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WALL STREET: si conferma un quadro non drammatico

Scritto il alle 18:26 da Lukas


La paura per il Coronavirus si propaga su scala globale. Ma i mercati al momento sembrano reagire in modo non preoccupante e il COT Report ci illustra uno scenario semplicemente correttivo am senza panico (Guest Post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, è proseguito sui mercati finanziari internazionali, l’impatto della pandemia da coronavirus prodottasi in Cina. I mercati giustamente temono che il virus determini un rallentamento del tasso di crescita dell’economia cinese, e stante la sua enorme dimensione, dell’intera economia mondiale. A dire il vero, sinora, nonostante il grande trambusto mediatico, lo storno è stato del tutto ordinato, e non si può certo parlare di panic selling. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, in due settimane ha, infatti, subito uno storno limitato, pari al 3,13 %. Lo storno, avviene peraltro dopo 4 mesi di forti rialzi, ed appare paradossalmente del tutto salutare, pur essendo stato innescato da un virus di natura biologica. Insomma, al momento, solo una piccola soddisfazione per tutti gli “ emarginati dal listino “, ossia per tutti coloro che in questi lunghi anni hanno parlato di bolla, e non hanno partecipato al più grande bull market della storia dei mercati azionari. Ma sul passato è meglio non tornare, cerchiamo invece di capire quali possano essere gli sviluppi dell’attuale delicata situazione. A tal fine esaminiamo quanto accaduto, nell’ultimo mese nell’intero scenario intermarket.

Nei mercato valutario registriamo una buona tenuta del dollar index, che s’apprezza dell’1,04 %. Molto deboli, invece, le valute dei Paesi produttori di commodities, il dollaro australiano cede infatti il 4,15 %, mentre il dollaro neozelandese cede il 3,49 %. Sono infatti le commodities le più colpite dal virus cinese. In particolare, il prezzo del petrolio cede ben il 15,78 %, il prezzo del gas il 14,28 %, il prezzo del rame il 10,69 %, ed il ben noto indice globale delle commodities, il CRB index, l’8,21 %. Il Baltic Dry index, ossia l’indice che misura l’andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli, è invece letteralmente crollato, cedendo ben il 50,1 %. In passato, storni di tale entità hanno avuto un pesante impatto anche sui mercati azionari. Sinora invece, come detto, l’impatto sull’equity è stato abbastanza limitato e circoscritto. La ragione, a mio avviso, è da ascriversi alla circostanza che in tale delicato frangente, a differenza di quanto accaduto in passato, l’economia globale è sostenuta da una politica monetaria iper espansiva. E la Cina ha appena annunciato una nuova maxi iniezione di liquidità, pari a 173 miliardi di dollari. I tassi d’interesse continuano pertanto a scendere. Il bond decennale americano, nell’ultimo mese ha ceduto ben 38 basic points, ed oggi rende appena l’1,50 %. Il bond Usa a 2 anni, arretra, invece, di 25 bps, ed offre oggi un rendimento dell’1,33 %. L’inclinazione della yield curve americana si è pertanto ulteriormente ridotta, ed oggi è pari a soli 17 bps. Ma non si assiste ad un’inversione della stessa. Allo stato pertanto non si può prefigurare una recessione imminente per l’economia a stelle e strisce. Ed è per tali motivi che, come già accennato, i mercati azionari stornano ordinatamente, e non crollano. E’ saggio, tuttavia, continuare a monitorare con attenzione l’evolvere della situazione. Se la pandemia dovesse, infatti, espandersi, ed avere un impatto rilevante sull’economia cinese, avremo inevitabilmente, a cascata, conseguenze negative anche per altre economie, sui conti delle singole imprese, e sulle loro quotazioni azionarie.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo venerdì  dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 32.568

Large Traders :  + 29.980

Small Traders : + 2.588

Si riconferma, pertanto, senza particolari scosse, l’assetto già in auge nel mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state, infatti, limitate, pari a soli 7.929 contratti. In particolare, i Large Traders, acquistano l’intero lotto dei 7.929 contratti long, e consolidano  la loro posizione, Net Long. I Commercial Traders, invece, cedono 4.197 contratti long, e puntellano la loro abituale posizione di copertura, Net Short. Gli Small Traders, infine, cedono anch’essi 3.732 contratti long, e riducono a livelli ancor più esigui la loro già timida posizione Net Long. Le limitate movimentazioni di quest’ultima settimana, ci confermano che gli operatori del mercato dei derivati azionari Usa, non nutrono, allo stato, eccessivi timori per il coronavirus cinese. Le Mani Forti, infatti, accrescono solo lievemente il loro livello di copertura, che si mantiene, ancor oggi, ben sotto la loro media storica. Gli Small Traders inoltre, non palesano alcuna pericolosa esuberanza. Anzi contraggono ulteriormente la loro esposizione e minacciano di tornare Net Short. Insomma, dal mercato dei derivati azionari Usa, non giunge, al momento, nessun particolare segnale d’allarme. Riconfermo pertanto la mia moderata view rialzista ed il mio personale target di 3.500 punti per l’S&P 500 a fine anno.

Moderata view rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo primo mese del 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una lievissima perdita dello 0,05 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito una perdita dell’1,31 %. Conseguita pertanto, sinora, una sovra-performance del 1,26 %. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua dell’8,7 %, e presenta un’ equity line in progresso del 150 %. In coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana non muto l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè le mie posizioni long, pari all’80 %, e le mie posizioni short, pari al restante 20 %, ossia resto in una posizione rialzista per il 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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