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Credit Default Swap e Debito Pubblico: Stati sovrani in bilico

Scritto il alle 11:45 da Danilo DT

Crisi Grecia: una tematica ampiamente discussa su questo blog. Potete vedere le precedenti discussioni cliccando proprio sulla scritta “ crisi Grecia “ .

Innanzitutto buongiorno. Stamattina ho fatto il mio consueto giro turistico macroeconomico sulla mia workstation Bloomberg, e subito una cosa mi è saltata all’occhio. Guardando i CDS, dei cosiddetti “paesi sviluppati”, mi sono accordo di un dato apparentemente anomalo.
I CDS sulla Grecia sono tornati a salire vorticosamente. Ma non solo… Anche gli altri stati sono peggiorati notevolmente. Ma cosa è successo?

 
In linea di massima non c’è da essere così sorpresi. Sta accadendo ESATTAMENTE quando preventivato e discusso in passato.
Lo “switch” del debito, ovvero il passaggio del debito privato e bancario a debito di Stato, sta mettendo in difficoltà la solvibilità dei vari emittenti sovrani.
E questo processo non solo non si è ancora interrotto, ma continua. E continuerà, soffocando ulteriormente i vari paesi. E, udite udite, chi ne potrebbe beneficiare saranno quei paesi che hanno un minore peso del debito privato rispetto al debito pubblico.
Ve lo ricordate questo grafico? Dateci una ripassatina….

Non è quindi un caso che proprio stamattina Moody’s sorprende un po’ tutti dicendo che…

“…su un arco di tempo di oltre 10 anni, l’Italia é riuscita ad invertire e, quindi, stabilizzare il rapporto debito/pil grazie alla riduzione dei costi di finanziamento del debito e alla generazione di ampi avanzi primari…Alcune recenti iniziative del governo indicano che il bilancio pubblico può offrire uno spazio di manovra sufficiente per conseguire ulteriori risparmi e incrementi dell’efficienza contribuirebbe ad ancorare le aspettative dei mercati e migliorare il rapporto tra risorse pubbliche e costi di finanziamento del debito, una premessa essenziale per rivedere al rialzo il rating sulle obbligazioni governative italiane…” (Fonte: IlSole24Ore)

Ma tu guarda! L’Italia, la tanto bistrattata e beffeggiata Italia che bagna il naso ai vari big mondiali… Certo, dobbiamo ringraziare che le nostre banche, accusate da tutto il sistema anglosassone di essere troppo “retrò” non hanno necessitato di quei bailout, di quei salvataggi che invece hanno caratterizzato altri paesi, USA e Gran Bretagna in primis.
Plauso anche dal Fondo Monetario internazionale. Il FMI dice che…

 

“Le autorità hanno resistito in modo appropriato alla pressione per un ampio stimolo fiscale così da contenere il deficit e hanno adottato misure tempestive per rafforzare le reti di sicurezza e sostenere il settore finanziarie…la ripresa in Italia è modesta e fragile e basata sulla domanda esterna…ma apprezziamo alcune valutazioni positive su come il governo ha gestito la crisi e accogliamo la sfida sulle riforme strutturali.” (Fonte: IlSole24Ore)

Che dire: stiamo sereni sul nostro debito, sui nostri BTP, BOT e CCT. I pericoli, molto probabilmente stanno altrove.

Il caso Irlanda

 

E tra i tanti, l’Irlanda, paese che beneficia di un rating non consono alla sua realtà, è quello che fa paura.
Proprio ieri il governo ha dato l’ennesima mano alle banche in crisi: la Nama (National Asset Management Agency) ha annunciato l’acquisto del 47% delle sofferenze delle banche. Se non è nazionalizzazione del debito questa!
Certo, l’operazione verrà fatta a sconto (circa il 53%), ma si tratta comunque di una continuazione del famigerato Switch del debito, che viene accollato sulla comunità.

Il caso Grecia

 

Ma non è tutto. A complicare le cose ci si mette nuovamente la Grecia. La Grecia? Si… Proprio lei.. Ma non l’avevano salvata? Si… ma forse il mercato inizia a temere che la soluzione intrapresa non sia quella giusta. Se poi andiamo ad aggiungere quanto successo ieri, tutto diventa più chiaro….

Spiegazione.
Ieri è stata fatta una riapertura di un bond greco , un ventennale. L’obiettivo era raccogliere un miliardo di Euro. Morale: sottoscritti SOLO 390 milioni, in un momento in cui, per esempio , il bond Prysmian, senza rating ha ottenuto un successo spropositato (segno che la liquidità a disposizione per investire su obbligazioni redditizie non manca). Dunque è venuta meno la fiducia sulla Grecia. E il Credit Default Swap ne ha subito risentito.

 

Tabella Credit Default Swap Stati Sovrani Sviluppati

I Credit Default Swap Stati Sovrani Sviluppati sono stati messi in ordine di Rischiosità.
Di fianco ai Credit Default Swap troverete anche i rendimenti dei rispettivi benchmark nazionali a 5 anni.

 

Conclusioni

 

Quanto scritto sopra, credo testimoni in modo chiaro la situazione difficile in cui si trovano gli Stati, costretti a salvare, tamponare falle, incentivare la ripresa. E la domanda che dobbiamo porci è la seguente: ma cosa accadrà quando questo sostegno pubblico verrà meno (e gli Stati avranno finito la benzina)?
E ancora: come riusciranno gli Stati a smaltire la valanga di debito che si sono accollati?
E poi: cosa comporterà per la nostra moneta unica, l’Euro, l’interventismo dei Governi Europei?
Di questo e di altro abbiamo già parlato copiosamente (alla faccia di chi dice che non facciamo macroeconomia) proprio nella categoria Macroeconomia.
Però voglio ricordarvi una grande certezza. Lo spostamento del debito da privato a statale non risolve il problema, lo “differisce”.
Ma il mercato non lo ha ancora capito.

STAY TUNED!

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