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WALL STREET: si conferma l’accumulo delle “mani forti”
Sembra ormai chiaro. Gli acquisti sono delle cosiddette “mani forti” che stanno puntando di brutto sulla politica Trump. [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, si sono riconfermate tutte le dinamiche instauratesi nei mercati finanziari internazionali dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America. La grande fiducia espressa dai mercati, a prima vista sorprendente, ci induce a ritenere che, probabilmente, senza quasi accorgercene, le politiche monetarie espansive di questi ultimi anni avevano ormai esaurito il loro compito, e c’era bisogno di altre misure per riavviare una crescita economica a ritmi più sostenuti degli attuali. Lo scenario intermarket, come detto, riconferma un orientamento di grande fiducia ed ottimismo. In particolare, le aspettative di una maggiore crescita futura dell’economia Usa dà forza al dollar index che dopo moltissimi anni torna a sfondare quota 100. Il rapporto di cambio EURUSD, invece, si avvicina velocemente al fair value indicato dall’amico Danilo, ossia a quota 1,05. Il rapporto di cambio USDYEN, inoltre, in poche settimane è risalito da quota 100 a quota 113. Il riequilibrio in corso sui mercati valutari dev’esser visto con estremo favore, poichè potrebbe dare un grande contributo alla ripresa delle asfittiche economie dell’Europa e del Giappone.
In quest’ultima ottava, anche il mercato delle commodities sembra mostrare maggiore fiducia. Registriamo infatti un incremento del 2,7 % delle loro quotazioni espresse in termini reali. Il mercato obbligazionario, che era stato il primo a reagire positivamente all’elezione di Trump, ha invece rallentato un po’ la sua corsa. I rendimenti dei bond decennali Usa registrano, infatti, un incremento di soli 2 basic points, e raggiungono quota 2,36 %. Festeggiano invece il raggiungimento di nuovi record i mercati azionari Usa. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, cresce di un’ulteriore 1,44 %, e raggiunge quota 2.213,35, ad un passo ormai dal target di 2.220 punti da me indicato, tra molti scetticismi, ad inizio dell’anno.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati soltanto ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 5.305
Large Traders : + 17.390
Small Traders : – 12.085
Non cambia, dunque, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in auge ormai da ben 7 mesi. Tuttavia anche in quest’ultima ottava, si sono registrate significative variazioni nelle posizioni nette dei vari operatori, pari complessivamente a 14.346 contratti. In particolare, i Large Traders cedono altri 11.526 contratti long e riducono ulteriormente la loro posizione Net Long, che dopo molti mesi sembra iniziare a vacillare. Gli Small Traders, invece, riconfermano tutto il loro scetticismo, cedono altri 2.820 contratti long, e risultano oggi gli operatori con la più ingente posizione di copertura, Net Short. I Commercial Traders, ossia le “ Mani Forti “ di questo mercato, continuano invece ad acquistare a piene mani, anche questa settimana infatti acquisiscono l’intero lotto dei 14.346 contratti long, e sembrano ormai intenzionati ad invertire presto la loro ormai esigua posizione Net Short. Le movimentazioni di queste ultime settimane, a mio avviso, smentiscono decisamente uno degli assunti principe della campagna presidenziale Usa. L’incetta di acquisti ad opera delle “mani forti”, dopo l’elezione di Donald Trump, dimostra infatti che le stesse non erano affatto pro Clinton, e soprattutto che non erano per nulla convinte di dover proseguire nelle politiche monetarie accomodanti adottate negli ultimi anni. Si tenteranno quindi strade diverse, ossia più spesa pubblica soprattutto per investimenti associata a consistenti riduzioni d’imposta. Facile a dirsi, ma molto difficile ad attuarsi. Comunque il mercato per ora sembra crederci, e noi non possiamo far altro che assecondare, almeno per il momento, il suo volere.
Futuro che si prospetta, quindi, nel breve termine, meno incerto del recente passato, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance annua positiva, pari al + 15,21 %. Performance più che soddisfacente, realizzata, peraltro, investendo solo sul listino di borsa italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 22,08 %. Conseguita, pertanto, in un contesto di mercato molto avverso, una sovra-performance del 37,29 %, ben superiore alle nostre attese, che ci fornisce altre probanti conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa. In perfetta coerenza con le indicazioni provenienti dai mercati, questa settimana, riconfermo l’assetto del mio portafoglio, costituito dal 70 % di posizioni long, e dal 30 % di posizioni short, ossia una posizione Net long moderata, pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas