WALL STREET: continua a dominare il sentiment
I fondamentali sono messi da parte. Ora a dominare sui mercati è il sentiment. Solo nel medio periodo si tornerà ad una certa coerenza con la realtà. Analisi del COT Report del CFTC. [Guest post]
Cari amici, anche per un inguaribile ottimista come me, era davvero difficile immaginare che, appena poche settimane dopo la tempesta abbattutasi sui mercati finanziari internazionali, sarei stato oggi qui a commentare una situazione del tutto diversa ed opposta, ossia un mercato caratterizzato da un forte e marcato RISK ON. Tuttavia, così come accaduto nei frangenti negativi degli scorsi mesi, anche in questa diversa circostanza cercherò di esprimere le mie personali considerazioni mantenendo un atteggiamento asettico e non emotivo, e a non indulgere in particolari euforie, che sarebbero parimenti infondate ed illogiche.
Nelle scorse settimane avevo, in particolare, a più riprese, evidenziato che, a mio avviso, le turbolenze in atto sui mercati finanziari erano ascrivibili ad un sentiment particolarmente negativo, e non ad un mutamento strutturale delle condizioni macroeconomiche di fondo, che caratterizzano ormai da anni la moderna economia globalizzata. Avevo, in particolare, evidenziato che il crollo delle quotazioni delle commodities e del petrolio in particolare, pur costituendo un grosso problema per i Paesi che le producono, e di conseguenza per l’entità della domanda globale, dall’altro permetteva alle imprese dei Paesi acquirenti di comprimere ulteriormente i propri costi di produzione e di salvaguardare di conseguenza i propri utili. Tale mia considerazione, trova evidente conferma anche nel seguente grafico, che illustra l’andamento delle quotazioni dei diversi settori che compongono il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, che da anni ormai, esprime e rappresenta molto fedelmente la situazione dell’economia non solo degli Usa, ma del mondo intero.
Infatti, come ben evidenziato nel grafico, la debolezza delle quotazioni azionarie, già iniziata nell’anno 2015, è interamente ascrivibile alla difficile situazione delle imprese appartenenti al settore dell’Energy , ed al settore delle Basic Material. Per quest’ultime infatti, il crollo delle quotazioni dei beni oggetto del loro commercio ha notevolmente ridotto l’entità dei loro ricavi, e di conseguenza dei loro utili, e ciò ha immediatamente trovato riflesso nelle loro quotazioni. In particolare le società del settore Energy, nell’anno 2015 hanno registrato un declino del 21,1 % , mentre quelle delle Basic Material hanno subito una perdita dell’8,4 %. Anche le Utilities hanno subito, seppur in minor misura, delle conseguenze, perdendo il 4,8 %. Gli altri settori, invece, come ben evidenziato nel grafico, hanno beneficiato del calo del prezzo delle commodities, sostenendo minori costi e producendo di conseguenza maggiori utili, e ciò ha trovato parimenti riflesso nelle loro quotazioni, cresciute in taluni casi, anche in maniera marcata. Peraltro anche gli accadimenti di queste ultime tre settimane, confermano la nostra tesi. La recente forte ripresa delle quotazioni azionarie è infatti quasi interamente ascrivibile alla ripresa delle quotazioni delle società che operano nel settore delle commodities e del petrolio in particolare, che a loro volta beneficiano della ripresa delle quotazioni delle commodities che formano oggetto dei loro commerci. D’altronde, anche il nostro amico Danilo, negli ultimi tempi, ha più volte evidenziato sul nostro blog la forte correlazione diretta instauratosi tra le quotazioni del crude oil e quelle del mercato azionario.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : + 47.238
Large Traders : – 33.815
Small Traders : – 13.423
Nonostante i forti rimbalzi delle ultime settimane, non scema il pessimismo, ed anche in quest’ultima ottava, si riconferma la recente configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima settimana le movimentazioni sono state infatti esigue, pari a soli 7.296 contratti. In particolare, i Large Traders, mantengono sostanzialmente tutto il loro scetticismo, acquistano infatti solo 5.561 contratti long e riducono solo di misura la loro sempre convinta posizione Net short. Non bisogna quindi meravigliarsi che i fondi azionari quasi mai riescono a battere il loro benchmark di riferimento. Anche gli Small Traders, confermano stranamente tutte i loro timori, acquistano infatti solo 1.735 contratti long, riducendo solo di misura la loro attuale ed insolita posizione Net Short. I Commercial Traders, invece, pur cedendo 7.296 contratti long, confermano la loro attuale posizione Net Long e la loro forte presa sul mercato azionario. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, che alleviano solo leggermente il sentiment particolarmente negativo presente ormai da tempo sui mercati, confermano che ancora in tanti hanno una visione prospettica dei mercati molto più pessimistica del dovuto, ascrivibile probabilmente alle incertezze ed alla volatilità davvero esagerata degli ultimi 6 mesi. Sentiment negativo, da interpretare, a mio avviso, in questo frangente, in senso contrarian, poiché, come già ricordato la scorsa settimana, l’attuale configurazione del Cot Report non ha mai preannunciato l’avvio di un bear market.
Momento, pertanto, ancora incerto, caratterizzato dal contrasto tra sentiment ed economia, che cercherò, comunque, di tradare con il mio ormai noto ed originale trading system, fondato sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, non particolarmente brillante per il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, lo stesso registra una perdita annua pari al 5,57 %. Perdita, comunque, nettamente inferiore a quella registrata dal nostro benchmark di riferimento, costituito dal Ftse All Share, che nonostante i recenti recuperi, è ancora pari al – 14,24 %. Una sovra-performance dell’ 8,67 %, che ci tornerà utile nel corso del prosieguo dell’anno, e che ci dà ulteriore conferma circa la bontà dell’approccio utilizzato. Coerentemente con la mia view generale, confermo, anche per questa settimana, per il 100 % del mio portafoglio, la mia esposizione long sull’equity italiano. Chi desidera approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se lo vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di termarketandmore buon trading.
Lukas
C’è un problema morale se non si ha un orizzonte a medio e lungo termine, indipendentemente da qualsiasi valutazione economica
http://tradingonline-un-problema-morale.blogspot.it/