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Debito governativo: future promozioni e bocciature
In passato ho spesso parlato di Credit Default Swap e di rating: su quest’ultimo abbiamo già detto di tutto e di più, sia su quanto sia politicizzato, perennemente non in linea con la realtà e quindi poco utile. Resta però un parametro molto importante e universalmente riconosciuto per valutare la solvibilità e lo stato di salute di un emittente. Incuriosiscono però alcune situazioni veramente ridicole che sono successe recentemente…
L’agenzia di rating Standard & Poor’s non ha le idee molto chiare sulle casse di risparmio spagnole. Dopo aver assegnato AA+ all’emissione da 2 miliardi di euro della Caixa, in serata si è corretta, abbassando il giudizio a doppia A. Peccato che l’errore si riferisse allo scorso aprile. È come se sul libretto ti cancellassero un 30 preso l’anno prima, firmandoti un bel 25. Dopo subprime, arms, cocos e altre diavolerie, ci mancava solo il downgrade retroattivo… (Source)
Discorso diverso per il Credit Default Swap, i CDS, vere e proprie polizze assicurative sul default di un emittente. Sono soprattutto legate allo spread tra il rendimento dell’emittente e il tasso free risk. Ma non crediate che i CDS siano impeccabili. Basta solo pensare a quanto sta accadendo negli USA con General Motors, dove molti CDS continuano ad essere scambiati totalmente “naked”, senza sottostante fisico, proprio perché non esiste un sottostante a cui legarli. Quindi CDS puramente speculativi che assicurano il fumo. Robe da matti…
Lasciando però da parte questi estremi, cerchiamo di essere costruttivi (credo sia importante cercare di tirare fuori il buono da questo ammasso di m***a che è diventata la finanza) e con l’aiuto di Bloomberg andiamo a vedere come ottenere interessanti risultati incrociando Credit Default Swap e rating emittente.
Il grafico: CDS + rating
L’asse delle X rappresenta i CDS (più è alto il CDS e più c’è rischio), sull’asse delle Y trovate il rating composto.
Oggetto dello studio: debito governativo.
La base o zoccolo duro è l’area 1, dove troviamo:
1) Norvegia
2) Svezia
3) Finlandia
4) Svizzera
5) Usa
6) Danimarca
7) Olanda
8) Germania
9) Francia
10) Gran Bretagna (!!!?!?!)
11) Austria
12) Francia
Questi stati dovrebbero garantire il massimo della solidità avendo CDS molto bassi e rating molto alto.
La linea curva consideratela come la linea di coerenza. Se uno stato si trova a ridosso della linea, significa che il mercato sia a livello di rating che di CDS valuta l’emittente in modo equo e quindi, a meno di trovarsi con scossoni particolari, il rating di quell’emittente non cambierà. Se invece l’emittente si trova lontano dalla curva, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va.
Quali i futuri promossi e bocciati?
Come leggere il grafico di cui sopra? Quando un emittente è sopra alla curva, significa che c’è aria di promozione e più è ampio lo spread dalla curva e più è probabile un innalzamento di rating. O se preferite, il rating oggi non è adeguato in quanto troppo negativo.
Viceversa, quando l’emittente è sotto la curva, c’è rischio downgrading.
Ma guardate bene il grafico e capirete tante cose. Innanzitutto chi è a rischio downgrading: la Grecia, la quale viene tenuta POLITICAMENTE sulla linea dell’investment grade, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna e il Belgio. Ma anche l’Italia. Quindi la politica conta tantissimo sul rating e questa ne è la dimostrazione. A rischio anche il Bahrein a causa dei moti degli ultimi giorni. Ma parliamo anche dei possibili upgrading: Ucraina, Argentina (!!?!?!), Vietnam, Indonesia, Colombia e Filippine. Difficoltà nella lettura del grafico? Eccovi la scheda che vi semplifica la vita.
Domanda: guardando questa scheda, qual è l’area geografica più interessante per i prossimi anni?
STAY TUNED!
DT
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paolo41: Dream, personalmente ho già scommesso sull’Australia ……
scommesso in senso metaforico o … per andarci a vivere ?
non sono molto assidua in questi gg. Ma oggi ho trovato il tempo di venire a leggermi il blog ed ho trovato questo interessantissimo post.
grazie DT ❗
U.K……. in area 1 .. 😯 … why???
loro hanno i Tudors e noi bunga bunga
… magari…. troppo vecchio e troppi vincoli…. ma non si sa mai…..
bella come natura ma troppo selvaggia per i miei gusti. O forse quando ci sono stata dieci anni fa non ho fatto tappa a Melbourne che è la città più “dotta”.
no, no, cara vecchia europa sei imbattibile. In un lampo vai da francoforte a roma o da milano a vienna , ecc.
e poi se uno riesce a farcela qui, nel vecchio mondo, ce l’ha fatta dappertutto.(parere personale!)
forse gli equilibri stanno cambiando, noi siamo in decadimento; forse il futuro sarà altrove, ma io amo il “vecchio” e pertanto non volgo lo sguardo al altri lidi. 😉
Grazie mille della segnalazione DT, davvero interessante. Quindi i Paesi così detti emergenti erano, sono e saranno quelli su cui puntare. Tra l’altro se si considera che, salvo eccezioni come il Brasile, le monete di questi paesi sono sottovalutate rispetto al dollaro ed estremamente sottovalutate rispetto all’euro, per noi è conveniente investirvi.
Dream, personalmente ho già scommesso sull’Australia ……