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WALL STREET: un raggio di speranza per la borsa USA (per il breve termine)
La settimana scorsa abbiamo intravisto un quadro di mercato abbastanza negativo. Era necessario un intervento delle “mani forti” che per fortuna è arrivato. Quindi non si vede all’orizzonte un grande crollo e la correzione potrebbe frenare. Ma notate bene. Tutto questo vale per il breve periodo. Andiamo ad analizzare il COT Report. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, Wall Street ha confermato i segnali di debolezza degli ultimi due mesi. L’S&P 500 ha infatti stornato dell’1,26 %, ritornando in chiusura d’ottava sotto quota 2.600 punti. Devo dire che i mercati, in questo frangente, appaiono particolarmente severi. Il sentiment è infatti particolarmente negativo. Il nostro benchmark azionario mondiale ha già stornato di oltre l’ 11 % dai propri massimi. I dati dell’economia reale, però, non giustificano del tutto questa negatività. C’è è vero un rallentamento del ciclo economico a livello globale, ma l’ipotesi recessiva appare ancora piuttosto lontana e non proprio imminente.
C’è dunque un’apparente discrasia, ossia una mancanza di armonia, tra i mercati e l’economia reale. Non è certo una novità, anzi, nel breve periodo, la mancata armonizzazione è piuttosto la regola. I mercati infatti sono soliti guardare in avanti, ossia ragionano e si comportano ipotizzando su quale sarà la situazione dell’economia reale fra 6 -12 mesi. Se ciò è vero dobbiamo leggere gli attuali andamenti dei mercati come un segnale ben preciso. Il paradigma infatti è osservare, interpretare i mercati di oggi, per capire l’andamento dell’economia di domani, e non viceversa. Ed i mercati oggi ci dicono che fra 6 -12 mesi l’ipotesi recessiva sarà molto più tangibile di quanto appaia oggi. Ipotesi, peraltro, del tutto plausibile e naturale, dopo ben 10 anni di crescita, lenta, ma ininterrotta.
Lo scenario intermarket presenta comunque già ora dei segnali che accreditano l’ipotesi di una futura recessione. In particolare, il dollar index, sostenuto da tassi in rialzo, continua ad apprezzarsi. In quest’ultima ottava lievita dello 0,96 % e raggiunge quota 97,44. Le commodities, invece, confermano significativamente la loro debolezza, stornano infatti dell’ 1,7 % in termini reali, e portano ulteriore fieno all’ipotesi di una recessione prossima ventura. Ipotesi che, negli ultimi 2 mesi, ha trovato crescente supporto anche dai segnali che arrivano dal mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani sono infatti stornati dal 3,22 % degli inizi di novembre, al 2,89 % di oggi ( – 33 bps ). I rendimenti dei bond a 2 anni sono anch’essi stornati dal 2,91 al 2,74 % (- 17 bps). L’inclinazione della yield curve Usa si è, pertanto, ulteriormente, ridotta. il differenziale ( 10 – 2 ) è infatti ormai pari a soli 15 bps. Dei mercati azionari abbiamo già accennato. In particolare rammento che il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, quota oggi 2.599,95, ossia il 2,75 % in meno delle quotazioni d’inizio d’anno.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 61.631
Large Traders : + 45.090
Small Traders : + 16.541
Si conferma, dunque, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in voga ormai da oltre un anno, ossia dal 05/12/2017. In quest’ultima settimana, registriamo variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 17.356 contratti. In particolare, questa settimana i Large Traders interrompono le loro cessioni di contratti long, anzi nè riacquistano nuovamente 14.089 e ri-consolidano la loro posizione Net Long. Un buon segnale che allontana l’ipotesi di una loro precipitosa e scomposta inversione. Gli Small Traders, acquistano anch’essi 3.267 contratti long, e rafforzano la loro non esuberante posizione Net Long. I Commercial Traders, prendono atto della rinnovata fiducia degli altri operatori, cedono loro l’intero lotto dei 17.356 contratti long, e consolidano la loro abituale posizione di copertura, Net short.
Le movimentazioni di quest’ultima ottava, attenuano le tensioni, presenti già da alcuni mesi, sul mercato dei derivati azionari Usa. La circostanza che entrambe le categorie di investitori non istituzionali, Large e Small traders, abbiano ripreso gli acquisti, scongiura infatti, almeno temporaneamente, il pericolo che gli stessi smontino in maniera disordinata e convulsa tutte le loro posizioni long. Soprattutto sembra scongiurato, per ora, il pericolo di un’ inversione precipitosa da parte dei Large traders, che comporterebbe inevitabilmente un eccesso di vendite, ed altri storni, anche sul mercato primario. Movimentazioni che ci fanno pensare che non ci sarà nel breve un’accelerazione disordinata e convulsa della correzione in corso. Anzi molto probabile assistere ad un arresto della stessa e ad un mini rimbalzo. Mini rimbalzo che non muterebbe comunque il trend di medio termine, che resta comunque ribassista, o meglio moderatamente ribassista. Attenuo, ma confermo, pertanto, la mia view di mercato, che resta, ancora, lateral-ribassista.
View di mercato, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi, e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, perde lo 0,75 %, perdita esigua, e nettamente inferiore a quella del nostro Ftse All Share, che registra, nel contempo, una perdita del 14,27 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance ( ALPHA ) del 13,52 %, che conferma tutte le prerogative del mio trading system, che nei passati 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò premesso, questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 30 al 35 % le mie posizioni long, e riduco, nel contempo, dal 70 al 65 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione ribassista, pari 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas