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WALL STREET: torna lo scetticismo. Non per forza è un segnale BEARISH

Scritto il alle 15:31 da Lukas

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Net short alla ribalta dopo un periodo di grande piattezza. E questo potrebbe essere la migliore notizia per una continuazione del trend rialzista. [Guest post]

Cari amici, nella settimana trascorsa, l’incoraggiante esito del primo turno delle elezioni presidenziali francesi ha indotto nuova fiducia sui mercati finanziari. La tenuta geopolitica dell’Europa e della sua moneta sgombra infatti il campo da uno dei maggiori fattori d’incertezza oggi presenti sullo scenario economico internazionale.

Certo, v’è ancora bisogno di una riconferma nel ballottaggio di domenica prossima, ma i mercati appaiono davvero molto fiduciosi ed incoraggiati. Lo scenario intermarket, seppur con qualche perplessità, sembra ben esprimere questa nuova ondata di fiducia. Registriamo, infatti, un deciso apprezzamento dell’euro risalito sin quota 1,09 nei confronti del dollaro Usa, che a sua volta continua a deprezzarsi. Le commodities, invece, tengono a fatica le loro quotazioni.

Evidenzio che negli ultimi 4 mesi, le stesse sono stornate di circa l’8 % in termini reali. Tale circostanza denuncia una debolezza alquanto palese nella crescita dell’economia globale, ben testimoniata, peraltro, dal deludente dato del PIL Usa del primo trimestre, pari solo al + 0,7 %. I rendimenti dei mercati obbligazionari, dopo molte settimane di arretramento, manifestano invece qualche segnale di risveglio. Il bond decennale Usa, cresce infatti di 5 bps e segna oggi un tasso del 2,29 %. Il bund, invece, in sintonia con il nuovo clima di fiducia europea, risale di 7 bps e rende oggi lo 0,32 %. Sul mercato obbligazionario europeo continua peraltro il QE ad opera della BCE, come confermato, anche questa settimana, dal presidente Draghi. La fiducia trova, tuttavia, maggiore espressione nell’ambito dei mercati azionari. Il nostro benchmark di riferimento, l’S&P 500, dopo quasi 2 mesi di letargia, rimbalza infatti dell’1,5 % e risale a quota 2.384,2 punti, ossia a ridosso dei suoi massimi storici, battuti invece nuovamente dal listino tecnologico Nasdaq. Ben maggiori i rialzi sull’equity europeo. Il CAC 40 francese cresce, infatti, del 4,11 %, il Ftse Mib del 4,39 %, ed il Dax del 3,28 %.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 52.015

Large Traders : + 53.297

Small Traders : – 1.282

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Cambia, pertanto, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo, infatti, variazioni nelle posizioni dei diversi operatori non particolarmente rilevanti nell’entità, pari cioè a soli 7.473 contratti, ma molto significative nel segno e nell’indirizzo. In particolare, segnaliamo che gli Small Traders riconfermano tutto il loro immotivato scetticismo, cedono infatti ben 5.036 contratti long, e dopo poche settimane, tornano nella loro insolita posizione Net Short. I Large Traders, invece, cedono anch’essi 2.437 contratti long, ma rimangono saldamente in posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, come sempre accade nei momenti topici del mercato, acquistano l’intero lotto dei 7.473 contratti long, e riducono la loro abituale, nonchè attuale, posizione di copertura Net Short.

Le movimentazioni di quest’ultima settimana, molto indicative, riconfermano ancora una volta il tratto caratteristico di quest’interminabile bull market dei mercati azionari. Sono, infatti, più di 8 anni, per la precisione 98 mesi, che le quotazioni azionarie continuano a crescere, e ciò avviene in un clima di diffuso scetticismo, quasi al limite dell’incredulità. Scetticismo ed incredulità testimoniate platealmente dagli small traders che cedono contratti long e tornano in posizione Net short che, correttamente interpretate in senso contrarian, ci confermano che il bull market in corso è ancora ben vivo e vegeto, e che è ancora ben lontano il tempo del suo esaurimento.

Molto probabile pertanto che  nelle prossime settimane registreremo altri record nelle quotazioni azionarie Usa. D’altronde permangono del tutto intatte le favorevoli condizioni macroeconomiche che favoriscono il lievitare dei valori dell’equity, in particolare il contenimento dei costi di acquisizione dei principali fattori produttivi.

Futuro che si prospetta, pertanto, ancora molto positivo, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio d’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva, pari al + 10,83 %. Performance superiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 8,99 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance dell’1,84 %, inferiore alle nostre attese, che non fa comunque venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, non muto la mia esposizione sul mercato azionario italiano, costituita dall’80 % di posizioni long, e dal 20 % di posizioni short, ossia da una posizione Net long pari al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

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