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WALL STREET: decoupling in corso tra USA ed Europa.
GUEST POST – Il mercato USA e quello Europeo divergono in modo sempre più netto. Ma tra gli stessi il decoupling non darà così marcato. IL QE europeo porterà i suoi benefici anche a Wall Street. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, nell’ultima sorprendente settimana, i mercati finanziari internazionali hanno registrato ulteriori marcate divergenze tra le due sponde dell’Atlantico accentuando il decoupling già in atto dall’inizio dell’anno. Lo scenario intermarket, ha registrato, in particolare, sul piano valutario, un’ulteriore impennata delle quotazioni del dollar index, ed il rapporto di cambio EURUSD è scivolato a quota 1,08, minimo dall’anno 2003. La travolgente forza del dollaro Usa continua peraltro a compensare, in termini reali, la prolungata e perdurante debolezza delle quotazioni delle commodities, che anche in quest’ultima settimana hanno registrato uno storno dell’1,8 %. Tuttavia, l’evento più rilevante è stata la pubblicazione dei dati concernenti il tasso di disoccupazione Usa, sceso al 5,5 %, minimo degli ultimi 7 anni. Dati migliori delle attese, che hanno dato la stura ad un rimbalzo di ben 24 bps dei rendimenti sui titoli decennali Usa velocemente risaliti al 2,24 %.
I buoni dati del mercato del lavoro Usa hanno influenzato anche i rendimenti del bund tedesco che registrano una crescita di 6 bps, e che si riportano a quota 0,39 %. Del tutto diverse invece le reazioni dei mercati azionari. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, temendo un piu’ imminente rialzo dei tassi ad opera della FED, ha reagito negativamente stornando dell’1,58 %. I mercati azionari europei, invece, riflettendo una ben diversa fase del ciclo economico, che abbisogna peraltro del sostegno del QE, che prenderà ufficialmente il via proprio oggi, hanno proseguito nella loro corsa al rialzo, accentuando in tal modo il marcato decoupling tra le due sponde dell’Atlantico già in corso dall’inizio dell’anno.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 47.664
Large Traders : + 21.914
Small Traders : + 25.750
Trova, pertanto, nuova conferma, la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa in auge da ormai da 4 mesi. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano davvero esigue , ossia pari a soli 2.719 contratti. In particolare, questa settimana sono gli Small Traders che mostrano più scetticismo sulle sorti future dei mercati azionari Usa, e che cedono l’intero lotto dei 2.719 contratti long, riducendo a livelli non proprio esuberanti la loro abituale posizione Net Long. I Large Traders invece, dopo le vendite della scorsa settimana, si mostrano più incerti e riflessivi, acquistano soli 395 contratti long e consolidano la loro poco pingue posizione Net Long. I Commercial Traders, che già da alcune settimane hanno intuito le difficoltà del mercato azionario Usa, e che non vogliono crash disordinati ed ingenti, vigilano come sempre con discrezione sugli stessi, ed acquistano i residui 2.324 contratti long. Le contraddittorie ed incerte movimentazioni di quest’ultima settimana, nonché di quelle precedenti, mi inducono a ritenere che potremmo forse assistere nel breve all’ennesima mini-correzione dei listini Usa, che, come tutte quelle che l’hanno preceduta, non sfocerà, tuttavia, in un vera e propria inversione. Credo, infatti, che per l’intero anno 2015, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, viaggerà in un ristretto range laterale ricompreso tra i 2000 ed i 2200 punti.
Azionario europeo ed italiano che rimane, pertanto, nettamente da preferire, e che cercherò di tradare con il mio personale trading system che, come ormai ben sapete, si propone di sfruttare e valorizzare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Nei primi 65 giorni di borsa dell’anno, il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance davvero lusinghiera, pari al + 23 %. Inoltre, come già accaduto del biennio precedente, la performance del mio portafoglio si conferma superiore a quella conseguita dal nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari nel contempo al 18,8 %. Ciò ci dà nuove ed ulteriori conferme circa la bontà dell’approccio teorico ed operativo utilizzato. Anche questa settimana, però, la gestione dinamica del portafoglio, che ci impone di mantenere lo stesso sempre in trend con le modifiche e le variazioni in corso sul nostro listino, ci induce ad apportare ulteriori modifiche alla sua composizione. Per maggiori dettagli, rammento a tutti gli eventuali interessati, che è possibile consultare gratuitamente l’evoluzione settimanale del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ sul mio sito.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore.
Lukas
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Non credo che il decoupling sia frutto di un complotto……ormai è del tutto evidente che si stia andando verso una gestione globale del sistema economico-finanziario…….ove gli spazi di partecipazione e democrazia si restringono progressivamente !!!
Cade proprio a fagiuolo: appena letto [così facciamo contenti un pò Tutti – Lukeof, in particolare].
M. Chin, Z. Liu (Bank of England, Macro Financial Analysis Division, the), “A joint affine model of commodity futures and US Treasury yields” – Working Paper No. 526: March 6, 2015
http://www.bankofengland.co.uk/research/Documents/workingpapers/2015/wp526.pdf
サーファー © Surfer [Occhio: HONG KONG – ed al (Loro) framework]
Già, la domanda è se il “decoupling” è voluto o una conseguenza di altro.
Facendo un po’ di fantasy geoconomico-politica, sia nell’ambito legislativo che come modelli di vita propagandati a tempo pieno stanno “allineando” i due sistemi europeo e US anche nelle linee di comando lobbystico economiche e sociale.
Le monete $ e € si stanno allineando, inoltre c’è il TTIP “secretato” e l’interesse specifico di corporation oligomonopoliste sovracontinentali su di una gestione “unitaria” dei mercati.
Si spiegherebbero anche le modalità di gestione sostanzialmente coincidenti sul nord Africa, medio oìriente e vicenda Ucraina e balcanica.
Hanno piazzato e stanno piazzando uomini e donne loro in giro per l’europa e nei punti di crisi.
Tutta la “gestione” è autoritaria e imposta dal vertice bypassando le forme istituzionali in tutti gli stati coinvolti.
La domanda è questa, stiamo andando “verso” un qualche novità anche sullo €/$ come si usa fare nei trattati di libero scambio?
Scusate ma forse il tutto è riconducibile all’ottima cena di ieri sera e alle sue conseguenze?