PIL Italiano: siamo sicuri che crescerà?

Scritto il alle 11:30 da lampo

Come accennavo pochi giorni fa in un mio commento sul blog, vi mostro un grafico, tratto dall’ultimo rapporto “Il Commercio Estero dell’Italia nel 2011” dell’ ICE ([1]), ovvero l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Mostra dal 2009 al 2011 quale sia stata l’incidenza delle componenti che contribuiscono alla variazione del nostro PIL.

Fonte: ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – Il Commercio Estero dell’Italia nel 2011

E’ indubbiamente impressionante il calo della domanda nazionale (in giallo), composta principalmente dai consumi).

Si è decisamente “ristretta”: nel 2009 costituiva il maggior contribuente della variazione del PIL… nel 2011 il minore!

Ovviamente, visto che i consumi interni non tirano, è diminuito anche l’influenza sulla variazione del PIL dovuta alla variazione delle scorte (in rosso).

D’altronde se gli italiani consumano di meno, che senso ha continuare a produrre scorte?

Cito un breve estratto dal rapporto dell’ICE relativamente all’ultimo trimestre del 2011  ([1]):

…negli ultimi tre mesi dell’anno passato tutte le componenti della domanda nazionale hanno mostrato flessioni, contribuendo negativamente alla crescita del prodotto: in particolare i consumi privati e gli investimenti fissi lordi, oltre che le scorte.

In particolare, le componenti della domanda che con il loro andamento hanno maggiormente frenato la crescita del prodotto sono stati la spesa delle amministrazioni pubbliche (-0,2), le scorte (-0,5) e gli investimenti fissi lordi (-0,4 nel complesso), soprattutto per le pesanti flessioni di quelli relativi al settore delle costruzioni, diminuiti del 2,8%.

Vi ricordo che nell’ultimo trimestre 2011 ([1]), l’Italia ha subito una flessione del PIL pari allo 0,7% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% rispetto all’anno prima (stesso trimestre del 2010).

Quindi l’unica componente che attualmente assume un ruolo decisivo sulla variazione del PIL sono le esportazioni (in verde).

Finalmente un dato positivo: le esportazioni hanno compiuto un bel record!

Nel 2011 le esportazioni italiane di merci sono aumentate dell’ 11,4% rispetto al 2010 per un totale di circa 376 miliardi di euro, valore mai registrato in precedenza, superiore di 7 miliardi rispetto al livello massimo raggiunto nel 2008, prima della crisi economica; la crescita nel mercato extra-Ue (+14,9%) è stata più sostenuta di quella relativa al mercato Ue (+8,8%).

Tutto bene allora?

Lo lascio giudicare a voi stessi.

Prima però voglio ricordare, a chi se lo fosse perso, l’ultimo post del blog sugli investimenti diretti esteri:

Investimenti diretti esteri: Italia fanalino di coda, i soldi vanno altrove

Sarà utile come premessa per comprendere, con un’ottica di più lungo periodo la prossima tabella, che mostra la classifica dei Paesi che acquistano le nostre esportazioni ([1]). Ovvero da chi, come abbiamo visto nel grafico precedente, dipendiamo per la variazione del nostro PIL!

I dati partono dal 2006 sino al dato provvisorio (stima) del 2011.

Fonte: ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – Il Commercio Estero dell’Italia nel 2011

Come notate… Germania, Francia e Stati Uniti si sono sempre collocati in “pole position”!

Anzi… per essere più precisi… circa un terzo delle nostre esportazioni dipendono da loro.

Spero che adesso abbiate compreso la gravità di dipendere per la variazione del nostro PIL, principalmente dalle esportazioni, come avvenuto nel 2011.

Infatti se queste economie non dovessero più andare bene (come effettivamente sta succedendo)… ecco che noi ne saremmo immediatamente influenzati in negativo!

Debbo riconoscere che questo rapporto dell’ICE è stato veramente illuminante: è un vero peccato che i mass-media e quindi la maggior parte della gente… non li legga!

Quindi per comprendere e prevedere l’andamento futuro del nostro PIL, fin quando non riusciremo ad aumentare l’incidenza di altri fattori sulla sua variazione (ecco l’importanza degli investimenti diretti), è chiaro che dovremo osservare l’andamento delle esportazioni.

Come sono andate le nostre esportazioni nel 2012?

C’è lo dice lo stesso ICE, nel suo ultimo bollettino flash ([2]):

Nel mese di gennaio 2012, le esportazioni italiane sono diminuite del 2,5 per cento, rispetto al mese precedente. Anche le importazioni hanno registrato una lieve flessione (-0,5%): nonostante gli acquisti dai paesi extra-Ue abbiano riportato una variazione congiunturale positiva e pari a 5,1 per cento, il dato complessivo riflette la frenata delle importazioni dai partner Ue (-5,2%).

Cosa dite: aumenterà il nostro PIL?

Quali sono le soluzioni?

Ce ne sono tante: ne parliamo spesso in queste pagine.

Sicuramente la più facile è far ripartire i consumi, operando una ridistribuzione della ricchezza nel nostro Paese (l’indice di Gini ci dice che sta succedendo il contrario!)

Poi, come spesso ripeto, fare piani di lungo periodo, magari anche in collaborazione con i nostri partner europei (altrimenti a cosa serve far parte dell’Europa!).

Su quali temi?

Ovviamente le nostre risorse: turismo, prodotti eno-gastronomici, moda, meccanica, ecc.

Però partirei da una vera politica energetica di lungo periodo (fra poco scoppierà un’altra bolla in Italia… ne riparleremo).

Sta succedendo qualcosa di tutto questo?

A voi la risposta.

Cosa possiamo fare in prima persona?

Avere l’umiltà di perdere un po’ di tempo per allargare i nostri orizzonti ed imparare un po’ di economia reale (non quella scritta sui libri…).

Così i nostri amministratori… non potranno più raccontarci frottole!

Non credo che ci sia altro modo per cambiare le sorti di questo Paese se non aumentando la conoscenza. Adesso capite quanto sia importante l’educazione ed in particolare catturare la curiosità delle persone nel cercare di imparare nuove cose.

Per quel poco che posso, con questi post, spero di contribuire in minima parte. 🙄

Buona riflessione.

Lampo

P.S.

Ultimo particolare, degno di nota.

Il nostro caro DT, in questo post dello scorso 23 dicembre, aveva correttamente previsto cosa sarebbe successo al nostro PIL:

PIL Italia: dati, composizione e previsioni

Peccato, che, per la coincidenza con il periodo di Natale… probabilmente è stato letto da pochi frequentatori del blog. 🙄

Bravura, una coincidenza? Non credo. Solo una mente lucida che, con grande dedizione e impegno, valuta correttamente i dati economici di cui ogni giorno siamo invasi.

Poi… li descrive e condivide con noi.

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Fonti:
[1] ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane  – Il Commercio Estero dell’Italia nel 2011.
[2] ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane  – Commercio estero – gennaio 2012 (16 marzo 2012).

 

 

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22 commenti Commenta
Scritto il 6 Aprile 2012 at 11:57

Superfluo dirlo, ma…. grande Lampo!

sturmer
Scritto il 6 Aprile 2012 at 12:09

Parole sante… ma abbiamo a che fare con milioni di persone educate a “Grandi Fratelli” ed “Isole dei famosi”… non illudiamoci!

Una digressione, più che altro una mia curiosità: credo abbiamo tutti letto del volantino dei “9 italiani”… e penso che sia solo una bufala preventiva tipo falange armata degli anni ’90… un messaggio tra di loro insomma…

Carta intestata di una società di Roma, che farebbe un pò di tutto (ex google…), con la sede (qualcuno l’ha vista su google streetview?) vicino alla ferrovia, e con un numero di telefono di Torino???

Una società di copertura di qualche servizio???

Boh…, confesso che io, più che grandi fratelli, perdo troppo tempo a leggere Tom Clancy…

Buona Pasqua!!!

ubersoft
Scritto il 6 Aprile 2012 at 12:25

a quale bolla ti riferisci? 😮

cmq complimenti 😀

lampo
Scritto il 6 Aprile 2012 at 12:37

Buona Pasqua a tutti… soprattutto Pasquetta, occasione di ritrovo!

ubersoft@finanzaonline,

Si tratta di un argomento spinoso… soprattutto per le tasche degli italiani: ne riparleremo dopo Pasqua.
Lasciamo un po’ di “suspanse”

symon
Scritto il 6 Aprile 2012 at 12:46

Che la concentrazione di ricchezza sia elevata nel nostro Paese è FALSO se rapportata ad analoghi Paesi sviluppati. Piuttosto il problema sono i redditi, bassi e oberati da una pressione fiscale eccessiva. Immaginiamo che ci sia un’altra crisi importante e che noi perdiamo 50 miliardi in esportazioni, che fine farà il PIL? L’unica via è il ridimensionamento del settore pubblico e della spesa pubblica (semplicemente abnorme) e in casi estremi ristutturazione del debito. tertium non datur.
thedreamer

lampo
Scritto il 6 Aprile 2012 at 12:52

symon@finanza,

In merito alla concentrazione della ricchezza, prova a rileggere questo post che avevo scritto tempo fa (dati OCSE):
http://intermarketandmore.finanza.com/ricchi-e-poveri-38445.html

Per il resto sono d’accordo… ma alla riduzione della spesa bisogna accompagnare semplificazione, aumento efficienza, e investimenti in settori che facciano da volano per il futuro.
Per il momento vedo molto poco di tutto questo… ed è stata scelta la strada più semplice: aumentare la tassazione!

gaolin
Scritto il 6 Aprile 2012 at 14:33

Grazie Lampo per i tuoi sempre splendidi post.
Io azzardo una previsione non campata in aria.
Quest’anno il PIL italiano calerà nel range 5-7%.

paolo41
Scritto il 6 Aprile 2012 at 14:46

lampo,

bel post..complimenti!

gaolin@finanza,

…..spero che la tua previsione sia esageratamente pessimista….

Dream Theater,

..comunque auguri di Buona Pasqua a tutti !!!!!!

sturmer
Scritto il 6 Aprile 2012 at 14:59

gaolin@finanza,

Se può essere un indizio, i miei clienti (tessile-abbigliamento) prevedono una caduta nel migliore dei casi del 10%…

pinco14
Scritto il 6 Aprile 2012 at 15:08

gaolin@finanza,

mmmhhh
chissa perchè ma codesta variazione del PIL che prevedi mi ricorda tanto la Grecia… 🙁

lampo
Scritto il 6 Aprile 2012 at 15:28

gaolin@finanza,

sturmer@finanza,

Ma come siete pessimisti! 😆

Io non azzardo previsioni: preferisco solo estrapolare dati che ci aiutino a comprendere meglio la situazione odierna e a cosa andiamo incontro.

L’unico dato certo è che quest’anno non sarà positivo… poi i successivi potrebbe essere positivo, sull’anno precedente più negativo. 🙄

Per cambiare questa tendenza… bisognerà cambiare tanto noi stessi … e il concetto di “interesse economico” che abbiamo: trasformarlo da individuale (spesso del più furbo) a condiviso (se le cose vanno bene per il Paese, o comunque per un gruppo più ampio… andranno bene anche per me).
Su questo aspetto avremmo veramente molto da imparare dalla Germania… o dalla Cina

Non c’è dubbio che richiederà molto sacrificio…

calciatore
Scritto il 6 Aprile 2012 at 15:57

Concordo anch’io che nel 2012 il pil scendera’ oltre il 5%, tutti si lamentano, il credit crunch non molla e vedrete come andranno le spese di pasqua. Auguri a tutti!!

anonimo13
Scritto il 6 Aprile 2012 at 16:47

gaolin@finanza,

Auguratevi che non vada oltre il -1,7% altrimenti vi tocca pagare altre tasse

gainhunter
Scritto il 6 Aprile 2012 at 19:10

Bel post, complimenti!

lampo: Per cambiare questa tendenza… bisognerà cambiare tanto noi stessi … e il concetto di “interesse economico” che abbiamo: trasformarlo da individuale (spesso del più furbo) a condiviso (se le cose vanno bene per il Paese, o comunque per un gruppo più ampio… andranno bene anche per me).

Io direi che nei paesi che hai citato è lo stato a imporre l’interesse nazionale; il cittadino si piega perchè non ha alternative. E poi questi due paesi fanno davvero l’interesse nazionale, ma a scapito di altri; questo non è fare l’interesse individuale del più furbo, in Europa o nel mondo, a danno di altri e quindi alla fine di se stessi (in particolare per la Germania, che ostinandosi a fare la guerra ai suoi cosiddetti alleati rischia di cadere lei stessa)?
Nel rapporto che hai citato nel post infatti c’è un’altra tabella, dove si vede che la Germania esporta in Italia 60 miliardi di euro all’anno. Dovremmo prendere esempio proprio dalla Germania, facciamo l’interesse nazionale, minacciamo di uscire dall’UE e chiudere la frontiera alle merci tedesche. Invece l’Italia molto spesso ha messo l’interesse europeo per primo, anche quando andava contro a quello nazionale (“ce lo chiede l’Europa…”, ricorda qualcosa?); questo è un motivo per cui oggi siamo qui. E se questo non è fare l’interesse comune…

flavio_5
Scritto il 6 Aprile 2012 at 19:21

anonimo13@finanzaonline,

Andrà oltre il -1.7%….

wladjmir
Scritto il 7 Aprile 2012 at 10:15

“E’ indubbiamente impressionante il calo della domanda nazionale (in giallo), composta principalmente dai consumi).
Si è decisamente “ristretta”: nel 2009 costituiva il maggior contribuente della variazione del PIL… nel 2011 il minore!”

se ho letto bene il tuo grafico il senso della tua affermazione non mi pare corretta.
Ciao

lampo
Scritto il 7 Aprile 2012 at 11:56

gainhunter,

Due esempi per spiegarti meglio cosa intendo.
Nota casa automobilistica tedesca (non cito il nome per evitare pubblicità) agli inizi degli anni 90′ era in crisi disperata. invece della “tradizionale” riduzione del personale tramite licenziamenti e/o cassa integrazione viene ridotto l’orario di lavoro per tutto il
personale della produzione, e contestualmente anche la retribuzione (seppure in misura meno che proporzionale alla riduzione di orario). Con l’accordo già allora che in caso di ripresa del settore, gli utili dovevano essere spartiti parzialmente con i dipendenti (attraverso aumento salariale e premi di produzione). Quest’anno la stessa azienda, grazie a tali accordi ed ad una politica aggressiva di conquista dei mercati emergenti, ha fatto utili record, sorpassando una nota casa automobilistica giapponese.
Ovviamente i patti sono stati mantenuti e i dipendenti si sono visti “quasi raddoppiare” le paghe (da allora) oltre a ricevere sostanziosi premi di produzione.
Come vedi c’era un grosso problema industriale, si sono visti i pro e contro sedendosi attorno ad un tavolo, con l’appoggio del governo, e si è cercata una soluzione che fosse utile per il bene comune (azienda, stato, dipendenti, mercato automobilistico, ecc) in maniera che in prospettiva, se le cose fossero andate bene, tutti più o meno ci avrebbero guadagnato, anche se inizialmente si dovevano fare grossi sacrifici e perdere diritti acquisiti.

Prova a pensare adesso ad un altra azienda automobilistica che si trova nella stessa situazione nel nostro Paese, il contratto passato (che praticamente premiava solo gli straordinari… che non sono praticamente mai stati fatti), l’appoggio che il governo ha dato (?), ecc.
Spero adesso di essermi spiegato

In merito alla tabella che citavi certo hai ragione… ma se avessi affrontato nel post anche l’argomento delle importazioni… avrei aggravato ancora di più il quadro della situazione. Mi interessava spiegare il grafico iniziale e le sue implicazioni

lampo
Scritto il 7 Aprile 2012 at 12:05

wladjmir,


Se vedi l’area occupata nel 2009 dalla domanda interna (giallo) rispetto all’intera barra (del 2009)… è più grande come incidenza rispetto all’area occupata nel 2011 rispetto all’intera barra (del 2011).

greenday2
Scritto il 7 Aprile 2012 at 12:50

ottimo post lampo…e particolarmente lungimirante il commento finale sulla casa automobilistica.

Lo vogliamo ricordare che i sindacati tedeschi hanno accettato un freeze del salario (non solo in quella casa automobilistica, ma praticamente in tutto il settore industriale) per 10 anni, in cambio di una FUTURA ripartizione dell’utile d’azienda (ossia lavoratori e management remavano nella stessa direzione, vista la reciproca convenienza)?!???

Una cosa cosi in Italia non è nemmeno pensabile. Il suicidio perfetto in 10 mosse

lampo
Scritto il 7 Aprile 2012 at 14:37

greenday2@finanza:

Lo vogliamo ricordare che i sindacati tedeschi hanno accettato un freeze del salario (non solo in quella casa automobilistica, ma praticamente in tutto il settore industriale) per 10 anni, in cambio di una FUTURA ripartizione dell’utile d’azienda (ossia lavoratori e management remavano nella stessa direzione, vista la reciproca convenienza)?!???

Una cosa cosi in Italia non è nemmeno pensabile. Il suicidio perfetto in 10 mosse

Infatti è l’aspetto che mi fa più incaxxare! 😳
Stiamo a fare ulteriori sacrifici (tasse) allo stesso modo di quando andiamo a firmare una cambiale in bianco in banca… 👿

gainhunter
Scritto il 7 Aprile 2012 at 16:59

lampo,

Ok, l’esempio è chiaro e lampante.
Però guarda che anche in Italia ci sono tanti casi di collaborazione per l’interesse comune, per esempio l'”alleanza” tra imprese, università e istituzioni in Veneto per promuovere l’innovazione, che ha creato opportunità per le imprese e occupazione (tanto per citarne uno, ma ce ne sono un po’ in tutta Italia); e ci sono anche casi di chi antepone i principi morali all’interesse economico, per esempio non sono pochi gli imprenditori che evitano di licenziare, lavorando in perdita, perchè i dipendenti hanno famiglia, oppure evitano di chiudere o delocalizzare per principi e valori non economici (per esempio, un noto marchio italiano di televisori); e allo stesso modo non sono pochi i dipendenti che fanno straordinari gratis sapendo che l’azienda è in difficoltà. Questo avviene nelle aziende piccole, dove l’imprenditore è un collega, e non solo il capo, del dipendente.
Quindi non c’è bisogno di generalizzare dicendo che i tedeschi sanno fare l’interesse comune e gli italiani no, anche gli italiani lo sanno fare, a volte, così come le banche tedesche (e lo stato poi) hanno fatto il proprio. Prendiamo esempio da quello che funziona, che sia tedesco, italiano, polacco, poco importa, ma non prendiamo esempio “dai tedeschi”: non tutto è buono quello che viene dalla Germania (Spagna e Grecia ringraziano…).

wladjmir
Scritto il 8 Aprile 2012 at 16:33

lampo,

nel 2009 il calo della domanda nazionale rappresentava la maggior parte del contributo negativo alla diminuzione del PIL, l’anno scorso al contrario ne rappresentava il minore, quindi se vuoi la situazione va “migliorando” 😉
Comunque complimenti per i tuoi post e buona pasqua.
Ciao

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