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WALL STREET: frenare la bolla, prima di tutto!
Il bilancio FED dovrebbe cominciare ad invertire la rotta. Ma le condizioni non ci sono. E magari l’obiettivo oggi è cercare di dare la mercato la percezione di un controllo del rischio “bolla speculativa” sul mercato. [Guest post]
Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, l’attenzione dei mercati finanziari internazionali è stata catalizzata dai futuri, ma ancora non certi, mutamenti della politica monetaria ad opera delle diverse Banche Centrali. Dopo quelle della Yellen, questa settimana sono state, infatti, le dichiarazioni di Draghi a catalizzare l’attenzione degli investitori. Un’attenzione, a mio avviso, del tutto esagerata ed immotivata. Più saggio
sarebbe, invece, cercare di interpretare quale sarà l’evoluzione futura dell’economia mondiale, perché sarà questa, e non altro, a determinare le decisioni future di politica monetaria.
Esaminando, infatti, quanto accade sullo scenario intermarket, gli ipotizzati mutamenti di politica monetaria, appaiono del tutto incerti ed assai improbabili. Dall’elezione di Trump assistiamo, ad un deprezzamento marcato del dollaro Usa. In particolare, negli ultimi mesi la valuta Usa ha ceduto oltre il 9 % del suo valore.
Svalutazione che equivale ad un’espansione monetaria che compensa, di fatto, i due recenti rialzi dei tassi operati dalla Fed. Il marcato deprezzamento del dollaro non ha peraltro favorito una ripresa delle quotazioni delle commodities, anzi quest’ultime si deprezzano anch’esse del 4 % in termini nominali e del 13 % in termini reali. Basterebbe già questa sola constatazione a mettere in serio dubbio le ipotesi di future politiche
monetarie restrittive ad opera delle Banche Centrali. Ma vi è di più. Esaminando la Yield Curve del mercato obbligazionario si capisce che non c’è, inoltre, nessuna ipotesi di accelerazione della crescita economica all’orizzonte. I rendimenti dei bond decennali Usa, anche in quest’ultima ottava, sono infatti arretrati di 9 bps, e tornati a quota 2,24 %. Analogo storno dei rendimenti si registra sui bond della vecchia Europa. Insomma, al
momento, nulla nell’economia reale giustifica ed avvalora l’ipotesi di politiche monetarie più restrittive. Molto più probabile, invece, che tale ipotesi sia fatta circolare allo scopo di moderare e contenere il rialzo tuttora in corso delle quotazioni azionarie. Anche questa settimana, infatti, abbiamo assistito a nuovi record su tutti i listini Usa. E’ dunque evidente che i mercati azionari, allo stato, non credono che a breve vi saranno condizioni monetarie molto più restrittive delle attuali.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 28.196
Large Traders : + 37.169
Small Traders : – 8.973
In coerenza con quanto accade nello scenario intermarket, il mercato dei derivati azionari Usa riconferma la sua favorevole configurazione. Nell’ultima ottava registriamo, anzi, variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 8.466 contratti, che ne rafforzano l’assetto. In particolare segnalo che, gli Small Traders, cedono l’intero lotto degli 8.466 contratti long, e consolidano, ormai palesemente a torto, la loro datata posizione Net Short. I Large Traders, invece, si confermano ancora una volta operatori trend-following,
acquistano infatti altri 1.785 contratti long, e consolidano la loro solitaria posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, forse preoccupati dalle voci di possibili ed immotivate restrizioni monetarie, acquistano ben 6.681 contratti long e riducono di conseguenza l’entità della loro posizione di copertura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava ci dicono che, in qualche modo, le dicerie circa le future politiche monetarie lambiscono anche i mercati azionari. Gli acquisti dei Commercial Traders ci segnalano infatti che nelle prossime settimane si svilupperà con maggior decisione il tentativo di arrestare la corsa al rialzo dei mercati azionari Usa. Come già evidenziato in passato un’eventuale correzione non sarebbe affatto un male.
Consentirebbe infatti di eliminare taluno degli eccessi prodottosi nell’ultimo anno, e non si trasformerebbe nell’inizio di una vera e propria inversione. Inversione che non si scorge ancora all’orizzonte dato il permanere di favorevoli condizioni intermarket. L’eventuale correzione pertanto potrebbe rappresentare e costituire un’ennesima occasione d’acquisto, soprattutto per coloro che anche nell’ultimo anno non hanno creduto alle
possibilità di guadagno derivanti dagli investimenti azionari. .
Futuro prossimo che si prospetta, pertanto, ancora incerto, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dall’inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance pari al + 7,12 %. Performance positiva ma inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 11,88 %. Una sotto-performance del 4,76 %, che dimostra che negli
mesi il mio portafoglio ha molto sofferto dell’assenza dell’effetto momentum sul nostro listino. Evento che alla luce della nostra esperienza, riteniamo del tutto transitorio, e che non fa venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %.
In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, riduco dal 65 al 55 % l’entità dell’esposizione long del mio portafoglio costituito dal 77,5 % di posizioni long e dal 22,5 % di posizioni short . Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Ottima analisi come sempre.
Per quanto riguarda la posizione US equity riduco la mia esposizione al più coerente 15% dal 20% precedente vendendo a prezzi odierni anche la “F” dei FAANG e domani anche una “A” portando la posizione al 10%. Ovviamente mi riferisco rispettivamente a Facebook e Amazon e nel corso di fine mese resterò FLAT…dopo tutto un po’ di meritato riposo non guasta!!
Saluti.