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WALL STREET: scende la tensione ma il momento è complesso
Continua a frenare la pressione ribassista ma non dimentichiamo mai di essere potenzialmente a fine ciclo e quindi la prudenza è d’obbligo. Cautela all’interno di uno scenario che quindi permane lateral-ribassista. Andiamo ad analizzare il COT Report. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, il presidente della FED, Jerome Powell, a sorpresa, ha dichiarato che “ i tassi d’interesse sono appena sotto il livello considerato neutro per l’economia, ovvero ad un livello che non stimolano o rallentano l’economia “. In pratica si è, di fatto, rimangiato tutti i propositi di ulteriori strette monetarie previste per il 2019. Al massimo ci sarà solo l’aumento dei tassi, già in agenda da tempo, di questo mese di dicembre. Oserei dire, meglio tardi che mai. Con l’economia globale in progressivo rallentamento sarebbe stata infatti una follia procedere ad ulteriori ed ingiustificati rialzi dei tassi.
Wall Street ha immediatamente festeggiato ponendo in essere un rimbalzo settimanale monstre (+ 4,85 % ). Rimbalzo notevole ma non sufficiente, per ora, a far riconquistare ai TORI il controllo del mercato. Sul tappeto rimangono, infatti, ancora altre importanti problematiche, tuttora non risolte. Ci riferiamo in particolare alla questione dei dazi commerciali tra Usa e Cina, oggetto di confronto, a latere del G20, tra Trump e Xi Jinping.
Non va inoltre dimenticato che l’attuale ciclo economico espansivo, in auge da quasi un decennio, è ormai abbastanza maturo e và inesorabilmente verso la sua fine, come testimonia l’appiattimento progressivo della yield curve Usa. Insomma, credo che i bei tempi degli ininterrotti rialzi dell’azionario siano definitivamente alle nostre spalle e, nei prossimi mesi, ci si dovrà accontentare solo di temporanei e limitati rimbalzi, prima che il ciclo inverta definitivamente la rotta.
Lo scenario intermarket evidenzia, infatti, ancora una situazione contraddittoria ed alquanto complessa. In particolare, il dollar index, continua ad apprezzarsi, in quest’ultima ottava cresce di un ulteriore 0,37 %, e raggiunge quota 97,27. Le commodities, invece, tentano un recupero, rimbalzano infatti dell’ 1,70 % in termini reali, e riducono le perdite degli ultimi 6 mesi al – 5,5 %. Perdite che testimoniano comunque un rallentamento dell’economia globale. Rallentamento che, da qualche settimana, è divenuto visibile, anche sul mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, arretrano di altri 6 bps e retrocedono significativamente a quota 2,99 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, invece, arretrano, di soli 2 bps, a quota 2,82 %. La yield curve Usa riduce, pertanto, ulteriormente la sua inclinazione. Il differenziale ( 10 – 2 ) è infatti pari a soli 17 bps, il minimo degli ultimi 10 anni. I mercati azionari Usa, già da 10 mesi, testimoniano, credo coerentemente, questa fase finale di un lunghissimo, e forse irripetibile, ciclo economico espansivo. Non sono crollati, come invano si augura, da quasi un decennio, la folta schiera degli incalliti ribassisti. Hanno però assunto, come da noi previsto, un andamento molto più morigerato del passato, lateral-rialzista. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, infatti, quota oggi 2.760,17 punti, ossia solo il 3,24 % in più delle quotazioni d’inizio d’anno.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 67.079
Large Traders : + 50.291
Small Traders : + 16.788
Si conferma, dunque, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in voga ormai da un anno, ossia dal 05/12/2017. In quest’ultima settimana, registriamo variazioni esigue nelle posizioni dei diversi operatori, pari a soli 5.359 contratti. In particolare, i Large Traders che per molte settimane avevano tenuto una posizione iper bullish irragionevole, cedono altri 1.532 contratti long, e riducono la loro posizione Net Long poco sopra le cinquantamila unità. Anche gli Small Traders, si mostrano cauti, cedono infatti 3.827 contratti long, e riducono ulteriormente la loro già esigua posizione Net Long. Chi continua ad acquistare sono, invece, i Commercial Traders, che anche questa settimana prendono l’intero lotto dei 5.359 contratti long, riducendo in tal modo l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net short, su livelli quasi normali. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, seppur esigue nella loro entità, attenuano comunque ulteriormente le tensioni viste, negli ultimi 2 mesi, sui mercati azionari Usa. Ci aspettiamo pertanto una loro stabilizzazione ed una conseguente riduzione della volatilità. Ciò per quanto concerne il breve termine.
Se si allarga invece l’orizzonte temporale, non si può non notare che, nonostante il forte rimbalzo della passata ottava, il quadro tecnico rimane critico ed alquanto compromesso. Non ci facciamo pertanto molte illusioni. Il pericolo è che questa movimentata ed improduttiva fase di sostanziale lateralizzazione, che dura già da circa un anno, possa proseguire ancora nei mesi a venire, con inevitabili ripercussioni negative sulle performance della gran parte dei gestori di portafoglio. Personalmente non muto la mia view sul mercato, che rimane moderatamente lateral-ribassista. .
View di mercato, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi, e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, guadagna lo 0,29 %, performance esigua, ma nettamente superiore a quella del nostro Ftse All Share, che registra, nel contempo, una perdita del 12,95 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance ( ALPHA ) del 13,24 %, che conferma tutte le prerogative del mio trading system, che nei passati 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò premesso, questa settimana, coerentemente con quanto sopra esposto, modifico solo di poco l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 35 al 40 % le mie posizioni long, e riduco dal 65 al 60 % le mie posizioni short, ossia assumo una cauta posizione lateral-ribassista, pari al solo 20 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas