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WALL STREET: semplice temporale estivo?

Scritto il alle 15:54 da Lukas


La settimana scorsa si parlava della possibile correzione che si pensava alle porte. Ma già subito dall’ultimo COT Report notiamo che le mani forti proprio non ne vogliono sapere di mollare l’osso.  (Guest post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno registrato una salutare pausa di riflessione. A dire il vero, c’erano molti elementi che la lasciavano presagire. Gli investitori non sono infatti stupidi, come credono invece in tanti, e penso si stiano interrogando su quanto accaduto negli ultimi mesi e su cosa ci attenda negli anni a venire. In particolare, il punto centrale dell’attenzione, credo sia, in questo momento, focalizzato sulle sorti del dollaro Usa che, negli ultimi 4 mesi, ha stornato in maniera inattesa ed alquanto significativa. Cosa vuol dirci, cosa ci preannuncia questo incipiente deprezzamento della valuta americana ? E’ un interrogativo, a mio avviso, d’estrema importanza, che potrebbe celare un importante e strategico mutamento di scenario. Personalmente, è da qualche settimana che è al centro del mio interesse. Vorrei, di conseguenza, esprimere qualche mia riflessione in merito. Come ben sapete, è ormai da oltre un decennio che il mondo e l’economia globale vive in un contesto tendenzialmente deflazionistico. Un contesto che ha avuto ed ha un vincitore indiscusso, ovverossia la Cina, che è ormai divenuta la protagonista principe dell’economia globale. E’ del tutto naturale che in Occidente, e negli Usa in particolare, non s’accetti supinamente tale situazione. Trump, negli ultimi anni, ha tentato di arginare la straripante forza dell’economia cinese imponendo dazi alle merci provenienti dall’ex impero celeste, ma non ha ottenuto grandi risultati. Poi  è arrivato il covid19, e lo ha etichettato polemicamente come il “ virus cinese “. Negli ultimi giorni, invece, assistiamo alla chiusura di consolati e sedi diplomatiche. Iniziative del tutto pretestuose, che sul piano economico non modificano affatto i termini della contesa geopolitica. A livelli più sofisticati del pensiero di Trump, che tra qualche mese potrebbe non essere più alla guida dell’America, c’è invece, credo, chi pensa ed ipotizza che per competere e battere il gigante asiatico, bisogna innanzitutto distruggere lo scenario ( deflazionistico ) in cui esso si è man mano sviluppato ed affermato. Non è un caso, a mio avviso, che dopo il covid19, assistiamo, non solo negli Usa, ma finanche nella recalcitrante Europa, ad un incremento esponenziale della spesa governativa. Aumento di spesa che ha immediatamente avuto un effetto sul piano valutario, innescando un rapido e repentino deprezzamento del dollaro. Fenomeno che potrebbe, peraltro, proseguire ed accelerare,  perché il Congresso Usa sta per approvare ulteriori misure di sostegno in favore di imprese e famiglie. Una partita quella intrapresa, dall’esito tutt’altro che scontato, e certamente non facile. Ma, non s’intravvedono altre alternative. Continuare, infatti, a giocare sullo stesso tavolo di gioco dell’ultimo decennio, porterebbe ad un risultato già ampiamente scritto e prevedibile, ossia consegnare alla Cina, ed all’Asia in generale, il dominio e la supremazia dell’economia e del Mondo nei decenni a venire.

Ciò detto, non anticipiamo troppo i tempi, ed esaminiamo cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, come già accennato, continua velocemente a deprezzarsi, nell’ultima ottava cede addirittura l’ 1,57 % e retrocede a quota 94,43. Le commodities, che dovrebbero trarre vantaggio dal calo del dollaro, rimbalzano, ma non in maniera eclatante. Lievitano, infatti, solo dello 0,93 % in termini reali, e denotano ancora delle difficoltà nella ripresa dell’economia reale. Difficoltà confermate anche dal settore obbligazionario. I rendimenti del bond decennale americano, arretrano infatti di altri 3 bps, e retrocedono a quota 0,59 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, invece, lievitano di 1 bp, e raggiungono quota 0,15 %. L’inclinazione della yield curve Usa pertanto si riduce ulteriormente, a 44 bps, e non lascia ancora intravvedere una rapida ripresa dell’ economica Usa. Il mercato azionario, infine, come detto, si prende un pausa e riflette su quanto le accade intorno. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, cede infatti appena lo 0,28 % e si stabilizza a quota 3.215,63 punti.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 21.295

Large Traders :  – 10.665

Small Traders : – 10.630

Si riconferma, ed un po’ a sorpresa, si rafforza nuovamente, la configurazione rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state infatti pari a 7.206 contratti. In particolare, i Large Traders, contrariamente alle nostre attese, interrompono la loro fase d’acquisto, cedono invece l’intero lotto dei 7.206 contratti long, non invertono la loro posizione, e restano Net Short. I Commercial Traders, invece, non lasciano loro il testimone, acquistano anzi altri 1.782 contratti long, e consolidano la loro precedente posizione, che resta ancora e significativamente Net Long. Gli Small traders, infine, dopo lungo tempo si mostrano meno pessimisti, acquistano infatti i residui 5.424 contratti long e riducono alquanto la loro precedente e pesante posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, come già accennato, ci hanno un po’ sorpreso. Pensavamo infatti di andare incontro ad un passaggio di testimone tra Large e Commercial traders. Ed invece, dobbiamo constatare che le Mani Forti non sono ancora di questo avviso. Evidentemente ritengono la situazione non ancora sufficientemente stabilizzata, per lasciare il mercato in mano ad altri operatori. Ciò è da leggere indubbiamente con favore da parte degli investitori. La presa e l’influenza dei Commercial sul mercato è infatti storicamente ben più solida e forte di quella che assicurerebbero i Large traders. Molto probabile pertanto che, anche in quest’estate alquanto torrida, non assisteremo allo storno tanto invocato dagli ormai, credo, esausti e sfiniti ribassisti. Confermo pertanto, con accresciuta fiducia, la mia view positiva, sull’andamento prossimo venturo dei mercati e delle quotazioni azionarie.

Mercato, dunque, ancora in relativa sicurezza, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questi primi 7 mesi dell’anno 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 5,97 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 14,73 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance dell’ 8,76 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Rammento che nei precedenti 7 anni il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 145 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, modifico in positivo l’assetto del mio portafoglio. innalzo dal 65 al 75 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 35 al 25 % le mie posizioni short, assumendo di fatto una posizione Net Long pari al 50 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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