Bolle… le mille bolle blu…
Ammetto che negli ultimi post, ho preso un indirizzo abbastanza prudenziale o, se preferite, negativo sui mercati. Anche se dal punto di vista tecnico non possiamo ancora essere “Shortisti” sull’equity, in quanto continua a permanere valida la fase laterale dell’indice benchmark S&P 500, da più parti mi sembra di sentire odore di … come possiamo dire… fregatura? Rischio? Bolla?
Beh, forse il termine migliore è proprio “bolla”, una bolla che è visibile da più parti. Innanzitutto l’atteggiamento del mercato sulla vicenda subprime: chi mi legge da un po’ di tempo, avrà già avuto modo di sapere cosa ne penso ed i rischi a cui tuttora siamo esposti. E poi la grande esplosione economica e borsistica dell’Estremo Oriente. E di questo ho scritto negli ultimi 2 post. Ma la bolla è tutta qui?
La bolla nera: il petrolio
Il tema è già stato affrontato. Però ormai il petrolio sta raggiungendo livelli che possono solo essere considerati da bolla. E proprio ora, mentre sto scrivendo, con un occhio al PC e uno al mio portale di informazioni, vedo che…ormai è sempre più vicina la soglia storica dei 100 dollari/bar. Sui mercati asiatici si sono toccati i 98,03 dollari per barile, anche se nel prosieguo delle contrattazioni si sono poi lievemente assestati, scendendo al di sotto del picco dei 98 dollari: alle 12,45 ora di Singapore, le 6,45 in Italia, il future sul Light Sweet Crude passava di mano a 97,86 dollari a barile il contratto principale, 1,16 dollari in più rispetto al precedente top di 96,70 dollari registrato in chiusura a New York. Il Brent del Mare del Nord a sua volta ha superato per la prima volta il limite dei 94 dollari al barile arrivando a essere scambiato a 94,48 per le consegne a dicembre. Quotazioni che ormai hanno raggiunto l’assurdo. Anche il livello tecnico importantissimo, posto in area 96 $/bar per il WTI, è stato violato (attenzione, non è detta l’ultima parola), e ormai l’intenzione sembra proprio quella di arrivare a quota 100 $/bar, o se preferite, se continuiamo ad usare Fibonacci, 100.074 $/bar. Diciamo che tutto questo mi ha regalato una piccola soddisfazione, ovvero di aver pronosticato giusto quando, alla violazione di area 78.4 $/bar avevo ipotizzato il raggiungimento dei 96 $/bar. Ma mai avrei pensato che tale scenario venisse reale tanto rapidamente e soprattutto non avrei mai creduto che poi, proprio quota 96 venisse ulteriormente violata. Che volete, magra consolazione… anche perché ora la situazione si fa difficile… Innanzitutto ormai la speculazione sull’oro nero domina e rende quindi tutto possibile. Inoltre queste quotazioni sono un eccellente elemento inflativo. La benzina e il gasolio, alle pompe, hanno raggiunto livelli quasi da Barbaresco del 2001 (per non esagerare…). Ma ovviamente c’è di più. Intanto cliccate qui sotto per vedere (se volete) il grafico aggiornato del WTI con il wedge sull’RSI e le proiezioni fibonacciane…
WTI 2007 proiezioni
Col dollaro sono dolori
Ennesima presa per i fondelli. Il Tesoro USA continua a sostenere che loro vogliono un dollaro forte. Mai cosa più falsa è stata detta dai governanti americani. Ma quando mai vogliono un dollaro forte? Grazie al dollaro “carta da parati” (usando la terminologia di un lettore) gli USA stanno risistemando il deficit commerciale senza poi dimenticare che, udite udite, stanno lievitando le esportazioni, proprio dal quel paese che non era mai riuscito a produrre a sufficienza per ottemperare alle necessità dei consumatori americani. E proprio grazie a queste “novità”, gli USA non sono già in profonda recessione. Ormai l’euro è sopra il massimo storico mai raggiunto anche contro il marco tedesco. Per forza di cose questo perdurare del super Euro “costringerà” la BCE ad una politica monetaria attendista. Quindi si prospettano ancora tassi fermi in Europa per un bel po’. Ma c’è di più. La maggioranza degli operatori è convinta che Bernanke possa tagliare ulteriormente i tassi, se ci sarà il minimo spazio per poter intervenire. Quindi? Immaginatevi un po’ cosa può succedere, sia al dollaro che al petrolio, che come sapete bene dai post scritti in passato, sono perfettamente correlati in modo inverso. Basta vedere il Dollar Index dove è finito. Tra un po’ l’indicatore RSI mi va in negativo…
Dollar Index 2007
Target per il $
Anche qui, dunque, siamo arrivati alla violazione di un livello importante di resistenza (vedete? In perfetta combinazione con la violazione del WTI). Ormai sembra più che plausibile il raggiungimento di quota 1.50 (magari in corrispondenza dei 100 $/bar? Vedremo…) e nel frattempo… Ennesima impennata, anche per i prezzi dell’oro. Sul mercato a contanti di Londra, l’oncia ha segnato il primo fixing a quota 817 dollari. Il target posto a 850 $/bar non è più una chimera; è un livello di forte valenza tecnica e storica, essendo anche il livello raggiunto nel gennaio del 1980. Ma giunti a questo punto, non mi sorprendo più di nulla… E noi, europei, dovremo essere orgogliosi di avere una super moneta che ci fa più ricchi rispetto ai poveri americani, giapponesi e svizzeri (per fare 3 esempi)… Sulla carta… Andateglielo raccontare alle imprese che devono esportare. Un calcio negli stinchi è il minimo che rimedierete…
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