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Yellenomics e la sua Mission Impossible
Ormai manca poco, a gennaio assisteremo al cambio di testimone. Se con Alan Greenspan abbiamo conosciuto la politica monetaria espansiva, e poi con Ben Bernanke l’abbiamo riscoperta in salse prima semisconosciute, ora con la Janet Yellen che capiterà? Già si sa che la buona Janet è considerata la “colomba” tra le colombe, ma anche quella che dovrà stabilizzare l’economia statunitense, ridurre la vulnerabilità del sistema finanziario americano, evitare che il tapering impatti sull’economia globale.
E scusate se è poco.
Tutto suona da vera “Mission Impossible” per una nuova era alla FED, già definita Yellenomics, (la derivazione da “Abenomics è evidente e, notate bene, non è casuale).
Dicevamo, è la colomba tra le colombe. Infatti con lei sappiamo già a priori che la exit strategy sarà il più possibile, graduale e tardiva più che mai, anche se quella liquidità liberata (e non stampata, ricordatelo bene) al mercato è arrivata ai 2.074,205 miliardi di USD, una cifra “monstre” che ha influenzato in modo evidente NON l’economia reale (e l’inflazione) ma la finanza. Trappola della liquidità, insomma, in un circolo vizioso che ormai è diventato schiavo di se stesso. Anzi, meglio dire drogato dal quantitative easing. E quando poi la droga verrà a mancare, il malato andrà in crisi di astinenza. Ma questa è un’altra storia ormai, arcinota e molto conosciuta ai lettori di questo blog.
Una situazione quindi molto complessa ed articolata che necessita di tutte le cautele e le competenze del caso. Ma, se proviamo a guardarci indietro, possiamo dire che la Yellen sia “la persona giusta nel posto giusto”? Ovviamente i pareri divergono molto da chi è favorevole ad una politica monetaria ultra-accomodante per un periodo di tempo tendente all’infinito, e chi invece vorrebbe partire da subito con tapering ed exit strategy. La risposta ahimè la sapremo solo a posteriori. nel frattempo vedremo quanto durerà: qui a fianco vedete quanto hanno retto i suoi predecessori, e se Janet manterrò la media ce la sorbiremo per circa 8 anni. Intanto però, qualche bella gaffe in alcune sue dichiarazioni, la nostra Janet in passato ce l’ha già regalata. Gaffes che prima potevano anche passare inosservate ma che oggi, nel ruolo che deterrà, avranno un peso determinante soprattutto per il mantenimento della credibilità della più importante banca centrale del pianeta, la FED. D’ora in avanti dovrà ponderare ogni singola parola, ogni singolo respiro, ogni singolo movimento. Il suo predecessore nonchè maestro le avrà insegnato tutto il necessario. Molto probabilmente non sarà sufficiente, perchè molto probabilmente la Yellen non si è ancora resa che razza di patata bollente le hanno lasciato tra le mani. Tanti auguri, cara Janet, fidati, ne hai veramente bisogno…
[Articolo pubblicato anche su PianoInclinato]
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Negli interessi di tutti, perchè il fallimento della California avrebbe causato un effetto esplosivo anche su molti altri stati. In Europa non si è ancora realizzata l’unione bancaria, non si è creato un unico esercito, non sono stati varati gli eurobonds ecc. ecc.. Si stanno creando i presupposti di un fallimento di tutti i paesi del sud europa. La germania, deve prendere una decisione: o esce dalla moneta unica, o “socializza” tutte le problematiche dell’area euro, e in prospettiva futura sarebbe un bene anche per lei, migliorando le sue esportazioni, evitando un clima di conflitto sociale e, se si lasciassero fallire grecia, Italia, spagna, portogallo si potrebbe scatenare una crisi economica anche al suo interno perché nessuno comprerebbe più wolkswagen. Io dico che è stata fatta una colossale stronzata con questa finta europa, ma tornare indietro sarebbe peggio. Poi se qualcuno ha qualche idea migliore la dica. Un Europa con le palle farebbe come la fed, accendendo la stampante.
Droga o non droga, gli Stati Uniti hanno permesso il salvataggio di stati come la California che stava fallendo. Una vera banca centrale deve operare in questo modo nell’interesse collettivo e non come l’Europa che se continua con questa politica recessiva, porrà le basi di una catastrofe economica. Non ci dimentichiamo anche che gli USA hanno un mercato di proporzioni gigantesche, dove le idee e le innovazioni in campo industriale trovano un terreno fertile per la loro realizzazione, c’è poca burocrazia, i servizi funzionano e c’è amor di patria. Di lati negativi ce ne sono altrettanti, ma insignificanti ai fini della ripresa economica, che dovrebbe proprio ripartire da lì per dare il là ( gioco di parole) alla ripresa mondiale, offuscata proprio dalle divisioni e particolarismi caratteristici della vecchia Europa.