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WALL STREET: anno nuovo e COT REPORT “vecchio”
Gli small traders rientrano dalle posizioni ribassiste dell’ultimo report cambiano atteggiamento. Quindi alla fine, si è passati al 2020 ma il trend è sempre lo stesso. Un megatrend rialzista che ci accompagna ormai da anni. (Guest Post)
Cari amici, quasi senza essercene accorti, siamo giunti alla fine di un anno, per molti versi, anomalo, inatteso ed eccezionale per i mercati finanziari internazionali. E’ dunque tempo di fare dei bilanci, e magari di trarre qualche utile insegnamento per il futuro. A Wall Street, il benchmark azionario mondiale per antonomasia, ossia l’S&P 500, si avvia a chiudere l’anno in guadagno del 28,6 %. Una performance monstre, difficilmente ripetibile. Già a fine aprile, ossia dopo soli 4 mesi, l’S&P segnava un guadagno del 17,5 %. Dopo le paure dell’ultima parte dello scorso anno, il mercato festeggiava in maniera fragorosa l’inversione di rotta della FED in tema di tassi. Inversione per molti versi imbarazzante, che ha fatto perdere molta credibilità alla più importante istituzione finanziaria mondiale. Inversione però necessaria, che andava a correggere un macroscopico errore di lettura e di interpretazione della situazione economica globale. Non c’era infatti alcun pericolo di surriscaldamento, anzi tutt’altro, ed i reiterati rialzi dei tassi operati dalla FED nel corso del 2018, apparivano ed erano del tutto ingiustificati. Non a caso il mercato aveva reagito negativamente,stornando di circa il 20 % negli ultimi 3 mesi dello scorso anno. Perdita poi quasi interamente recuperata nei primi mesi di quest’anno. Insomma, la FED ha determinato, col suo atteggiamento incerto ed ondivago, delle vere e proprie montagne russe, tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Montagne russe di cui anch’io sono rimasto vittima. Infatti dopo essermi egregiamente difeso durante lo storno del 2018, non sono stato molto pronto ad invertire la mia posizione, da short a long, all’inizio del 2019. Per tale motivo il mio portafoglio chiude, per la prima volta negli ultimi 7 anni, con una perdita annua di circa il 9 %. Un incidente di percorso, che non intacca però la bontà del mio trading system, che negli ultimi 7 anni presenta un’equity line in progresso del 150 %. Quanto accadutomi riconferma però un antico insegnamento, ossia che il TIMING è pressocchè TUTTO per chi opera in borsa. Dunque mai operare contro trend, e se non si hanno idee chiare sullo stesso, meglio astenersi ed uscire dal mercato.
Dopo tali doverose considerazioni, andiamo ad esaminare cosa ci indica, per il prossimo futuro, lo scenario intermarket. Nella scorsa ottava, il dollar index ha nuovamente registrato delle difficoltà, cede infatti lo 0,8 %, e retrocede a quota 96,65. La debolezza recente della valuta Usa, ancora molto larvata ed affatto conclamata, ci pone degli interrogativi sul futuro, anche degli altri mercati. Le quotazioni delle commodities, che in una certa misura esprimono il contro altare del quotazioni del dollaro, si dimostrano invece toniche, lievitano infatti dello 0,4 % in termini reali, e sembrano volerci fornire delle rassicurazioni sulla crescita economica futura. Rassicurazioni parzialmente confermate anche dal mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, cedono 4 bps e retrocedono quota 1,88 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, cedono anch’essi 4 bps, e tornano a quota 1,59 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, resta immobile a 29 bps, un livello non esaltante, ma sufficiente per scongiurare, a breve, ogni ipotesi recessiva per l’economia Usa. Il mercato azionario, come ben sapete, è da tempo su livelli record. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, quota oggi 3.226 punti.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 27.878
Large Traders : + 21.984
Small Traders : + 5.894
Si riconferma, dunque, la nuova configurazione lateral-rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state pari ad 11.072 contratti. In particolare, gli Small Traders, forse impauriti dalle quotazioni record, cedono l’intero lotto degli 11.072 contratti, e contraggono, a livelli più esigui, la loro posizione Net Long. I Large Traders, invece, si confermano operatori trend-following, acquistano, infatti ben 10.398 contratti long, e quasi raddoppiano la consistenza della loro posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, stanno quasi a guardare, acquistano infatti solo i residui 674 contratti long, e mantengono la loro abituale posizione di copertura, Net Short, su livelli ancora inferiori alla loro media storica. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, a differenza di quella precedente, vanno viste con favore. Gli Small Traders, hanno infatti alquanto ridotto la loro esuberanza, cedendo i due terzi della loro precedente dotazione Net Long. Ed essendo questi, notoriamente degli operatori contrarian, ciò è un buon segno per la tenuta dell’attuale trend rialzista. D’altronde lo scetticismo dei piccoli investitori è stato il tratto distintivo di quest’ormai storico ed interminabile bull market. In pratica non ci hanno mai creduto. Scetticismo che trova conferma anche in quest’ultima ottava. Gli Small Traders non sono infatti più gli operatori più esposti, e come detto, quasi mai lo sono stati in questi ultimi 10 anni. Insomma, alla luce di questi ultimi movimenti sul mercato dei derivati azionari Usa, non posso che riconfermare la mia moderata view rialzista, ed il target di 3.500 punti per l’S&P 500, fra 12 mesi.
Moderata view rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo difficile 2019, come già accennato, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 9,4 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 27,2 %. Conseguita pertanto una sotto-performance del 36,6 %. Un incidente di percorso, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %, e che presenta, come detto, una equity line in progresso di circa il 150 %. Non perdo, quindi, la fiducia in esso, anzi sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nel prossimo anno, di poter riprendere il virtuoso cammino del passato. In coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana non muto l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè l’80 % delle mie posizioni long, ed il 20 % delle mie posizioni short, ossia una posizione rialzista pari al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
LUKAS
Se si guarda il grafico di lungo periodo SP500 è sempre più impressionante e sempre più tendente al parabolico.
2020 anno di elezioni, le banche centrali remano tutte per mantenere tranquillità, trump deve farsi rieleggere e deve vendere un accordo con la cina (farlocco) per garantirsi rally prima di elezioni.
Lo svolgimento 2020 potrebbe essere, scaramucce con Iran, riinvio accordo cina appena annunciato, storno wally, accordo cina (foto con firma accordo sul nulla) e rally per elezioni.
Esempio esplicativo della situazione: un giocoliere con 13 palle.
Buon anno a tutti.