WALL STREET: occhio a parlare di bolla e di imminenti crolli delle borse

Scritto il alle 16:26 da Lukas


Recessione? Crollo delle borse? Negatività in arrivo. Leggendo ed interpretando il COT Report, si ha una visione differente della situazione. C’è quindi la possibilità che “la festa non sia finita”.  (Guest Post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali, dopo circa 2 mesi di marcato risk-on, si sono concessi una meritata pausa di riflessione. Da quel che leggo, in giro per la rete, tale pausa ha nuovamente alimentato, e ridato fiato, alle speranze, risultate sinora del tutto vane, dei ribassisti. Evidentemente, dopo oltre 10 anni di rialzi indigesti, a costoro basta ormai davvero poco per continuare a cullare i loro improbabili auspici, e le loro sinistre aspettative. A mio avviso, invece, la pausa di quest’ultima ottava và interpretata come un’ennesima testimonianza d’intelligenza del mercato, e degli investitori. La gran parte di essi, infatti, conosce bene la condizione, del tutto peculiare, in cui vive l’economia mondiale, dopo la terribile e devastante crisi finanziaria del 2008. In particolare, sanno che la domanda globale era, e resta debole, e necessita ancora del sostegno di politiche monetarie espansive da parte delle Banche Centrali. Sanno, altresì, che la debole domanda globale, e la conseguente bassa crescita economica, comprime e mantiene bassi i costi dei maggiori fattori produttivi ( materie prime, capitale e lavoro ) e ciò ha un benefico effetto sui bilanci, e sugli utili delle imprese quotate. Sanno, ancora, che è in corso una vera e propria rivoluzione tecnologica che accresce, e di non poco credo, il tasso di produttività e di efficienza di ogni impresa, e dell’intero sistema economico. In virtù di tutte queste considerazioni, sanno, di conseguenza, che nonostante la debole domanda globale, gli utili delle imprese, anche l’anno prossimo, continueranno a crescere ad un tasso stimato del 10 % circa. E se gli utili crescono, perché lasciarsi abbindolare dalle sirene dei ribassisti, e non comprare invece ancor più azioni ? D’altra parte, anche storicamente, i mercati deragliano quando la velocità dell’economia è troppo alta o, al contrario, troppo bassa. Oggi il pericolo dell’altà velocità non esiste affatto, esiste invece il pericolo di una crescita bassa, o meglio di un ulteriore rallentamento del tasso di crescita, ma sappiamo che contro di esso sono schierate all’unisono tutte le più importanti Banche Centrali. Insomma, a mio avviso, non v’è allo stato nessun presupposto, e nessuna preliminare condizione, che possa far immaginare uno storno importante e significativo dei mercati, e tantomeno un loro crollo.

Riflessioni, quelle sopra illustrate, di carattere generale e prospettico, esaminiamo però cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. In quest’ultima ottava, il dollar index ha registrato un rimbalzo dello  0,28 %, confermandosi un fattore di stabilità, anche per gli altri mercati. Le commodities invece, stornano dello 0,18 % in termini reali, un dato che accredita l’ipotesi della continuazione di una crescita economica ancora debole.   Ipotesi avvalorata anche dallle risultanze del mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, cedono 7 bps, e retrocedono a quota 1,77 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, invece, guadagnano 2 bps, e tornano a quota 1,63 %. L’inclinazione della yield curve Usa pertanto si riduce a soli 14 bps, e ciò m’induce a pensare che la FED, nei prossimi mesi, ridurrà ancor più i tassi. Il mercato azionario, come già accennato, nell’ultima ottava, si è concesso una pausa. ll nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, storna infatti dello 0,33 %, e torna a quota 3.110,29 punti.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 21.325

Large Traders :  +24.359

Small Traders : – 3.034

Si riconferma, pertanto, la favorevole e rialzista configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state pari a 8.699 contratti. In particolare, i Large Traders cedono 5.895 contratti long, e riducono la loro esposizione, che resta però Net Long. Gli Small Traders, cedono anch’essi 2.794 contratti long, e consolidano la loro posizione, Net Short. I Commercial Traders, acquistano, invece, l’intero lotto degli 8.699 contratti long, e riducono ancor di più la loro abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, danno sostegno alle considerazioni d’ordine generale che ho espresso in premessa. Vedere, infatti, le Mani Forti, ossia i Commercial traders, ridurre la loro proverbiale copertura, ad un livello così basso, ben inferiore alla loro media storica, vuol dire che essi non intravvedono allo stato particolari rischi di mercato. Vedere altresì gli Small Traders, operatori notoriamente contrarian, in posizione Net Short, ci rassicura e ci induce a pensare che l’attuale trend rialzista è ben fondato e solido e che proseguirà anche nelle prossime settimane e mesi. Comincio addirittura a pensare che la controversia commerciale tra Usa e Cina, ed i connessi tweet di Trump, servono, come in quest’ultima ottava, solo a morigerare il sentiment fortemente rialzista degli operatori. Sentiment che sarà lasciato a briglie sciolte man mano che ci si avvicinerà alla data delle prossime elezioni presidenziali americane, previste nel novembre del 2020. Riconfermo, pertanto, la mia view rialzista, ed aggiorno a 3.300 punti il mio target per l’S&P 500 a fine ottobre 2020.

View rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo difficile 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 10,47 %. La perdita è ascrivibile alla nostra errata posizione short d’inizio d’anno, nonchè alla successiva estenuante fase di lateralizzazione del mercato. Nel frattempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 25,75 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sotto-performance del 36,22 %. Un incidente di percorso, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %, e che presenta una equity line in progresso di circa il 150 %. Non perdo, tuttavia, la fiducia in esso, anzi sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi mesi, di poter recuperare almeno una parte dell’attuale inaccettabile sotto-performance. A tal fine, in coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 75 all’82,5 % le mie posizioni long, e riduco, nel contempo dal 25 al 17,5 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione rialzista pari al 65 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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