Breaking News: oggi nasce l’EUROPA

Scritto il alle 14:21 da mattacchiuz

Beh ragazzi devo ammettere che di politica non me ne sono mai fregato nulla, come credo tutti voi sappiate, visto che rarissimamente ho forse solo accennato a fatti o personaggi politici.

Tuttavia oggi davvero mi sono meravigliato, e non poco, nel vedere come i maggiori quotidiani on line del paese semplicemente non si siano accorti che OGGI, per la prima volta,

è

NATA l’EUROPA

Eh minchia direte voi…!!

Si si, ma probabilmente non avete la minima idea di che cosa io stia parlando, se non avete letto altri canali di informazione che non siano i giornali o la stampa, per dirla come Omero, di casta protettori.

E dove è nato allora questo primo sentimento che accomuna ormai, in poche ore, metà dei paesi Europei?

Beh, la risposta è MADRID, alla Puerta del Sol.

Sì, perché l’altro giorno è successo che un gruppetto di sfaticati ragazzoni perditempo ( 700 – 800 in tutto secondo le stime della polizia, foto sopra ) ha deciso che in fondo, se la disoccupazione giovanile supera il 40%, non è colpa loro, o non solo, ma anche e in buona parte colpa di un macrosistema che nel nome del profitto ha sacrificato le democrazie e il benessere che esse implicitamente dovrebbero estendere ai loro popoli. A tutto questo va necessariamente aggiunto che da tre anni a questa parte le

ISTITUZIONI

hanno permesso che venisse perseguita la più grande truffa mai perpetrata ai danni dell’intera popolazione mondiale.

Insomma chiamatela come volete, chiamatele privatizzazione dei guadagni e socializzazione delle perdite, chiamatela politica al servizio della finanza internazionale, chiamatela legge del più forte o del più corrotto, chiamala competizione internazionale, davvero, chiamatela come volete, ma il concetto è uno: si sono premiati i truffatori e si sono pesantemente danneggiate le brave persone.

Comunque non voglio troppo sperare in veri moti di cambiamento: alla fine a troppa gente, per ora, ancora va bene che le cose stiano come stanno. Pochi si interrogano per davvero su quale sarà il destino delle nostre democrazie, schiacciate ad est da potenze emergenti, ad ovest da imperi decaduti e al centro da ataviche rivalità soprattutto economiche.

In ogni caso, chiunque volesse aggiornamenti in tempo reale di quanto sta accadendo in giro per l’Europa, consiglio di sintonizzarsi su Twitter e inserire come chiave di ricerca la seguente stringa:

#”nomepaese”revolution, sostituendo a “nomepaese” un qualsiasi paese europeo di cui volete monitorare le twitterate. Uno a caso direte voi? Si uno a caso, ve lo dicevo che oggi è nata l’Europa!

Nel frattempo, proprio Twitter che durante le rivoluzioni arabe era stato consacrato a paladino della libertà di pensiero e parola, ha deciso di eliminare dalle tendenze preferite proprio la scomoda chiave di ricerca… . Le moderne democrazie!

Mi accomiato ringraziando i media ufficiali che hanno glissato senza troppi problemi sulla “rivoluzione spagnola”, i nostri amati politici, quelli che dopo un paio di “esametti orali” finiscono dritti dritti a prendere 8000 euro al mese in qualche aula di un qualche governo o diventano ministri/e, i nostri tanto preparati manager che, per rispondere alle sfide del nuovo millennio non hanno migliorato la produzione, inventato chissà quali nuove tecnologie o sperimentato innovazioni all’avanguardia ma hanno scelto di portare all’estero il lavoro per pagarlo meno ( mio nipote di 2 anni avrebbe fatto poco diversamente…), i nostri professori di economia la loro efficienza e meglio ancora il loro “un po’ di debito fa bene”, i nostri banchieri centrali sempre pronti a stampare benessere che purtroppo tuttavia indirizzano senza se senza ma senza vergogna direttamente nelle tasche degli amici, i nostri banchieri centrali che hanno aiutato banche, stati, assicurazioni e chi più ne ha ne metta, a truffare e imbrogliare chiunque fosse a portata di raggiro Europa intera compresa, i nostri banchieri centrali che assieme ai nostri politici hanno pensato bene di tappare un enorme buco scavando un buco

enoooooooooooooooooooooooooooorme,

i nostri vigilanti ( meglio non nominarli non vorrei trovarmi a casa una cameriera che mi aspetta mentre esco dalla doccia… ) incredibilmente capaci di afferrare tutto quello che era possibile afferrare pur tenendo entrambi li occhi chiusi: un sentito grazie a tutti voi, siete riuscita a svegliare  i popoli dell’Europa tutta!

Ma a costo di essere noioso, voglio ancora ringraziare la STAMPA UFFICIALE dedicando loro il prossimo celebre aforisma:

Ripetete una bugia
cento, mille, un milione di volte e
diventerà una verità.

ogni giorno essa ci ricorda che infondo, in tutti noi, si nasconde un piccolo Goebbels!

Cuncludo con l’appuntamento italiano ( mamma mia, addirittura l’Italia in Europa… ), o meglio, gli appuntamenti italiani:

  • Roma, oggi 20 maggio, piazza di spagna, ore 20.00
  • Firenze, oggi 20 maggio, piazza santa croce, ore 20.00
  • Bologna, 20 maggio, piazza di nettuno, ore 20.00
  • Padova, 20 maggio, prato delle valle, ore 20.00
  • Milano, 20 maggio, piazza del duomo, ore 19.30 (i milanesi sono sempre di fretta e si muovono prima)
  • Torino, 20 maggio, piazza Castello, ore 20
  • Pisa, 20 maggio, Piazza Garibaldi, ore 19.30 (anche i pisani)
  • Palermo, 20 maggio, Teatro Massimo, ore 20.00
  • Taranto, 20 maggio, centro città, ore 20.00
  • Reggio Emilia, 20 maggio, P.zza Prampolini, ore 20.00
  • Bari, 20 maggio, piazza Ferrarese, ore 20.00

lista ( e foto della piazza ) copiata dall’aggiornatissimo sito: http://informazionescorretta.blogspot.com/, pur se la mappa che troverete qui http://www.facebook.com/italianrevolution?sk=app_179191362131547 pare essere più recente.

M per Mattacchiuz

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10 commenti Commenta
Scritto il 20 Maggio 2011 at 14:50

Parto ora da Rimini… E voi in mia assenza avete fatto nascere l’Europa? :mrgreen:

mattacchiuz
Scritto il 20 Maggio 2011 at 15:01

aaa non lo so mica… come detto, ci credo poco, ma chissà…
sempre meglio sperare in un futuro diverso con non nell’ennesimo passato!

wild weasel
Scritto il 20 Maggio 2011 at 15:41

a me piacerebbe capire quali sono le risposte, perchè mi pare che al di là del a mungere dallo stato, tante soluzioni innovative non ci sono …

mattacchiuz
Scritto il 20 Maggio 2011 at 15:44

chi è che munge dallo stato? o meglio, dagli stati?

hironibiki
Scritto il 20 Maggio 2011 at 16:32

mattacchiuz,
Ci credo poco anche io, in fin dei conti cosa vuoi che sia una tranquilla e pacifica manifestazione? La gente va comunque a votare, infatti a Milano ora sono tutti in fermento. Chi vincerà? Pisapia? Moratti? Lupo Alberto? E chi lo sa! Solo Biancaneve e mago Merlino saprebbero darci la risposta.
Figurati cosa potrà mai fregare ai politici vedere le persone che manifestano con striscioni e trombette. Diverso se fosse come in Islanda dove volevano lapidarli.. Allora magari si che avrebbero paura e scapperebbero via tutti con elicotteri e navi stellari.
Però almeno è un inizio. Poi chissà :mrgreen:

lampo
Scritto il 20 Maggio 2011 at 16:42

Concordo che soluzioni innovative non ci sono… e soprattutto a causa del fatto che negli ultimi trent’anni… grazie allo scatolone (tecnologicamente sottile adesso) presente in gran numero in ogni casa europea, la maggior parte della massa ha perso la propria creatività, desiderio di formulare degli obiettivi per un progetto e di impegnarsi per realizzarlo, sensibilità per apprezzare aspetti semplici della vita di tutti i giorni (tipo, adesso che siamo in maggio, fermarsi a annusare il profumo di una rosa… o forse è meglio quello artificiale della fioreria?), voglia di impegnarsi sul lavoro e di collaborare con i colleghi (anzi spesso sembra di assistere alla gara, permettetemi, “a chi te lo infila più a fondo”.. spesso per invidia dei colleghi che stanno meglio di noi …ovvero sono più sereni), leggere e apprezzare la cultura (quindi chiedere ai governanti di investirci sopra e di sfruttare economicamente il patrimonio archeologico, culturale e storico… specie in Italia, sigh! per non dire una parola più appropriata con più zeta) ecc. ecc.
Questo è dovuto anche al fatto che viviamo una vita molto frammentata… passiamo da un impegno all’altro, da una “cosa da fare assolutamente” (ma è sempre vero?) ad un’altra, ad uno squillo di cellulare, alla palestra, all’ora quotidiana di pendolarismo lavorativo, ecc…. senza mai avere il tempo di soffermarci per capire i veri bisogni di noi stessi, di chi ci sta attorno (familiari compresi), della società in cui viviamo… l’importante e continuare in questa perversa gara a fare sfoggio di “APPARENTEMENTE” stare meglio degli altri (dal punti di vista economico, della carriera, affettivo, ecc.)… per poi, al primo vero grosso ostacolo affettivo o familiare… cadere in depressione… e via ad antidepressivi… al posto di dialogare con uno psicologo o amico/a per riuscire a capire noi stessi (lo psicologo infatti serve soprattutto a farci rendere conto della nostra situazione e a responsabilizzarci per affrontarla nella maniera più idonea in base ai nostri bisogni).
Siamo sicuri che quelli che attualmente protestano nelle piazze… costituiscano veramente la nuova generazione che riporterà ad un corretto stile di vita la maggior parte degli europei, più sostenibile ed etico… oppure… non facciano ancora parte della generazione che ho descritto sopra?
Proviamo a fare un esperimento: ogni tanto fermiamoci un atto ed estraniamoci dal contesto in cui siamo, per soli cinque minuti e lasciamo navigare a ruota libera la nostra mente per finalmente pensare liberi da ogni condizionamento e stare con noi stessi. Poi col tempo e le idee che verranno sicuramente fuori (in quei soli cinque minuti!) proviamo a impegnarci seriamente, in almeno una idea, e portarla a termine nel tempo libero. Vedrete che diventerete una persona migliore… e avrete creato un grosso beneficio alla società di cui fate parte.
Non voglio essere male interpretato: la protesta spesso serve… ma credo che oggi sia arrivato soprattutto il momento di agire… possibilmente nel bene! Altrimenti arriveremo ad uno scontro sociale e generazionale inaudito! Che dopo di questo la causa sia l’economia, la politica, le lobbies o osama bin laden… poco importa.
Spero di essermi spiegato.

absolutebeginner
Scritto il 20 Maggio 2011 at 18:50

I sogni son desideri.
Continuiamo a desiderare.
Grande Mat.

andrea.mensa
Scritto il 21 Maggio 2011 at 17:13

a me, invece, caro Matta, il tuo post è piaciuto un mucchio……
non ci conto molto in quanto a risultati, perchè fino a che ogi persona non si metterà davantiallo specchio e si domanderà
a)cosa ho sbagliato
b) cosa posso fare per rimediarci almeno un po’
c) a cosa sono disposto a rinunciare.
non uscirà nulla di buono, ma il farlo tutti insieme è già un timido inizio.

Scritto il 21 Maggio 2011 at 19:08

Attenti alla Spagna, la rivolta riguarda anche noi

di Stefano Casertano

La Puerta del Sol di Madrid non è piazza Tahrir del Cairo, è un movimento di lotta sociale, non politico. Qui l’obiettivo della protesta è la preoccupazione per il futuro. L’emigrazione giovanile iberica è in crescita e il pericolo argentino è sempre più presente. Insomma, per banchieri e immobiliaristi la festa è finita. E agli under 35 non va di raccogliere le briciole.

Non lasciamoci confondere dalle somiglianze estetiche: l’assembramento e le proteste alla Puerta del Sol, a Madrid, hanno poco a che fare con la rivolta di Piazza Tahrir, in Egitto. Cambiano motivi, obiettivi, partecipanti.

Quella egiziana è stata una protesta contro sistema di potere politico bloccato, incapace di cogliere le aspirazioni della “modernità” nazionale. Per ora, come previsto da Linkiesta già alcuni mesi fa, la rivolta è stata “rapita” dai militari. Il popolo preme però ancora verso un’espressione maggiormente identitaria, come spesso è accaduto nelle “rivolte moderne”.

La Spagna è una democrazia pienamente espressa. Il governo ha cambiato colore più volte nel corso degli ultimi anni, esprimendo esecutivi dal contenuto ideologico “forte” (da Aznar a Zapatero), senza per questo provocare fratture violente nel sentimento nazionale. Facendo leva su una politica di appeasement e tolleranza, le tensioni con i movimenti indipendentisti si sono poi ridotte in intensità nel corso degli anni.

L’obiettivo della protesta spagnola non è il sistema politico, ma la struttura sociale. La disoccupazione nazionale è quasi al 20 per cento, mentre quella giovanile è del 45 per cento – rispetto al 17,5 di soli quattro anni fa. Molta della perdita è stata dovuta al rallentamento del settore immobiliare, ma anche al calo di competitività del manifatturiero che con l’euro forte non è in grado di reggere la competizione internazionale.

A far scattare la protesta, in particolare, è stato il fatto che gran parte della perdita di posti di lavoro negli ultimi anni è dipesa dal mancato rinnovo di contratti a termine. Ai giovani è stata chiesta la pazienza di mettersi in fila per entrare, prima o poi, nel mercato occupazionale “dei grandi”, con sentieri di carriera più definiti: non proprio un “posto fisso”, ma almeno qualcosa con maggiori prospettive rispetto agli accordi di collaborazione.

Adesso la sensazione è che immobiliaristi e banchieri si siano goduti la festa, e che sulle spalle dei giovani poggino i costi della crisi. Gli spagnoli sotto i 35 anni stanno invadendo Berlino e Londra in cerca di lavoro e di condizioni di vita più dignitose. Emigrano sperando in collocazioni in cui gli sforzi di formazione abbiano un valore: il 50 percento dei laureati spagnoli nel 2009 non ha impiego, o è occupato in una posizione che non richiederebbe titolo di studio.

A osservare tutti questi elementi, emerge come le recenti proteste spagnole, più che alle rivolte arabe, somiglino all’ “Onda Viola” italiana. La protesta è sociale, non politica. I ragazzi di Madrid non sgombreranno la piazza se le elezioni dovessero essere perse dai socialisti.

Se le rivolte arabe sono movimenti “identitari”, le proteste europee sono manifestazioni “generazionali”. Chi è arrivato troppo tardi per il boom degli anni Novanta, chi è stato sfortunato o non abbastanza rapido da approfittare dei “crazy 2000s”, ha ormai ben pochi strumenti per progettare il proprio futuro. La “presa di potere” della rivoluzione finanziaria miete nel Sud d’Europa vittime di una rivoluzione mai avvenuta.

Gli spagnoli hanno svenduto le proprie coste ai progetti immobiliari, e hanno ancorato lo stato e le finanze pubbliche a decenni di debiti da pagare. Lo stesso, su altra scala, sta avvenendo in Italia. Entrambi i paesi si trovano incatenati a un patto monetario che favorisce le esportazioni tedesche, mentre Berlino taccia a torto il meridione del continente di pigrizia.

Ci sono enormi rischi. La strada “virtuosa” è quella di un nuovo patto sociale, con una migliore distribuzione del reddito, e finalmente una vera apertura alle realtà imprenditoriali giovanili. Esiste però anche una via populista: cavalcando le proteste, governi edonistici in cerca di apprezzamento generale potrebbero sentirsi autorizzati a dichiarare default e a uscire in tutta fretta dall’euro. Ciò prolungherebbe la crisi, e annienterebbe le aspettative anche delle prossime generazioni: i paesi “fuoriusciti” entrerebbero in una “Serie B” finanziaria da cui uscirebbero con enorme fatica.

Si sente dire che “tanto lo ha già fatto l’Argentina, e non stanno poi messi molto male”. Il problema è che l’Argentina del 2002 non era un’economia industrialmente sviluppata” come quelle europee di oggi. Le opportunità di crescita in Argentina sono superiori a quelle di casa nostra, proprio perché il paese sudamericano è ancora indietro nella crescita. Da noi, un default distruggerebbe un patrimonio economico creato in sessant’anni di impegno. Le piazze avranno la maturità di comprendere tutto questo?

http://www.linkiesta.it/attenti-alla-spagna-e-rivolta-riguarda-anche-noi

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