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WALL STREET: luci di ripatenza all’orizzonte
GUEST POST – si inizia ad intravvedere segnali di ripresa del trend rialzista. Quindi si riparte per un nuovo rally? Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, anche nell’ultima settimana pre pasquale, i mercati finanziari internazionali hanno confermato e ribadito, per l’ennesima volta, quella che costituisce ormai la fondamentale dinamica degli ultimi anni, ossia una lenta crescita dell’economia globale che, non proprio paradossalmente, come molti credono, impedisce il surriscaldamento di quest’anomalo ciclo economico, e ne prolunga la sua durata, assicurando, nel contempo, un’evoluzione positiva ed ordinata dei mercati a livello globale.
Lo scenario intermarket, in particolare, ha registrato, in settimana, un ulteriore indebolimento delle quotazioni del dollar index, sceso nuovamente, dopo mesi di forsennata corsa al rialzo, sotto quota 97. Di conseguenza il rapporto di cambio EURUSD è risalito nei pressi di quota 1,10, allontanando l’ipotesi, prefigurata da molti, di una prossima parità nel rapporto di cambio tra le due valute. Il recente ritracciamento del dollaro Usa ha favorito, anche, l’arresto del down-trend delle quotazioni delle commodities, tuttavia, le stesse appaiono ancora ben lontane dall’invertire significativamente il loro ormai pluriennale corso ribassista, che riflette significativamente la ricordata debole dinamica dell’economia reale. Passo lento dell’attività economica a livello globale, che trova coerente conferma anche nelle risultanze provenienti dal mercato obbligazionario. I rendimenti sui titoli decennali Usa, anche in quest’ultima settimana, sono, infatti, scesi di ulteriori 9 bps, e risultano fissati all’esigua quota dell’1,84 %. Addirittura del tutto inverosimili i rendimenti che si registrano sul bund tedesco, ormai pari allo 0,19 %. Il mancato surriscaldamento di questo anomalo ciclo economico, continua, in particolare, a favorire i mercati azionari internazionali, ormai in crescita ininterrotta da oltre sei anni. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, pur attraversando una fase di stanca, non sembra, infatti, aver intenzione di invertire il suo ormai pluriennale trend rialzista. Inoltre da qualche mese, grazie al QE deliberato dalla BCE, anche i mercati azionari europei, rimasti attardati rispetto agli indici Usa, sembrano aver voglia di recuperare velocemente il gap di performance degli ultimi anni.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 35.445
Large Traders : + 11.133
Small Traders : + 24.312
Dopo 5 mesi trova, dunque, ancora conferma la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa in voga dall’inizio di novembre dello scorso anno. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano pari a 6.313 contratti. In particolare, i Large Traders, da tempo alquanto titubanti e scettici, cedono nuovamente 5.096 contratti long, e riducono ulteriormente la loro già incerta ed esigua posizione Net Long. Gli Small Traders cedono, anch’essi, 1.217 contratti long, e contraggono di conseguenza la loro, del tutto abituale, posizione Net Long, su livelli non proprio esuberanti. I Commercial Traders, negli ultimi anni sempre molto vigili sulle sorti dei mercati azionari Usa, colmano il deficit di fiducia degli altri operatori, ed acquistano l’intero lotto dei 6.313 contratti long, riducendo la loro proverbiale posizione di copertura Net Short ai livelli più bassi degli ultimi 5 mesi.
Le movimentazioni di quest’ultima settimana, che segnalano una crescente attenzione delle cosiddette “ Mani Forti “, associate ad altri segnali, ancora in incubazione, provenienti dall’analisi tecnica, mi inducono a ritenere che il periodo di stasi laterale degli indici azionari Usa sia davvero molto prossimo al suo termine. Con molta più moderazione che in passato ci attendiamo, cioè, a breve una ripresa dell’ormai pluriennale up-trend dei listini Usa. Ciò in perfetta coerenza con la nostra vision a più lungo termine, che prevede per l’S&P 500 un target di 2178 punti per la fine dell’anno.
L’ipotizzata ripresa dell’up-trend dei listini americani, consoliderà anche le prospettive per l’azionario europeo ed italiano, che mi appaiono addirittura migliori, e che cercherò di tradare con il mio originale trading system che, come ormai ben sapete, si propone di valorizzare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima ancora buona settimana, il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance annua pari al + 26,79 %. Inoltre, come già accaduto nel biennio precedente, la nostra performance si conferma superiore a quella conseguita, nel contempo, dal nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari al 23,68 %. L’over-perfomance di momentum conseguita ci dà nuova conferma circa la bontà dell’approccio teorico ed operativo utilizzato. Per maggiori dettagli sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ gli eventuali interessati possono consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas
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