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2015: Tassi in rialzo, equity top performer. Ma questa volta è veramente diverso?
Il futuro dei mercati finanziari secondo Goldman Sachs. Il ragionamento fila se non fosse che non si considera un piccolo particolare…
Ma tu guarda, pian pianino anche alcune case blasonate come Goldman Sachs iniziano a cambiare il tiro ed a rivalutare il percorso dei tassi di interesse USA.
La domanda chiave è sempre la stessa: quando la FED alzerà i tassi di interesse? Le nostre valutazioni ci fanno pensare addirittura ad un aumento dei tassi più aggressivo (nella tempistica) del previsto, ovvero primo semestre 2015.
Il percorso è ormai noto.
Eccovi in questa slide, a titolo di “remind”, il progetto di vita, morte e (…) miracoli del QE3. La morte (agonia) è ovviamente il “tapering” che porterà il QE ad una chiusura nel mese di ottobre 2014.
QE3: il percorso ed il progetto di chiusura
Questo come da programma, tranne colpi di scena clamorosi, come un prolungamento che però mi sento di escludere categoricamente.
Ciò che prevede Goldman Sachs però è decisamente aggressivo ed è riscontrabile in questa chart
Le previsioni di Goldman Sachs sui tassi FED
Un aumento dei tassi che partirà ad inizio 2015 per poi arrivare, nel 2018, ad una normalizzazione al 4%. (Non trovate delle assonanze con quanto detto da questo personaggio NON GS?) Ma la cosa interessante non è il target finale ma il QUANDO questa inversione dei tassi partirà. Ma non solo. Goldman Sachs prevede una “drammatica” (così la definiscono!) divergenza tra iritorni derivanti dal mercato azionario ed o bbligazionario.
“We forecast a dramatic divergence between stock and bond returns during the next several years,” a Goldman team led by stock strategist David Kostin wrote to clients this week. Goldman predicts the S&P 500 will generate a 6% annualized total return between now and 2018, compared to a 1% annualized gain for the benchmark 10-year Treasury note, assuming the Fed starts raising rates in the middle of next year.
Quindi azioni decisamente più performanti dei bonds. Sul fatto che le obbligazioni fossero NON performanti, beh, si sfonda una porta aperta. Ma sull’equity…che mai così positivi?
Stocks typically perform well in the months leading up to an initial rate increase, Goldman says. For instance, when the Fed first raised interest rates in 1994, 1999 and 2004, the S&P 500 rallied 11%, 21% and 18%, respectively in the 12 months prior to those moves. The market then declined in each of those subsequent one- and three-month periods following a rate increase.
Non è carino dirlo ma…questa volta sarà diverso, visto che il ciclo dell’economia è stato “modificato” da una campagna di politica monetaria espansiva senza precedenti? Il ragionamento di GS fila perfettamente ed è giusto che il mercato azionario, nella prima fase di un ciclo di rialzi di tassi, performi bene. Questo perché il rialzo dei tassi è legato ad un miglioramento dello scenario economico e ad una crescita economica forte e concreta. Quindi, aumento dell’inflazione ed intervento delle banche centrali per “raffreddare” gli entusiasmi.
Ma i requisiti, questa volta, sono gli stessi?
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Discesa dell’oro nero, grains e softs in ascesa, metalli in range confinato.
Non sará questo il metodo per sviluppare l’inflazione, cioè sul groppone di chi deve mangiare tutti i giorni ?
Sono convinto che Goldman ai propri clienti privilegiati stia dicendo ben altre cose.
A proposito di ripresa in Europa avete visto l’eccellente dato del panzerfaust tedesco sugli ordini industriali?
-3,2% contro attese di + 1%