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Materie prime+inflazione+paesi emergenti = double dip?

Scritto il alle 13:09 da Danilo DT

Continuous Commodity Index CCI e tasso inflazione mettono a rischio le economie più deboli

L’inflazione da materie prime può realmente diventare un pericoloso freno per la crescita ciclica dei paesi emergenti?
La situazione sta effettivamente preoccupando non poco gli analisti e gli investitori. Ma attenzione, preoccupa per i paesi emergenti ma anche per i paesi sviluppati. Il pensiero va subito rivolto al petrolio, che è fortemente a rischio rally soprattutto se le tensioni in Medio Oriente (che oggi sembrano placarsi) arrivino fino alla chiusura del canale di Suez. Non dimentichiamo infatti che 3 delle ultime 5 recessioni sono state causate proprio da shock geopolitici generati in Medio Oriente.
Soprattutto i paesi emergenti, dove la popolazione sta patendo in modo geometrico l’aumento dei corsi soprattutto delle derrate alimentari, temono in una bolla inflazionistica che porti ad una nuova recessione.

Continuous Commodity Index CCI

grafico-indice-materie-prime

Grafico CCI index - Clicca per ingrandire

Il grafico del Continuous Commodity Index CCI non lascia scampo all’immaginazione.
Un canale rialzista fatto col righello dove ci aspettiamo (vista la precisione con la quale finora si è mosso…) il raggiungimento a breve di quota 688 (200%, o magari si fermerà al diabolico 666…) dove dovrebbe arrivare la pausa di consolidamento. Quindi ancora un +5.50% di spazio al rialzo.
La MM 21 sembra fatta apposta per il CCI e supporta in modo ideale il trend.
Ma qual’è la conseguenza di tutto ciò? E’ l’inflazione…

Tutto sul CCI Index

Il rally delle commodity confrontato all’azionario

Inflazione: elemento a rischio per i mercati emergenti?

Qualche giorno fa è uscita una notizia che per certi versi è passata inosservata.

Feb. 4 (Bloomberg) — Indonesia’s central bank unexpectedly raised its benchmark interest rate for the first time in more than two years after inflation climbed to a 21-month high.
The central bank increased its reference rate by a quarter percentage point, to 6.75 percent, Deputy Governor Halim Alamsyah told reporters today in Jakarta. The move, the first since October 2008, was predicted by only six of 22 economists. The rest forecast the measure to be kept unchanged at the lowest level since its introduction in July 2005. The rupiah, Asia’s third-worst performing currency in the past year, erased losses after Indonesia joined Asian nations from India to Thailand and South Korea in increasing rates.
Indonesia may have more room to boost rates even at the risk of attracting more currency inflows, with the rupiah having risen only 3.6 percent in the past 12 months, less than a third of the gain in the Malaysian and Singapore currencies.

L’Indonesia quindi si aggiunge agli altri “vicini di casa” che si sono visti costretti ad aumentare il tasso di sconto (ben 1 punto percentuale in un sol colpo) causa impennata dell’inflazione.
In realtà a fare veramente paura resta la Cina, ma la situazione non è limitata al solo colosso di Pechino, ma a tutta l’area degli emergenti. Addirittura alcuni analisti pensano che ci sia il rischio di un double dip devastante negli anni a venire. Infatti, che ne sarà del mondo economico se gli emergenti, unico motore “sano” dell’economia globale, dovessero frenare vorticosamente?

Buttiamo tanto per cominciare un occhio al vero cuore degli emergenti, ovvero il BRIC.
Questi paesi (Brasile, Russia, Cina, India) non rappresentano al momento un rischio dal punto di vista “EMITTENTE” mentre invece se guardiamo i tassi, la cosa cambia. La slide qui sotto prende in esame non solo il BRIC ma tutti i paesi emergenti, formando un quadro completo e chiaro.

Macroeconomia paesi Emergenti: clicca per ingrandire

La slide parla chiaro. L’indice CPI di ogni Stato, sta salendo.

Ma quali sono le aspettative per queste aree? E soprattutto, vista la forte crescita economica, un’inflazione a questi livelli può considerarsi pericolosa? C’è un effettivo rischio di un ritorno in recessione per questi paesi? Inoltre i governi di quegli Stati hanno ancora moltissime cartucce da sparare, non avendo subito l’ondata della crisi bancaria “occidentale”. Riusciranno con semplici manovre di politica monetaria a tenere sotto controllo la situazione?
Molto probabilmente si. Infatti i paesi emergenti subiranno molto probabilmente una “frenata” più che fisiologica, ma non sarà che una pausa che darà vita ad una seconda ripartenza, proprio perché il vero decoupling ormai è ben avviato ed i paesi emergenti, col tempo, non faranno che acquisire nuovo potere economico, acquistando posizioni direttamente dai paesi europei e anche dagli USA.
E a conferma di tutto ciò, beccatevi le previsioni per l’inflazione dei cosiddetti “paesi chiave”, ovvero India, Brasile ed ovviamente Cina. L’unico in vero pericolo sembra l’India ma il CPI è previsto in forte calo e, grazie ad interventi (ed al surplus a disposizione) mirati, la Banca Centrale Indiana riporterà tutto quanto prima ad una situazione di apparente normalità.
Vi lascio i grafici da “meditazione”.

Previsioni Indice CPI Brasile

Previsioni Indice CPI Brasile

Previsioni Indice CPI Cina

Previsioni Indice CPI Cina

Previsioni Indice CPI India

Previsioni Indice CPI India

CLICCATECI SOPRA PER INGRANDIRLI ….e buona visione… Se queste previsioni saranno rispettate, direi che i pericoli veri per i mercati stanno altrove.

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DT

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Grafici e dati elaborati da Intermarket&more sulla database Bloomberg

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12 commenti Commenta
battista
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 15:52

ciao DT ,

ho appena sentito su CNBC l ‘ intervista , mi sembra sia una notizia che , se veritiera e confermata , dovrebbe portare a una revisione del QE2 o quantomeno scongiurare un QE3

http://www.asca.it/news-USA__LACKER_(FED)__DA_RIVEDERE_DIMENSIONE_ALLENTAMENTO_QUANTITATIVO-988371-ECO-1.html

un saluto a tutti

Scritto il 8 Febbraio 2011 at 15:58

solo il tempo ci dirà questo ed altro. ci sono tantissime cose che devo essere ancora prese in cosniderazione: il debito, l’effettiva utilità del QE, i tagli che dovranno fare, ecc ecc…
Un passo alla volta…. 😉

Scritto il 8 Febbraio 2011 at 16:00

…dimenticavo.. intanto il QE 2.0 va avanti e continua nella sua opera di spargimento di denaro. Solo un’ultima nota. Non sottovalutiamo la potenza della FED. Anche solo con il QE 2.0, di soldi da spendere ne hanno ancora tanti….ahimè….

daino
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 16:07

A parer mio, tenuto conto di quelle che furono le reazioni politiche del q2 il q3 non vedrà mai la luce (ciò non toglie che potrebbero benissimo farlo al buio)

mattacchiuz
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 16:10

daino: A parer mio, tenuto conto di quelle che furono le reazioni politiche del q2 il q3 non vedrà mai la luce (ciò non toglie che potrebbero benissimo farlo al buio)  

🙂

la verità è che nessuno di noi sa esattamente a quanto ammontino ancora le voragini in pancia alle banche. in qualche modo le dovranno tamponare… troveranno un modo per farli, i QEn, al buio! bravo daino!

daino
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 16:12

poi tra l’altro, ora gira la storia che bisogna scaricare l’obbligazionario emergente per imbarcarci sull’azionario, magari pure le banche, data la rotazione settoriale che dream ci ha illustrato.
Io l’obbligazionario emergente non lo scarico: i tassi sono già a un buon livello quindi un ulteriore rialzo non sarà così catastrofico e poi, se il rialzo è dovuto alla crescita economica (e non ad un aumento del rischio), è da considerarlo solo una sosta per fare benzina per poi ripartire con più velocità

daino
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 16:18

mattacchiuz,

si, si, secondo me ci arriveremo e chissà come di incazzerai appena lo scoprirai :mrgreen:
nel caso sarà meglio scaricare il dollaro e tornare a pesce sull’oro e materie prime in generale

ps: io le materie prime le ho un po’ ridotte ma le ho cmq conservate per un 10% dei portafogli: tra produzioni al palo, sempre più gente, disgrazie, tensioni e chi più ne più ne metta, preferisco avere sempre qualcosa di “sta roba”

bergasim
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 17:46

matta news dal lavoro negli usa

http://www.zerohedge.com/article/job-openings-drop-250k-last-two-months-stand-31-million-december

cosa ne pensi?

mattacchiuz
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 17:49

eh… cosa devo pensare…
cisono tre indagini differenti in quell’ufficio che producono 3 dati differenti, e anzi, negli ultimi mesi davvero contrastanti.
credi a quel che vuoi, tanto finchè ci saran persone che continuano a comprare debito usa, possono permettersi di non lavorare nemmeno più…

Lukas
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 18:52

ed anche oggi si sale……

Lukas
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 18:54

E’ davvero un bell’UP trend !!!

bergasim
Scritto il 8 Febbraio 2011 at 19:06

dopo obama il premio nobel per la pace ( grazie ai risultati in medio oriente ) andrà all’unanimità a ben bernake, si è già commosso, che tenero uomo, pezzo di …….

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