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WALL STREET: lo spettacolo volge al termine. Eccoci giunti ai titoli di coda
Dopo anni passati su coordinate monotematiche, con mercati unidirezionali e sempre positivi, è chiaro che ormai il “tocco magico” è scomparso e tutto sarà diverso. Il COT Report della CFTC (Commodity Futures Trading Commission) peggiora e il futuro sarà sicuramente a tinte meno brillanti. [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali, hanno alimentato la fase correttiva iniziata alcune settimane orsono. Per quanto concerne il nostro benchmark azionario mondiale, ossia l’S&P 500, la correzione complessiva è sinora di circa il 4 %. Negli ultimi anni ogni correzione si è rivelata un’ottima occasione d’acquisto, poichè i mercati hanno sempre prontamente recuperato, raggiungendo poi nuovi massimi storici. Sarà cosi anche questa volta ? Non lo sappiamo, ma personalmente ho qualche dubbio. Il Covid ha infatti cambiato molte cose.
In particolare, ha sdoganato politiche fiscali espansive, anzi iper-espansive, come non vedevamo da decenni ormai. I loro effetti, del tutto innegabili, s’intravvedono chiaramente sull’intero scenario intermarket. Quest’ultimo in poco più di un anno ha radicalmente cambiato pelle ed aspetto. Il mutamento più evidente è quello relativo all’inversione del trend delle commodities, che in un solo anno si sono apprezzate di ben il 45 % in termini reali. Alcuni attribuiscono questo mostruoso rimbalzo, a strozzature e difficoltà insorte dal lato dell’offerta.
Avranno probabilmente qualche ragione, ma a mio avviso c’è anche dell’altro. Non si può, e non si deve, infatti, sottovalutare anche la pressione proveniente dal lato della domanda. Non dimentichiamo che il PIL è previsto in forte recupero in tutto il globo, e finanche in Italia si prevede per quest’anno un lusinghiero ed inaspettato + 6 %. Le tensioni sul mercato delle commodities hanno già avuto conseguenze ed impatti importanti. Il tasso d’inflazione al consumo è risalito negli Usa del 5,2 %, ed in Europa del 3,4 %.
Segnalo inoltre che, sempre negli Usa, l’indice dei prezzi della produzione industriale ( PPI ), in soli dodici mesi, è lievitato di ben l’8,3 %. Confrontando i due dati, ossia CPI e PPI, si comprende benissimo che in questo momento le imprese non riescono a ribaltare completamente sui prezzi di vendita, gli aumenti subiti sui loro prezzi di produzione. Molto probabile pertanto attendersi nei prossimi mesi una contrazione degli utili aziendali, e di conseguenza una contrazione degli attuali livelli delle quotazioni azionarie. Inoltre, se non scema la tensione sui prezzi delle commodities, e sul tasso d’inflazione, è del tutto lecito attendersi anche un rialzo dei rendimenti obbligazionari, a prescindere dalle scelte che faranno le Autorità Monetarie.
E ciò non può che aumentare ulteriormente le difficoltà per l’azionario. Con ciò non voglio dire che andremo certamente incontro ad una severa correzione, ma solo precisare quanto già accennato nei miei precedenti scritti, ossia che la BELLA EPOQUE per l’azionario è ormai alle nostre spalle, e che il futuro si prospetta molto meno profittevole ed edificante del passato decennio. Io, come ben sapete, ho cavalcato l’intero up-trend degli ultimi 10 anni e non ho quindi alcun rimpianto. Altri invece sono stati di diverso avviso, e non né hanno approfittato, ed oggi si trovano ad affrontare una fase molto più difficile ed impervia circa le loro decisioni d’investimento. Auguri comunque.
Dopo le sopra esposte considerazioni, di carattere generale, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima ottava, si dimostra ancora molto forte. Lievita infatti dello 0,76 %, e raggiunge quota 94,06. Le commodities, come accennato, continuano la loro forsennata corsa. Crescono infatti di un ulteriore 2,72 %, in termini reali, ed accrescono le molte preoccupazioni già esistenti al riguardo. Minori timori giungono invece dal mercato obbligazionario.
Il rendimento del bond decennale Usa, lievita infatti di 1 solo bp, e raggiunge quota 1,46 %. Il rendimento del bond a 2 anni, si contrae invece di 1 bp, e retrocede quota 0,26 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia e raggiunge quota 120 punti, confermando piena fiducia circa la crescita futura dell’economia, I mercati azionari, che guardano sempre avanti, cominciano invece a guardare con sempre più crescente sospetto ad una crescita dell’economia, probabilmente troppo veloce e travolgente, che evidenzia già qualche problema di sostenibilità, e correggono, per ora in maniera del tutto ordinata e salutare. L’S&P 500, in particolare, storna del 2,21 % e retrocede a quota 4.455,48 punti.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 19.840
Large Traders : + 11.420
Small Traders : + 8.420
Si riconferma, e si riequilibra, la configurazione e l’assetto del Cot Report sui derivati azionari Usa. Nella scorsa settimana le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 8.246 contratti. In particolare, i Large Traders, acquistano l’intero lotto degli 8.246 contratti long, e divengono gli operatori più esposti e più Net Long. I Commercial Traders, invece, cedono altri 1.416 contratti long, e consolidano la loro abituale posizione di copertura, Net Short.
Gli Small Traders, infine, cedono ben 6.830 contratti long, e quasi dimezzano l’entità della loro posizione, che resta però Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, riconfermano, e riequilibrano, come già accennato, la precedente configurazione, ed il precedente l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa.
Un assetto statisticamente incerto ed alquanto volatile, che appare sempre meno transitorio e contingente, e destinato invece a continuare ed a protrarsi. Un’indicazione quest’ultima importante che ci proietta a mio avviso in una fase nuova e del tutto diversa dalla precedente. Come già detto la BELLA EPOQUE per i mercati azionari è ormai alle nostre spalle, nel prossimo futuro non ci saranno più i facili guadagni del passato decennio, e l’operatività diventerà sempre più impervia e difficile.
Forse solo un efficace stock-picking, potrà portarci qualche soddisfazione. In coerenza con le sopra esposte motivazioni, riduco pertanto ulteriormente la mia esposizione sull’equity, in attesa di avere ulteriori e più probanti indicazioni circa l’evoluzione futura, sia dell’economia che del sistema di produzione capitalistico mondiale.
Mercato dunque in cerca di nuove certezze, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questi primi 9 mesi del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno davvero esiguo, pari allo 0,58 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 16,27 %.
Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 15,69 %, causata dalla nostra forse eccesiva prudenza, nonché da un evidente deficit di momentum, sul nostro listino, nei primi mesi dell’anno. Nei precedenti 8 anni, invece, il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 170 %. Questa settimana in coerenza con quanto sopra esposto, muto l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 70 al 60 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 30 al 40 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long, pari al solo 20 % del mio portafoglio.
Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS