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WALL STREET: la Brexit fa un po’ meno paura
In una settimana ricca di avvenimenti, le “mani forti” sembranon non credere alla possibilità dell’Uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. E se mai dovesse uscire… Analisi del COT Report del CFTC. [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, l’estrema incertezza circa l’esito dell’imminente referendum sulla Brexit, è stato, senza dubbio, il market mover dominante su tutti i mercati finanziari internazionali, divenuti, inevitabilmente, molto nervosi e volatili. Volatilità ed incertezza che, credo, proseguirà anche nella settimana che ci attende, ossia sino alla data della consultazione referendaria, che mi auguro abbia un esito favorevole alla permanenza della Gran Bretagna nell’UE.
Lo scenario intermarket, a dire il vero, non si mostra particolarmente pessimista, evidenziando un quadro solo moderatamente RISK-OFF. In particolare, il dollaro Usa, valuta rifugio per antonomasia, non registra una fuga verso di esso, anzi registra uno storno pari allo 0,4 %. Il mercato delle commodities, caratterizzato già da alcuni mesi da un discreto trend rialzista, registra, invece, un leggero storno, pari allo 0,65 % in termini reali.
Il sentiment negativo ha, invece, trovato miglior accoglienza nel mercato obbligazionario. La fuga dal rischio ha infatti condotto, seppur temporaneamente, i rendimenti sul bund decennale della Germania in territorio negativo, ma a fine settimana gli stessi sono ritornati sulla quota della scorsa ottava, ossia allo 0,02 %. I tassi sui titoli decennali americani, perdono invece altri 2 bps, ed arretrano sino a quota 1,62 %. Una maggiore volatilità e turbolenza si è, infine, naturalmente registrata sui mercati del rischio per eccellenza, ossia sui mercati azionari. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, chiude, infatti, l’ultima ottava, con un perdita dell’1,19 %, Perdite maggiori si registrano, invece, sui listini azionari europei, che hanno pagato, nelle ultime settimane, un prezzo molto elevato all’ipotesi della Brexit, e che potrebbero, come mi auguro, avere forti rimbalzi nel caso di fallimento del quesito referendario britannico.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 44.135
Large Traders : + 51.693
Small Traders : – 7.558
In un frangente decisivo, si riconferma la configurazione lateral-ribassista degli ultimi 2 mesi, ma si registrano movimentazioni davvero ingenti e significative, pari a ben 43.078 contratti. In particolare, i Commercial Traders, ossia le “ Mani Forti “ del mercato azionario, cedono improvvisamente l’intero ed ingente lotto dei 43.078 contratti long, ed assumono, dopo ben 15 mesi, una massiccia e forte posizione di copertura, Net Short. I Large Traders, invece, acquistano ben 37.718 contratti long, ed assumono la posizione Net Long più consistente degli ultimi 2 anni. Gli Small Traders, infine, acquistano anch’essi i residui 5.360 contratti long, e pur restando in posizione Net Short, ne attenuano ulteriormente il peso e l’entità. Come interpretare tali ingenti, e per me sorprendenti, movimentazioni avvenute in settimana sul mercato dei derivati azionari Usa ?
Personalmente credo che la massiccia vendita di contratti long ad opera dei Commercial Traders, ci dica che i potenti operatori Usa non credono affatto all’ipotesi della Brexit, ossia credono che il referendum britannico fallirà, e che la Gran Bretagna rimarrà nell’Unione Europea. Non ci sarà pertanto bisogno del loro intervento a sostegno dei mercati, e di conseguenza essi possono finalmente ritornare nella loro abituale posizione di copertura Net Short, abbandonata di frequenza negli ultimi turbolenti 12 mesi. Questa, sia ben chiaro, è una mia del tutto personale interpretazione, che potrebbe essere smentita da un esito diverso del referendum britannico. Nel caso, invece, la stessa si rivelasse esatta, ciò confermerebbe la mia ipotesi di scenario a più lungo termine, ossia che siamo nella fase terminale del prolungato movimento lateral-ribassista dei mercati azionari Usa e mondiali, iniziato ormai oltre 12 mesi orsono. Dopodichè i mercati azionari potrebbero ritornare a crescere, seppur con moderazione, in coerenza con l’attuale modesto tasso di crescita dell’economia globale.
Futuro imminente che si prospetta, quindi, ancora difficile ed incerto, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita annua pari all’ 8,81 %. Performance negativa,determinata dalle peculiari difficoltà vissute dal listino italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 20,14 %. Conseguita, pertanto, in meno di 6 mesi, ed in un contesto di mercato particolarmente avverso, una sovra-performance dell’11,33 % che ci dà nuove ed ulteriori conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa, e che ci fa sperare in un esito annuale, ancora una volta, positivo. Coerentemente con la mia positiva vision d’ordine generale, anche questa settimana riconfermo, per il 100 % del mio portafoglio, la mia esposizione long sulla borsa italiana. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas
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pasolo@finanza,
Caro Pasolo, nonostante la Brexit confermo la mia view positiva sull’azionario Usa……il mio target per fine d’anno sull’S&P 500 rimane 2220 punti.
vedi Lukas quando ti scrivevo che l’ ORO non sale tanto per salire… il mio semplice indicatore oro/sp500 mi dive di avere ancora pazienza ( sul mib mi sono preso una bella botta in faccia, ma sul mib si gioca solo per fortuna ).