. Secondo la leader tedesca il documento infatti formulerebbe una troppo rapida condivisione delle responsabilità sui debiti pubblici. (Source)
Et voilà signori, spegnete le illusioni.
Ma torniamo al documento Van Rompuy.
Tanto per cominciare il link. Se siete interessati a leggerlo CLICCATE QUI.
In effetti quanto detto dalla Merkel è vero. Il documento parla anche di debito.
In linea di massima si focalizza in modo particolare su:
a) Controllo comune sui bilanci degli Stati,
b) necessità di ottenere l’approvazione preventiva dei piani di bilancio dai propri partner,
c) e in prospettiva anche condivisione dei debiti, ad esempio con gli eurobond. (Source)
A stilare il documento, assieme a Van Rompuy, troviamo il gotha dell’Eurozona: il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, del Consiglio europeo Herman van Rompuy come già detto, della Bce Mario Draghi e dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
Tutto molto bello.
Ovviamente Monti continua con la sua battaglia ed ha posto le basi per una dura lotta con la Germania al vertice europeo di questa settimana, insistendo sul fatto che continuerà a spingere la proposta di utilizzo dei fondi di salvataggio della zona euro nel tentativo di stabilizzare i mercati finanziari.
Ma tanto la Germania è peggio di una bimba capricciosa (anche se proprio tutti i torti non ce li ha sulla carta. Peccato però che dimentica un fatto. Se non allarga i cordoni, salta anche lei…) e NON è affatto collaborativa. A questo punto, sembra chiaro un fatto. Sia lei ad uscire dall’Eurozona. E poi ne parliamo…
STAY TUNED!
DT
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E’ una pia illusione che la Germania decida di uscire dall’euro (significa tornare al marco) !!!!!!
L’unica arma in possesso degli altri paesi è quella di mettere il veto su qualsiasi iniziativa dell’Eu, cioè bloccarne praticamente il funzionamento….comunque con le buone non si ottiene nulla, è il momento di mettere gli attributi sul tavolo… e salvo prova contraria…..
Non credo che quello della Merkel sia un piano o una tentazione “imperiale”, anche lei sta giocando dal mio punto di vista “in difesa”, sa benissimo che anche la Germania pagherà pegno. Credo che stia solo difendendo il potere d’acquisto dell’euro per difendere pensioni etc. dal proseguimento dello schema Ponzi di cui gli eurobond sono un aspetto.
Ha fatto male a dire “fino alla morte”, non il suo popolo ma qualche altro potrebbe essere interssato alla cosa. A mio giudizio dovrebbero cominciarre ad introdurre un controllo sulla circolazione dei capitali ma non a caso gli anglosassoni e qualche altro non ne vogliono sapere.
La cosa migliore, a questo punto, è andarcene soli o meglio, in compagnia. Il mondo inoltre è grande.
Ma se esce la Germania dall’Euro, l’Euro finisce, ma a questo punto non è meglio prendere atto dei fatti?
Non si potrebbe lasciare l’euro come moneta trasnazionale e tornare alle valute locali per il commercio locale?
Vorrei tentare di sottolineare un paio di aspetti che mi sembrano restare decisamente “sottoesposti” nelle varie “fotografie” della situazione europea.
1) Tutti gli accordi relativi alle discipline di bilancio previsti dai trattati europei sono rimasti solo sulla carta. Ammettiamo che il “piano” del Gotha europeo dovesse essere sottoscritto da tutti e tradotto in pratica: si comincia con il “socializzare” i debiti e poi si “coordinano” le politiche di bilancio. E se un Paese dovesse non rispettarle? Cosa si fa: si mandano i carri armati – o si stacca l’ennesimo assegno? Le esperienze “europee” dimostrano che molti Paesi firmano tutto ma poi fanno quello che vogliono – e NON esistono (né esisteranno mai fino a quando a Parigi si parlerà francese) meccanismi automatici e inderogabili di sanzione o commissariamento. Il “Progetto del Gotha” è quindi solo l’ennesimo bluff per tirar dentro un’altra camionata di miliardi da parte dei soliti “mastri pagatori” – che a questo punto non hanno però alcuna voglia di continuare a essere presi per fessi. C’è qualcuno che, in buona fede, se la senta di dargli torto? Chi di voi comprerebbe una macchina usata da uno come Barroso?
2) Anche se ci fosse qualcuno, a Berlino, disposto a continuare a “credere” (o a far finta di credere) nella meravigliosa “cooperazione europea”, c’è stato (dal mio personale punto di vista: finalmente!) un primo (anche se assai tardivo) altolà della Corte Costituzionale tedesca, che ha ricordato a tutti (anche a quelli che preferivano dimenticarlo) che esiste qualcosa come una Costituzione, che IMPONE il rispetto di meccanismi democratici elementari. Uno di questi – ricorda la Corte Costituzionale – prevede che ogni cessione di sovranità debba essere approvata dal popolo (e non da qualche amministratore piú o meno eletto). Non è detto – ma ne può derivare la necessità di sottoporre a referendum (in Germania) questo “nuovo passo verso l’integrazione europea”. Inutile dire quale ne sarebbe il risultato. La Merkel – che non è stupida e lo dà per scontato – si è affrettata a dire che “siamo ancora molto lontani da passi che possano rendere necessario un referendum”, ma molti, in Germania, non ne sono poi tanto convinti.
E intanto i ricorsi alla Corte Costituzionale (contro il “Fiskalpakt” e contro l’ESM) si moltiplicano. E il presidente Gauck ha accolto la richiesta della Corte di Karlsruhe di rinviare la firma della relativa legge fino al momento in cui la Corte avrà avuto modo di dare una prima valutazione di costituzionalità.
Insomma – esiste (e non solo in Germania) una Costituzione e una Corte Costituzionale che non possono assere bypassate da decreti d’urgenza firmati Draghi o Barroso.
Personalmente sarei disposto a scommettere che se si dovesse arrivare veramente ad un referendum, la Germania uscirebbe istantaneamente dall’euro, probabilmente insieme ad Olanda, Austria e Finlandia. Resterebbe Parigi a farsi carico dei problemi dell’area Euro-Med? Tutto da vedere…
La cosa piú ragionevole sarebbe – probabilmente (per me, che di finanza monetaria capisco poco o niente) – la “riconversione” dell’Euro in ECU e il ripristino delle monete nazionali: soluzione certamente dolorosa – ma che permetterebbe probabilmente di evitare il terremoto che avrebbe con l’implosione incontrollata dell’Euro.
A questo punto, sembra chiaro un fatto. Sia lei ad uscire dall’Eurozona. E poi ne parliamo…
Oh finalmente un altro arriva alla conclusione corretta.
Debbo fare solo una piccola correzione:
Sia lei Germania ad uscire da QUESTA Eurozona per farsene una nuova più piccola con quelli che ci POSSONO stare. Non che vogliono. POSSONO
Che ‘sto utero su gambe si decida una buona volta!