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VIX: IERI OGGI E DOMANI
Nelle ultime sedute abbiamo assistito, a livello borsistico, a delle sedutedi Wall street e non solo, dove le escursioni percentuali all’interno della stessa seduta, hanno sfiorato le due cifre percentuali.Dappertutto regna una parola: volatilità.E la storia ci insegna che, negli ultimi anni, volatilità elevata ha anche significato borsa negativa. Questa non è assolutamente una regola ferrea, non sta di certo scritto nel Vangelo. Diciamo piuttosto che è un dato di fatto, pilotato dall’operatività di investitori speculativi (hedge funds) che appunto utilizzano l’elemento volatilità per l’operatività ordinaria.
Carry trade, fly-to-quality, opzioni, e quant’altro.
Come potete vedere tutto questo ha a che fare, in un modo o nell’altro con la volatilità.Però facciamo bene attenzione: non è assolutamente normale ritrovarsi a convivere con una volatilità (o se preferite, un VIX se riferito a Wall Street o un VDAX se riferito alla borsa tedesca, più tutti gli altri).
E il futuro cosa ci riserverà? La volatilità continuerà ad essere molto alta, con quindi rischi per le borse?Lascio da parte per un momento la mia view sui mercati e cerco di fare un’analisi utilizzando altri parametri.
Il futuro sarà ancora molto volatile
Qui sotto potete vedere il grafico sovrapposto di SP 500 e VIX, un grafico che conoscerete probabilmente a memoria ma che testimonia in modo chiaro l’anomala volatilità del periodo, rispetto alla media storica.
Con la chiusura di ieri sera, il VIX ha registrato un livello di 63, non lontanissimo dai massimi periodali in area 80. E sia ben chiaro, questi numeri suonano come assurdi, visto che fino a qualche mese fa (!8 circa) eravamo abituati ad un VIX che addirittura navigava serenamente in area 20.Ma andiamo ai fatti.Da un’analisi presa da Bloomberg, i contratti con scadenza da gennaio a giugno 2009, sull’indice Chicago Board Options Exchange Volatility Index, o VIX, hanno chiuso a livelli tali da scontare fino a quella data una volatilità pari a circa il 2.8% al giorno (mediamente) sull’indice Standard & Poor’s 500. L’ultima volta che il benchmark per l’azionario Usa si è mosso nella stessa misura fu nel 1932.Con questo non si vuole dire nulla, ma credo che sia simbolico il fatto che, quando si cercano termini di paragone, si trovano solo con la Grande Crisi degli anni 1930.
Elenco contratti al CBOE
I motivi di questo super VIX sono da ricercare ovviamente nella difficile situazione economica, nel timore di un’ulteriore accelerazione ribassista degli indici e ovviamente alla speculazione.Dal punto di vista statistico, possiamo ancora dire che l’indice S&P 500 si è mosso di almeno il 4 % in 26 sedute dal 15 settembre, in una fase in cui le svalutazioni e le perdite sui crediti delle banche hanno raggiunto quasi $ 1.000 miliardi. L’ultima volta che lo S&P 500 ha segnato oscillazioni di almeno il 4 percento è stato nel 1933, quando tale frangente si verificò 38 volte, sempre secondo Bloomberg.
Ripeto, non voglio fare terrorismo ma solo statistica. E per fare una correta statistica, non possiamo dimenticare invece, qual è la media storica di oscillazione giornaliera di borsa. E’ pari solo allo 0.8%.Forse c’è proprio qualcosa che non va…
ps: Buttate anche un occhio all’analisi di Agata sulla nostra borsa e alla view elliottiana del mitico Camillo sul DAX.
In chiusura, ricordo una cosa: non avete ancora votato il blog? Potete ancora farlo! Basta inviare una banalissima email. Cliccate qui sotto per vedere come fare…
STAY TUNED!