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Quale futuro per un giovane imprenditore italiano?

Scritto il alle 14:00 da Danilo DT

GUEST POST: Italia, crescita economica e prospettive. Una cruda e realistica analisi di un imprenditore

Abbiamo spesso la fortuna di leggere le brillanti analisi di Gaolin che ci illumina sulla situazione microeconomica italiana ed in particolare dell’influenza delle Nuove economie sul nostro povero e bistrattato paese. Inoltre ho avuto occasione di ospitare in passato alcuni testi di altri amici del blog che, con loro sfoghi e loro analisi, ci hanno fatto tuffare nella realtà quotidiana.

Si, perchè occorre ammetterlo. Spesso sui giornali, nei meeting, negli studi televisivi, nei dibattiti, si fa TANTA demagogia, si fa tanta teoria. Ma poi, amici, occorre entrare nel reale e nel concreto. Si possono fare tante parole, ma poi al mattino ognuno di noi deve fare i conti con il quotidiano. E spesso ci viene da chiedersi…ma oggi come farò a portare a casa il cosiddetto “tozzo di pane”? E soprattutto… quale futuro…quale futuro posso avere con la mia attività, con la mia stessa vita? Posso permettermi una famiglia? Posso permettermi di programmarmi UN FUTURO?

Ho ricevuto un’email in questi giorni dell’amico Francesco, email che pubblico molto volentieri  che non è solo uno legittimo sfogo di un giovane imprenditore che non vede un futuro, ma soprattutto deve servire come elemento di meditazione ed analisi. Leggete, meditate e poi, se lo vorrete, commentate. Credo che ognuno di noi abbia da dire la sua…

Quale Futuro per un giovane imprenditore?

Ciao Dream

Ti scrivo questa mail come una sorta di sfogo personale; la vorrei indirizzare a tutti gli amici/lettori del blog, non economisti, ma certamente gente appassionata e competente, e che, al contrario degli economisti, vive nella realtà quotidiana.

Vi seguo da un pò di tempo con piacere e visto che siete in grado di arricchire la mia cultura economica e finanziaria, magari potete anche rispondere a certe mie osservazioni, perlomeno condividerle.

Ho 37 anni, vivo e lavoro in Puglia come libero professionista. Non ho ancora una famiglia, un pò per un rinvio di maturità tipico della mia generazione, un pò perchè per ora me lo potrei permettere solo con grossi sacrifici. Ho studiato al nord, piccola esperienza all’estero, poi subito ritorno in Puglia; vuoi perchè l’aria di “casa” è sempre magnetica, vuoi perchè l’idealismo perdente mi spingeva a pensare che, infondo, noi altri avevamo il dovere di fare qualcosa per questo Sud. Così son passati più di dieci anni e bene o male, mi sono ritagliato il mio spazio. Ho lavorato da dipendente prima, poi per conto mio (sono un consulente di processi alimentari), per mia scelta (in parte indiretta, visto che qui un professionista deve lavorare senza guardare l’orologio e guadagnare al pari di un operaio appena specializzato). In Puglia si parla di crisi da tempo memore; la crisi era già mia compagna di banco alle superiori negli anni ’90 e tra alti e bassi, ha sempre accompagnato la mia generazione durante gli studi universitari e le prime esperienze lavorative. Poco dopo, nel periodo 2004/2006 nella mia vecchia azienda, con il grosso del fatturato negli USA, l’euro in rafforzamento sul dollaro, ha portato la prima vera crisi dopo quasi un secolo di storia aziendale. La Puglia è una realtà vivace e produttiva, tante piccole aziende manifatturiere che non fanno sistema, molto spesso inefficienti, politicizzate, gestite da ex operai e capi mastri diventati imprenditori. Molto spesso bravi e volenterosi, ma con il limite della poca cultura, della presunzione di capire tutto e la convinzione di avere amici importanti in grado di spingerli lontano. Tra quegli amici c’è chi lavora nelle banche, e queste, dopo anni di mutui e fidi concessi allegramente, in amicizia, adesso si tirano indietro, chiedono garanzie e rientri.

L’altro boomerang negli ultimi venti anni è stata la pioggia di finanziamenti europei serviti a costruire inutili capannoni, gonfiare fatture, finanziare inefficienze e usare gli spiccioli per acquistare le auto e le vacanze. Nella crisi c’è una sorta di selezione naturale. Chi è inefficiente, quasi tutti, prima o poi salta. Aziende che fino a ieri facevano numeri, oggi licenziano le persone o non le pagano da mesi. Le inutili zone industriali di ogni singolo sputo di paese, sono piene di capannoni vuoti, molto spesso non sono mai stati attivi, hanno solo fatto da contraltare a qualche finanziamento, come dicevo prima. Le aziende che resistono sono quelle che tagliano i costi, esternalizzano. I dipendenti di ieri sono stati licenziati per essere assunti da una cooperativa di servizi. In pratica fanno lo stesso lavoro, per la stessa società, solo che lavorano a cottimo, a chiamata, e sono pagati molto meno, con meno garanzie. Altre aziende non producono più, gli conviene comprare direttamente da produttori esteri e commercializzare: meno costi, meno problemi, meno dipendenti.
Sì perchè in questi anni, nei quali ho avuto a che fare con tante aziende e con tanti imprenditori, pare che il problema principale sia uno solo:

E’ l’inefficienza? No; la gestione centralizzata e padronale dell’azienda? No; il disallineamento tra debiti e crediti? Ni; i dipendenti? Sì, ecco, i dipendenti sono il problema!

E’ vero in Italia costano di più anche se gli stipendi medi sono bassi! Ma il vero problema è che rendono poco (soprattutto le donne, con questi figli, famiglie!) e devono essere controllati. E poi sono un problema anche quando li cerchi: eh sì, perchè i giovani non vogliono fare certi lavori, arrivano tardi la mattina, pensano solo al fine mese, alle ferie e fare malattie. Quindi meglio commercializzare: solo costi di magazzino, trasportatori e spedizionieri esterni, meno male che resta il commercio allora! Ma poi scopro che al porto di Taranto, uno tra i più attivi per gli scambi con la Cina e il sud-est asiatico, molte compagnie marittime stanno minacciando licenziamenti perchè il lavoro è in diminuzione.

Ma allora? Si produce di meno, le aziende importano invece che fabbricare in loco, e i trasporti sono in calo? C’è qualcosa che non quadra. Certo! Non quadrano i conti delle famiglie! I redditi stanno precipitando, il mercato immobiliare è fermo, addirittura anche i ristoranti, tranne forse il sabato, sono vuoti! Non lo so perchè non ci vado più. Una grande azienda produttrice di latte mi dice che da qualche tempo il trend si è invertito: si vende molto meno latte fresco mentre aumenta il consumo di latte a lunga conservazione, costa di meno. “Abbiamo morti”, mi dice un imprenditore agricolo! Ed è la giusta sintesi di un teatrino composto da tanti attori “che recitano a braccio” e quattro burattinai cialtroni che hanno riempito il sacco e se ne scappano alla faccia di tutti.

E’ un deserto. Non capisco cosa sta succedendo realmente. Mi sembra assurdo sentire parlare la politica di manovre per la crescita, e constatare nella realtà aumenti della benzina, aumenti dell’iva, aumenti delle tasse, aumenti degli interessi sul debito, se te lo concedono! Quello che vedo non ha senso. Mi sembra fatto a posta per far avvenire quello che effettivamente sta succedendo: aziende che chiudono, chi può sposta la produzione all’estero o importa direttamente; lavoratori che si giocano ai videopoker o alla Snai i soldi della cassa integrazione o della disoccupazione, nella speranza che, come è sempre stato da queste parti, sia la solita crisi di passaggio e tra un anno tornerà tutto come prima, mentre altri, professionisti e non, fanno le valige, emigranti, come da generazioni.

Sto pensando anch’io di rimettere tutto in discussione. Stare qui a fare il patriota, per cosa? Per questa terra amara? Per questo Stato? Eppure a volte mi viene da pensare che forse proprio questo è il fine del loro gioco: farci scappare tutti, abbandonare aziende, case, terre. Infondo, tutto questo scenario a chi giova adesso? Chi è che vince ora? Chi può comprare a quattro soldi tutte le attività, le aziende, le case che noi altri stiamo abbandonando o stiamo per lasciare? Chi ha la potenza finanziaria per poterlo fare? Lo vedo, chi compra qui, sono sempre i soliti. E non mi riferisco solo alla malavita! Ho sempre pensato che noi meridionali, essendo ormai assuefatti, non potevamo avvertire la differenza tra quelle passate e questa nuova crisi. E magari lo penserei anch’io se in questi anni non avessi cercato di capire la realtà dei fatti attraverso il vostro blog e altri canali di informazione indipendente. No, forse questa volta è davvero diverso! E allora? E allora con queste righe, oltre al bisogno di sfogarmi, vorrei condividere con voi questi pensieri, vorrei che mi aiutaste a capire dove stiamo andando, o meglio, dove ci stanno portando. Perchè poi penso che il mondo non può finire, non possiamo andare via tutti.

E siccome sono convinto che sopra ci sia un disegno (…non quello divino, ma di chi si crede tale), ragiono per assurdo. Sappiamo quasi tutti che con queste politiche monetarie europee e con le scelte economiche e politiche del nostro governo, un paese come l’Italia non potrà più autosostenersi, non potrà più produrre ricchezza, non potrà più pagare stipendi e pensioni, pertanto non ci sarà futuro. Sembra semplice, probabile, fattibile, forse troppo intuitivo. C’è forse qualcosa sotto che non ci vogliono far capire? Potrebbe arrivare un momento nel quale il sacco sarà ormai colmo, non ci sarà più nulla da saccheggiare, e allora, solo allora qualcuno potrà dire: ok, ci abbiamo provato, l’euro è stato un esperimento fallito! Ed ecco che i padroni del mondo, con il sacco pieno, potranno venire qui a comprare a quattro soldi le macerie! Tanto a loro converrà sempre. E a noi che ancora siamo qui? Cosa conviene? Andare via e provare a rifarsi una vita dignitosa da qualche altra parte ripartendo da zero? O aspettare che le iene bruchino gli ultimi cadaveri per poi ricostruire un futuro dal nulla?

Certo in ogni caso, mi sembra che sempre da zero bisogna ripartire. Anche oggi sto guidando per andare a guadagnarmi la giornata. A destra ho il bellissimo mare della Puglia, a sinistra intravedo il deserto, se proseguo un bel pò più avanti c’è il nord, con ancora qualche possibilità, poi solo un altro piccolo sforzo ed ecco la Svizzera, e comincio ad avvertire profumo di libertà! Ma non dovrebbe essere il contrario? Sono confuso.

Un saluto a tutti.

Francesco

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19 commenti Commenta
sleep2000
Scritto il 14 Marzo 2012 at 14:17

Anche io faccio lo stesso mestiere e penso le stesse indetiche cose.
La mia idea è quella che vogliaono radere al suolo l’italia per farne come negli anni passati la nazione manifatturiera dell’europa… a due soldi.
Insomma una nuova cina.
Giusto il tempo di poterla radere al suolo e poi si potrà iniziare.. sempre che qualcosa non accada prima, perchè come la fisica quantistica ci insegna, finchè non osserviamo un evento, qualsiasi possibilità si può verificare.. e chissà che questa volta non ci siano sorprese, almeno io lo spero.

kry
Scritto il 14 Marzo 2012 at 14:43

Francesco,soluzioni da darti non ne ho. Posso solo dirti coraggio e se veramente credi in quello che fai continua. Ti fornisco alcuni numeri che non vogliono sembrare mal comune mezzo gaudio. Vivo nel nordest,nelle ultime due settimane due famiglie con figli hanno scelto di tornare nelle loro terre d’origine (Mezzogiorno),il mese scorso è ritornata,con mia grossa sorpresa, una famiglia con 3 figli che 2 anni fa si era trasferita in germania. Posso comprendere che il nord sia affascinante e pur meglio di dove ti trovi,potrebbe rivelarsi un illusione. Io sono lavoratore autonomo e alla fine prendo meno di 5€ l’ora e alternative non ce ne sono. Ultimamente stanno aumentando le persone che stanno peggio di me nonostante i ristoranti siano ancora piuttosto pieni. A volte spero in una profonda crisi economica immediata, per poter ricominciare su basi diverse dalle attuali, piuttosto che questa agonia e snervarmi nel continuare inutilmente a sperare in un futuro migliore.

jt_livingstone
Scritto il 14 Marzo 2012 at 15:05

@sleep2000

intervengo come emigrante e posso dire che la burocrazia e gli ostacoli che ci sono in Italia non sono colpa di esterni “chi vuole radere al suolo l’Italia” sono gli Italiani stessi. Una generazione di Italiani che ci governa da oltre mezzo secolo che protegge i propri privilegi spalleggiata da politici corrotti e istituti finanziari senza scrupoli. Sono gli stessi che devastano le nostre aziende, finmeccanica ad esempio, che ci svendono il patrimonio per incrementare la propria ricchezza personale e la sete di potere. L’Italia si indebita per pagare stipendi d’oro ai politici italiani, per pagare la cementificazione, per pagare sprechi e pensioni d’oro. Il conto lo pagano i lavoratori onesti che in cambio ricevono sempre meno servizi.

I problemi del paese non vengono dall’esterno ma dal nostro interno, questa e’ la mia opinione.

Due scenari o i nostri carcerieri si levano dalle palle lasciando largo alla meritocrazia oppure secondo me porteranno il paese alla rovina con la maggior parte delle persone valide che se ne andranno o si adegueranno al sistema (rimanendo depressi per tutto il resto della loro vita pensando a quello che avrebbero potuto fare se…)

Il metodo violento per spodestarli non lo ritengo molto probabile, almeno al momento, anche se a volte verrebbe davvero voglia di fare una rivoluzione, ma poi pensi che tutto sommato si sta bene e allora o subisco in silenzio e tiro a campare oppure me ne vado (cosi’ ho fatto io)

I miei nonni uscivano dalla guerra con poco e hanno creato qualcosa, i miei genitori hanno proseguito con ottimismo creando a loro volta qualcosa.
Guardo la mia generazione e vedo che non creiamo piu’ niente, nemmeno ci riproduciamo piu’, tanto siamo incerti del futuro (siamo un paese con un tasso di riproduzione tra i piu’ bassi del mondo).

P.S. Cmq se qualcuno fa una rivoluzione torno a dare una mano. Preferirei una rivoluzione non violenta che secondo me e’ possibile.

tengobotta
Scritto il 14 Marzo 2012 at 15:59

jt_livingstone,

Ciao a tutti, sono l’autore del post, non so se si capisce tra le righe, ma tengo a precisarlo: non ritengo che i predatori vengano da fuori…..purtroppo le iene di cui parlo sono le stesse persone di cui parla JT_livingstone.
Magari fossero i tedeschi! Come Beppe Grillo sogno l’invasione dei tedeschi!!!!!

sturmer
Scritto il 14 Marzo 2012 at 16:29

Ciao a tutti..
Quanto ti capisco… anche io imprenditore a nord ovest… peccato che mal comune non sia stesso gaudio…

Troppi inutili parassiti da mantenere, non accendo nemmeno più la tv per non rovinarmi il fegato vedendo le stesse facce di m…

Evito di scrivere troppo per non annoiarti, tanti i problemi che viviamo sono praticamente gli stessi… partendo da costi, tasse e clienti che non pagano…

Scritto il 14 Marzo 2012 at 16:41

tengobotta@finanza,

Ciao Tengobotta. Non hai risp alla mia email e allora… ho fatto di testa mia! :mrgreen:

Scritto il 14 Marzo 2012 at 16:41

sturmer@finanza,

Ciao Sturmer, nord ovest di dove? Torinese? (se si può dire…)

tengobotta
Scritto il 14 Marzo 2012 at 17:18

Dream Theater,

Cazzarola Dream, non so come, ora mi sono accorto che è finita nello spam!!! Eppure altre volte ci siamo scambiati dei messaggi! Ti chiedo scusa per non averti risposto! Cmq, nulla da aggiungere.
Francesco

ottofranz
Scritto il 14 Marzo 2012 at 17:22

Che dirti. ..

E’ cambiato e sta cambiando un sistema intero.

Abbiamo passato anni ad inventarci, a consolidare , ad espanderci , per poi scoprire nel corso di un decennio, che proprio facendo quelllo che i nostri padri e nonni nel dopoguerra avevano fatto creando il miracolo economico, ci siamo costruiti il boomerang.

I fatturati , per quanto cresciuti, erano poco rispetto ai fatturati delle Aziende globalizzate, e chi ha avuto buon naso ed è tornato indietro oggi la sfanga, chi è rimasto a metà del guado è a rischio.

Pensare che noi , con si è no 60 mln di anime, compresi gatti e canarini, potessimo competere coi grossi numeri , si sta rivelando un calcolo errato. Siamo un bel mercato, quello si, ma per gli altri.

Abbiamo accolto tutti a braccia aperte per fare i “moderni” e i moderni veri ci hanno messo fuori gioco.

Quello che ci uccide è la velocità.

Appena hai una buona idea non fai a tempo a consolidarla che già te l’hanno copiata e sono in mille a replicarla.
Poi arriva d’incanto il pesce grosso et voila il gioco è fatto.

Guarda come nella Moda i vari H&M e Zara ci hanno massacrato gli Stilisti. Puoi essere certo che non nasceranno nuovi Armani , Versace ecc. E stiamo parlando di una delle voci della nostra economia che ci faceva respirare.

Per tutti gli eroi che ancora ci vogliono provare ad ottenere il loro pezzo di sole, restano le pastoie burocratiche , fiscali, e quant’altro.

Oggi il piccolo imprenditore si salva solo se riesce a restare border line al sistema , ottimizzando le ore della giornata e trasformandole in lavoro remunerato, abbattendo le spese, autofinanziandosi, e producendo reddito in funzione del lavoro orario svolto, soprattutto incassando immediatamente .

Chiunque per produrre reddito debba investire in macchinari o in personale , magari affittando spazi è destinato alla chiusura. Il lavoro del piccolo medio imprenditore non è più sostenibile. Basta un insoluto e sei fregato. Non hai più margine.

E’ un argomento che ho già toccato più volte.

La globalizzazione è la causa di tutti i mali. Ha concentrato in poche mani i fatturati e messo fuori concorso tutti quelli che il sistema alimentavano ed utilizzavano .

La cosa aberrante è che tutti questi Zombies graveranno sul sistema e quindi i Professionisti, gli Statali, i il lavoro dipendente in genere prima o poi se ne dovrà far carico.

Altrettanto aberrante sapere che proprio queste multinazionali, nonostante tolgano lavoro e fatturato a piccoli commercianti ed artigiani , in molti casi non paghino tasse adeguate per i fatturati che scippano .

http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=1887

Le Nazioni usavano un sistema para-autarchico, e lo Stato gestiva in un modo o in un altro gli interscambi agendo da filtro e facendo in modo che non si creassero squilibri.

Il sistema funzionava e rendeva le economie sostenibili . Se poi intervenivano errori la svalutazione delle monete poteva metterci una pezza.

La cosa interessante da notare è che proprio gli Stati e le Nazioni più “liberiste” all’atto pratico non hanno mai permesso Globalizzazione che non fosse studiata a tavolino e concordata. Al contrario hanno preteso da piccole Nazioni come la nostra un totale asservimento .

Il Liberismo è stata la nuova arma di teatro.

Ha abbattuto frontiere , ha massacrato le economie , e rendendo deboli gli Stati ne ha reso possibile la conquista. Senza sparare un colpo. Peccato che il mostro divorerà se stesso.

Le soluzioni ci sarebbero, ma è fuori discussione che vengano attuate. Squadre che vince non cambia.

leone51
Scritto il 14 Marzo 2012 at 18:08

Non so se Lukas legge però vorrei chiedergli una curiosità, se è uscito? o è ancora dentro short nella SP 500 ?

Lukas spero in una tua risposta.

Io sono uscito in attesa degli eventi .

kry
Scritto il 14 Marzo 2012 at 18:17

leone51@finanza,

Scusa,Lukas scrive un post settimanale, vai alla home, trovi il suo post e li fai la domanda. Scusa Dream se mi sono permesso.

andrea.mensa
Scritto il 14 Marzo 2012 at 18:46

io credo che fino a che avremo delle severino che fatturano 3000€ all’ora ( due mesi di lavoro di un operaio) e pagano il 44% di irpef potremo solo ridurci ad una landa deserta.

Scritto il 14 Marzo 2012 at 19:21

kry@finanza:
leone51@finanza,

Scusa,Lukas scrive un post settimanale, vai alla home, trovi il suo post e li fai la domanda. Scusa Dream se mi sono permesso.

Figurati, anzi, grazie!!!!

Scritto il 14 Marzo 2012 at 19:22

tengobotta@finanza,

Ti perdono per stavolta… :mrgreen:

sturmer
Scritto il 14 Marzo 2012 at 20:20

Dream Theater,

Ciao… scusa il ritardo, giornata incasinata…

Un pò più su… Biella…

Ciao!

brio
Scritto il 14 Marzo 2012 at 23:25

Cosa fare ?
Andartene caro, almeno per ora.
La svizzera va benissimo.
Io ho fatto la spola settimana scorsa, stò vedendo per una piccola attività di servizi tipo bar.
Da ex imprenditore, oggi “consulente” in sistemi di sicurezza, anti incendio etc mi sono ormai convinto che da noi stai bene se sei:
– pensionato con una discreta pensione,
– dipendente statale ( politico, ministeriale, enti vari – più inutili sono meglio stai )
– dipendente parastatale ( scuole, ospedali, ferrovie e compagnia bella )
– dipendente di settori protetti ( banche, assicurazioni, editoria varia, utilities, etc )
– extracomunitario perchè generalmente non hai nulla da perdere
– delinquente perchè sicuramente non hai nulla da perdere
Praticamente se sei mariuolo o se non produci nulla ma giri solo carta e parli ( a vanvera ) in italia stai benissimo
Se sei onesto, hai voglia di lavorare e hai la possibilità ( e tu ce l’hai ), te ne devi andare.
Alle tremiti ci vai a fare le vacanze.
E quando tutta questa farsa sarà finalmente finita ( sarà crollato tutto ) e l’italia ridotta ad un paese di poveri vecchi e di depressi mescolati ad una poltiglia multietnica di extracomunitari sarai tu a tornare facendo la spesa a sconto di quello che ti piace.
Io spero di concludere in qualche mese.
Se vuoi qualche info sulla svizzera puoi scrivermi a mauriziobrioschi@libero.it .
Buona Fortuna
P.S. ma Mattachiuz non scrive più ?

lampo
Scritto il 15 Marzo 2012 at 00:15

Il Consiglio che ti posso dare è, se conosci bene l’inglese, di andare a cercare fortuna in Paesi come la Norvegia o la Svezia…, magari contattando anticipatamente qualche azienda o informandoti nei siti specializzati nelle offerte e servizi inerenti il lavoro.

Non considerarla però una scelta definitiva: vedila come un investimento del tuo tempo per compiere qualche breve esperienza (di qualche mese) all’estero, cogliere i lati positivi (diversa concezione del lavoro rispetto a noi… dove chi effettivamente ha voglia di lavorare ed è efficiente viene ampiamente rispettato ed aiutato… lascio perdere cosa succede qui… visto che l’hai già sperimentato sulla pelle… a giudicare dal tenore del post) e negativi (ci sono anche quelli, come dappertutto).

Con la diversità di potere di acquisto (in particolare in Norvegia), specie se trovi una soluzione con vitto e alloggio compreso nel posto di lavoro…, nel giro di poco tempo puoi rapidamente formarti un piccolo capitale, da dove ripartire con qualche idea che sicuramente ti è venuta nel frattempo… visto che, quando ti accorgerai che ci sono alternative, le idee non mancheranno… anzi avrai difficoltà a selezionarle. Poi un bel project con una stima dei rischi massimi e dei potenziali clienti…

Il problema è che spesso, qui in Italia, guardando quello che ci circonda e soprattutto la poca capacità di cambiamento (a parte i fiumi di parole) spesso ci deprimiamo inutilmente (forse per questo le statistiche ci dicono che siamo grandi consumatori di TV… è il nostro modo per estraniarci 🙄 )

Invece dobbiamo imparare a considerare il nostro tempo come il bene più prezioso, e quindi ottimizzarne la gestione nel miglior modo possibile, specie in termini di efficienza (ovviamente non dimenticare gli affetti e gli amici, il cui tempo deve rimanere sempre, altrimenti che vita è 😉 )

Vedrai che dopo, acquisterai un’altra visione… e sarai praticamente impermeabile a ciò che ti deprime in questo paese(llo)… riuscendo a trovare il modo per viverci e lavorare.

Potrebbe anche capitare però sempre che qualche offerta estera… sia da considerare più allettante, rispetto al rischio e alla fatica di creare un progetto di lavoro al tuo rientro in Italia, visto specialmente il settore di cui ti occupi (molto interessante).

La scelta, in questo caso, sarà personale. 😉

tengobotta
Scritto il 15 Marzo 2012 at 08:13

lampo,

Grazie Lampo. Parli come uno che guarda questo paese da fuori. Vivi all’estero? Andare all’estero ci sto pensando. Purtroppo la reale difficoltà è che il mio inglese non fluently è un pò arruginito! E imparare il danese o il norvegese….!! Ricordo negli anni 90 MTV trasmetteva solo programmi in inglese e solo ascoltando già imparavi qualcosa. Sono stato un periodo in nord europa…..lì al cinema non doppiano i film…… qua mettono la lingua inglese alle elementari insegnandola in italiano.

tengobotta
Scritto il 15 Marzo 2012 at 08:15

brio@finanza,

Grazie Brio! Ho un caro amico in Svizzera e infatti sto prendendo info, però approfitterò della tua disponibilità e ti scriverò, così mi darai delle dritte! 😉

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