WALL STREET: permane sempre un alone di incertezza

Scritto il alle 16:02 da Lukas


Le incognite sui mercati sono ancora numerose. E difatti anche il COT Report ci fa vedere un quadro di forte incertezza. Innanzitutto sulla qualità di questa ripresa, e poi sui dubbi sull’inflazione. (Guest post)

Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali non hanno fornito probanti indicazioni circa le loro prospettive future. Le prospettive sono incerte e nebulose anche per ciò che concerne il futuro dell’economia reale. D’altronde, già ancor prima del covid le dinamiche dell’economia non erano proprio idilliache. Si combatteva, infatti, strenuamente, da oltre un decennio ormai, una vera e propria guerra contro il terribile morbo della deflazione. Guerra combattuta soprattutto dalle Banche Centrali, senza lesinare mezzi, ed usando strumenti anche non convenzionali, mai adoperati in passato. Ciononostante, non si poteva certo dire che la battaglia era stata vinta, anzi tutt’altro. Diciamo che si era evitato che la situazione precipitasse ulteriormente. Dopodichè, come ben sappiamo, è arrivata la pandemia da covid-19. Ed è stato necessario imporre prolungati lockdown, con fermo e blocco di gran parte delle attività produttive e commerciali. Ciò ha prodotto un danno economico enorme, sicuramente non arginabile con le sole politiche monetarie espansive. Si è quindi deciso di mandare alle ortiche le vecchie remore, e di affiancare agli interventi di politica monetaria, un ampio ed ingente ventaglio di interventi di politica fiscale ultra espansiva. Oggi quindi siamo al cospetto di un mix di politica monetaria e fiscale del tutto straordinario ed eccezionale. D’altronde il frangente storico ed economico è eccezionale. Dal punto di vista sanitario, l’inizio su larga scala della campagna di vaccinazione lascia ben sperare. Magari entro un anno riusciremo, se non a sconfiggere, quantomeno a contenere e ad arginare la diffusione della pandemia. Nessuno invece credo sappia, o immagina compiutamente, quale sarà il futuro dell’economia. Al riguardo le opinioni sono le più disparate. Se ne leggono di tutti i colori. Nelle ultime settimane in molti parlano di una ripresa economica con caratteri inflattivi o addirittura iper-inflattivi. Personalmente consiglierei un approccio meno emotivo, ed altamente pragmatico. L’analisi intermarket può esserci, proprio in questo particolare e complesso frangente, di grande aiuto. Leggere ed interpretare correttamente le indicazioni che man mano ci arrivano dai vari mercati può infatti evitarci di prendere clamorosi abbagli, e di assumere posizioni operative eccessivamente rischiose, o al contrario, ingiustificatamente caute. Un invito di buon senso il mio, che come ben sapete, è più facile ad enunciare che ad applicare. In quest’ultimo decennio, abbiamo infatti dovuto sorbirci i deliri reiterati di tutta una serie di improbabili analisti, che quasi quotidianamente ci preannunciavano il crollo imminente dei mercati, proprio nel mentre si realizzava il più imponente bull market della storia.

Dopo queste mie parche e modeste raccomandazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, il complessivo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima ottava rimbalza lievemente, + 0,26 %, e raggiunge  quota 91,93. Tenuta del dollaro che non sembra proprio in sintonia con l’adombrata ipotesi di ripresa inflattiva. In tal senso và letto anche lo storno settimanale delle commodities, – 1,4 % in termini reali. In particolare segnalo lo storno pesante del Crude Oil, – 6,4 %. Indicazioni diverse e contrastanti giungono, invece, dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, lievita infatti di altri 11 bps e raggiunge quota 1,73 %. Fermo, invece, il rendimento dei bond a 2 anni, a quota 0,15 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto si amplia ancora sino a 158 punti base. Un buon viatico per la tanto auspicata ripresa dell’economia Usa. Il mercato azionario, infine, come già accaduto nelle ultime 6 settimane, mostra qualche incertezza. In particolare, l’S&P 500 cede lo 0,77 % e retrocede a quota 3.913,10 , non lontano comunque dai suoi recenti massimi storici.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 2.972

Large Traders :  – 6.020

Small Traders : + 8.992

Si riconferma, pertanto, anche in quest’ultima ottava, l’incerta e non idilliaca configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in voga ormai da oltre 5 mesi. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a soli 2.524 contratti. In particolare, le MANI FORTI, ossia i Commercial traders, cedono 1.740 contratti long, e restano significativamente, seppur di misura, nella loro abituale posizione di copertura, Net Short. I Large traders, cedono anch’essi 784 contratti long, ed accentuano la loro attuale posizione che rimane Net Short. Gli Small traders, invece, acquistano l’intero lotto dei 2.524 contratti long, e consolidano la loro, ancora solitaria, posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, ancora una volta molto esigue e circoscritte, non sciolgono i nodi circa le prospettive future dei mercati. La circostanza che da diversi mesi tutti gli operatori non hanno posizioni operative marcate e definite, stazionando tutti intorno alla linea dello zero, ci dice che anch’essi non hanno, al momento, idee molto chiare circa il futuro dell’economia e dei mercati. Troppe ancora le incognite da sciogliere. D’altronde non c’eravamo mai trovati in una situazione eccezionale, come quella che stiamo oggi vivendo. Attendono credo di capire meglio quale sarà l’entità e la forza della ripresa dell’economia, e che natura questa ripresa assumerà. Insomma una situazione del tutto interlocutoria, che attende altre nuove per essere sciolta. Nel frattempo, mi sembra coerente e saggio riconfermare la mia view di fondo, cautamente rialzista sui mercati azionari.

Mercato dunque in assestamento, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di quest’inizio del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita dello 0,55 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno dell’ 8,84 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 9,39 %, causata dalla nostra forse eccessiva prudenza. Negli ultimi 8 anni, invece, il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 165 %. Questa settimana non muto, però, l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè il 65 % delle mie posizioni long, ed il 35 % delle mie posizioni short, ossia una posizione Net Long pari al solo 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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