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WALL STREET: addirittura diminuisce lo short (alla faccia del Coronavirus)
La paura proprio non a parte delle emozioni che prova questo mercato. Anzi, addirittura il COT REPORT si fa più spudorato, come se addirittura si volesse tentare un ulteriore importante allungo. (Guest post)
Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali, del tutto incuranti delle preoccupazioni biologiche ed economiche provenienti dalla Cina, hanno proseguito nella loro forsennata corsa al rialzo. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500 ha, infatti, raggiunto il suo nuovo massimo storico, a quota 3.380 punti. Ancor più decisa l’ascesa dell’indice tecnologico Nasdaq 100, che ha raggiunto quota 9.624 punti. Non è da meno il vecchio Dow Jones che ormai punta con decisione alla mitica cifra dei 30.000 punti. Livelli, numeri, inimmaginabili solo qualche tempo addietro. Numeri che smentiscono fragorosamente le incaute ed infondate ipotesi formulate, negli scorsi anni, e negli scorsi mesi, dalla folta schiera dei ribassisti. A questo punto sarebbe lecito, da parte loro, attendersi, un doveroso mea culpa. Mea culpa che non credo, però, avremo modo di leggere. Spero solo che li abbiano seguiti in pochi, altrimenti i danni e le perdite causate risulterebbero davvero ingenti. Come ben sapete, io, in questi anni, non ho mai condiviso le loro ragioni. E per questo motivo sono stato, molte volte, oggetto di attacchi e contumelie di ogni tipo. Ma il tempo è stato galantuomo, ed ha dimostrato che le loro ipotesi ed i loro ragionamenti, erano privi di logica economica, e destituiti di ogni fondamento. Nonostante la palmare evidenza dei fatti, ancor oggi ci tocca leggere ed ascoltare analisi che parlano di bolla dell’equity, pronta a scoppiare. Affermano che il rialzo dell’azionario, è dovuto unicamente alle politiche monetarie iper espansive di tutte le Banche Centrali. Poniamo che il loro assunto sia vero. Dobbiamo, però, per logica, chiederci: tali politiche sono state giustificate, e si sono rese necessarie, a causa della gravissima situazione economica determinatasi dopo la crisi finanziaria del 2008 ? Assolutamente sì. Cosa avrebbero infatti dovuto fare le diverse autorità monetarie, stringere i cordoni della borsa ed far lievitare i tassì, come sciaguratamente avvenne dopo la crisi del 1929 ? Avreste forse voluto assistere ad una riedizione delle convulsioni politiche ed economiche di allora, culminate nella terribile II guerra mondiale ? Insomma è del tutto evidente che la strada imboccata dalla più importanti Banche Centrali era la sola via possibile, e che non c’erano, e non s’intravvedono tuttora, vie d’uscita. I bassi tassi d‘interesse sono, pertanto, una condizione necessaria ed ormai permanente dell’attuale contesto macroeconomico. E’ con i vigenti infimi tassi, non vi sembra logico che la gente, per assicurarsi dei rendimenti quantomeno soddisfacenti, investa i propri risparmi in asset più remunerativi, come sono da almeno 10 anni le azioni ? Sarebbe illogico se non ciò non accadesse…..Ma di quale bolla parliamo ? Una bolla si produce a seguito di comportamenti irrazionali, nel nostro caso, invece, l’acquisto di asset azionari appare del tutto logico e razionale, anzi oserei dire, l’unico possibile.
Ciò detto, andiamo ad esaminare cosa ci indica al momento, il più vasto scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima ottava ha confermato la sua forza ( + 0,45 % ), ed ha raggiunto i massimi degli ultimi anni a quota 99,12. E’ dunque evidente che la gente compra dollari Usa per comprare le azioni di Wall Street. E’ il famoso fenomeno del carry trade che ben conosciamo. Le commodities, lievitano anch’esse dell’1,3 % in termini reali, e ciò testimonia che i mercati non temono, al momento, serie conseguenza sulla crescita, dall’epidemia biologica cinese. Il settore obbligazionario, appare invece più cauto e guardingo. I rendimenti del bond decennale americano, crescono infatti di 1 solo basic point, e si attestano a quota 1,59 %. Il bond Usa a 2 anni, guadagna, invece 3 bps, ed offre un rendimento dell’1,43 %. L’inclinazione della yield curve americana si riduce pertanto ulteriormente, a 16 bps, ma non inverte. A rigor di logica, è pertanto da escludere a breve una recessione per l’economia Usa. Dei mercati azionari, abbiamo già accennato. Tutti i maggiori indici di Wall Street viaggiano sui loro massimi storici, con buona pace degli incauti ribassisti.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 25.438
Large Traders : + 22.278
Small Traders : + 3.160
Trova, dunque, ancora conferma, l’assetto in voga già da alcuni mesi, nel mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori sono state pari a 9.947 contratti. In particolare, i Large Traders, cedono l’intero lotto dei 9.947 contratti long, e riducono di pari entità la loro attuale posizione, Net Long. I Commercial Traders, invece, acquistano ben 8.699 contratti long, e riducono ulteriormente la loro abituale posizione di copertura, Net Short, che era già al di sotto della loro media storica. Gli Small Traders, infine, acquistano i residui 1.248 contratti long, e consolidano appena la loro sempre timida posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, confermano appieno quanto da noi detto in premessa. I Commercial Traders, ossia le Mani Forti di questo mercato, gli operatori sicuramente meglio informati, riducono ulteriormente il loro livello di copertura, che era già abbondantemente inferiore alla loro media storica. Essi non temono pertanto alcuna seria conseguenza macroeconomica dal coronavirus cinese, e continuano a ritenere che sull’azionario non esistono allo stato particolari rischi. Gli Small Traders, d’altro canto, non mostrano, come invece storicamente accaduto in occasioni di precedenti bolle, alcuna pericolosa esuberanza. Anzi a malapena reggono al di sopra della parità. Insomma anche dal mercato dei derivati non s’intravvedono affatto i pericoli denunciati e paventati dai ribassisti. Riconfermo pertanto la mia moderata view rialzista ed il mio personale target di 3.500 punti per l’S&P 500 a fine anno, che sembra già ora a portata di mano.
Moderata view rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo inizio, un po’ tormentato, dell’anno 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra un guadagno del 3,57 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un rialzo del 5,35 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance dell’ 1,78 %. Rammento che nei precedenti 7 anni il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua dell’8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 150 %. In coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana muto solo di poco l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè le mie posizioni long, dal 90 all’85 %, ed innalzo nel contempo le mie posizioni short, dal 10 al 15 %, ossia assumo una posizione rialzista pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS
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Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
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Caro Roberto,
” Don’t fight the FED “, ossia non combattere contro le banche centrali, è stata la mia stella polare di questi ultimi anni. Parecchi, invece, hanno voluto fare gli eroi, o meglio i kamikaze, ossia i combattenti votati alla morte, e ne hanno pagato inevitabilmente il conto.
D’altra parte, finchè non ci sarà un miglioramento sostanziale dell’economia reale, non possono certo cambiare la loro politica monetaria. Se l’economia reale peggiorerà, come dici, ci saranno altri stimoli, stanne certo. Carta devono stampare, ma questo il mercato lo sà bene, basta vedere le quotazioni dell’oro. Eppoi come pensi che si possa ripagare l’enorme debito globale esistente ? Stampando carta, non esistono altre soluzioni. E’ possibile che vedremo tassi negativi ovunque, un’ipotesi che nei miei libri di economia non era nemmeno contemplata…..
Caro Roberto ZANNA,
mi piacerebbe scambiare 2 chiacchiere al cell con te,
se vuoi mi trovi al 348 0381513 quando vuoi
NB ho già avuto il piacere nel recente passato di parlare con Danilo DT e con Lukas e sono abbastanza “addetto ai Lavori”
Caro Lukas,
quello che non mi torna nel tuo ragionamento è un punto base.
Da quello che affermi sembrerebbe conseguire che:
– se l’economia va male ci pensano le banche centrali a far salire le borse iniettando liquidità nel mercato;
– se l’economia va bene ovviamente le borse salgono senza bisogno di stimoli.
Quindi, ne consegue che le borse saliranno sempre.
E qui c’è qualcosa che non torna a mio parere.
Grazie comunque per l’intervento.
Roberto
Caro Roberto, hai alquanto travisato il mio ragionamento.
In realtà io penso che l’economia globale non vada affatto male, Il PIL mondiale cresce infatti a tassi del 4 – 5 % all’anno. Ed in più il sistema gode di tassi reali molto bassi. In tale contesto è naturale che le borse salgono, altro che bolla.
Certo se guardi le cose dalla prospettiva Italia le cose mutano radicalmente. Ma per fortuna l’Italia non è il Mondo…..lo era una volta ai tempi dell’Impero Romano,… da allora sono passati oltre 2000 anni e le cose sono cambiate in peggio …e di tanto.
Scusa ancora Lukas,
ma la FED e la BCE stanno attualmente effettuando iniezioni di liquidità, o no?
Se sì e l’economia come sostieni tu va benone, non si capisce perché avvengano tali iniezioni.
Se invece non stanno effettuando iniezioni di liquidità allora il tuo ragionamento è corretto.
Tuttavia, io leggendo i giornali economici e on-line avevo compreso che siamo in presenza di effettive iniezioni di liquidità da parte della BCE e della FED, che cercano di sostenere l’attuale livello economico. Il che significa che la finanza senza il sostegno di liquidità non andrebbe troppo bene, presumibilmente proprio perché l’economia non va troppo bene.
Ma allora ritorniamo al mio ragionamento iniziale, descritto nel precedente intervento.
Lukas,
robocap@finanzaonline,
Le iniezioni di liquidità di cui parli sono per gran parte acquisti di titoli pubblici….e non privati…titoli di stati iper-indebitati, come il nostro. Altrimenti chi li comprerebbe ? Tu lo acquisteresti un BTP decennale italiano, con un rendimento annuale LORDO dello 0,91 %, come è quello di questa mattina ?
In ogni mercato vige la legge della domanda e dell’offerta….. attualmente i detentori di azioni ( offerenti ) non intendono vendere le proprie azioni……..mentre chi non ne detiene vorrebbe comprarle. Tale squilibrio ( ossia pochi venditori e molti aspiranti compratori ) tuttora esistente, induce inevitabilmente un aumento dei prezzi dell’equity. Fatevene una ragione.
Indubbiamente sono d’accordo con te a riguardo dell’effetto della legge della domanda e dell’offerta sul mercato. Che poi questo sia effettivamente in bolla (principalmente quello USA che è poi quello di riferimento) per ragioni che esulano dalla situazione economica, come molti sostengono (anche io), oppure non lo sia e rifletta fedelmente la situazione economica, solo il tempo lo dirà. E il tempo è sempre galantuomo.
Lukas,
Dici bene….il tempo lo dirà. Per chi opera sui mercati il TIMING è però tutto , o quasi, ed è da 11 anni che i mercati azionari salgono. Ciononostante, sempre in questi lunghi 11 anni, in tanti hanno cianciato a sproposito di bolla, e si sono persi il più grande bull market della storia. Prima o dopo anche loro avranno qualche soddisfazione, ma una cosa è certa, il TIMING non l’hanno proprio azzeccato. Io credo che la presunzione sia davvero una brutta bestia.
Concordo con te: la presunzione le persone quanto meno non dovrebbero mai dimostrarla, come invece tipicamente avviene.
Ma sostenere le proprie ragioni, argomentandole, non è presunzione. Mai.
E’ dialettica.
Caro robocap, come ho già suggerito a Zanna71 (vedi sopra)
mi piacerebbe scambiare 2 chiacchiere al cell con te,
se vuoi mi trovi al 348 0381513 quando vuoi
NB ho già avuto il piacere nel recente passato di parlare con Danilo DT e con Lukas e sono abbastanza “addetto ai Lavori”
Carissimo Lukas, sei stato bravissimo in tutti questi anni a dettare il trend di borsa nonostante la folta schiera dei ribassisti, fra i quali il sottoscritto.
Pero’ non posso pensare realmente che non ritieni che il mercato azionario americano e di seguito anche quello europeo eccetto quello italiano che descrive perfettamente una nazione oramai allo sfacelo non siano in una situazione di bolla o quanto meno in una situazione in cui l’ economia finanziaria si sia completamente distaccata dall’ economia reale.
Lo testimonia il solo fatto che se l’ economia fosse forte da reggersi sulle proprie gambe, non sarebbe necessario la continua inizezione di liquidità delle banche centrali, che oramai non sanno piu’ come uscirne.
I dati economici parlano di recessione imminnete se non già in atto, vedi l’ ultimo dato odierno sul pil del giappone.
La germania ha avuto una diminuzione del pil da paura, ma nonostante cio’ gli indici sono sui massimi storici di sempre.
Solo ad un accenno di allentamento della politica espansiva da parte delle banche centrali determinerebbe un crollo degli indici azionari mondiali.
I dati statunitensi sono taroccati all’ inverosimile; poi se uno non vuole vederli è un altro discorso.
Cio nonostante replico i miei complimenti verso te per essere riuscito a comprendere questo andamento che uno come me che segue i mercati dal 1990 non è riuscito a capirlo.
Da quando seguo i mercati, ogni circa 7/8 anni di crescita, c’ erano circa 1/2 anni di bear market, che sembra non esista piu’.
Come detto prima, le banche centrali con la loro politica forsennata di iniezione di liquidità nel sistema finanziario e non nell’ economia reale, si sono infilate in un bel cul de sac, e sono proprio curioso di vedere come andra’ a finire.
Con stima ed apprezzamento.
Roberto.